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    E’ ORA DEL BOLLETTINO: MENO CONTAGI CON MENO TAMPONI: 37.255 NUOVI CASI E 544 MORTI. IL TASSO DI POSITIVITÀ RIMANE STABILE AL 16% PER IL TERZO GIORNO CONSECUTIVO. DIMINUISCONO I DECESSI, NESSUNA REGIONE HA ZERO VITTIME PER IL SESTO GIORNO DI FILA. LE 10 DOMANDE AL GOVERNO, L’INIZIATIVA DI FONDAZIONE HUME E LETTERA150 TRA LE ADESIONI ANCHE QUELLA DEL PROFESSOR GALLI – “L’ESECUTIVO FACCIA ADESSO QUELLO CHE NON SI È FATTO PRIMA”


     
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    Paola Caruso per corriere.it

     

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    In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 1.144.552 persone (+37.255* rispetto a ieri, +3,4%; ieri +40.902) hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, 44.683 sono decedute (+544, +1,2%; ieri +550) e 411.434 sono guarite o sono state dimesse (+12.196, +3,1%; ieri +11.480).

     

    Adesso, i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 688.435 (+24.509, +3,7%; ieri +28.872) e sono visibili nella quinta colonna da destra della tabella in alto; il conto sale a 1.144.552 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia. (Qui la mappa).

     

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    I tamponi sono stati 227.695, ovvero 27.213 in meno rispetto a ieri quando erano stati 254.908. Mentre il tasso di positività è intorno al 16% (di preciso 16,36%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 16 sono risultati positivi; come ieri quando era di circa il 16% (di preciso 16,04%). Questa percentuale dà l’idea dell’andamento dei contagi, indipendentemente dal numero di test effettuati. Questa è la mappa del contagio in Italia.

     

     

    Meno contagi in 24 ore rispetto al picco di ieri, a fronte di meno tamponi. La curva sembra rallentare — come dimostra il rapporto di casi su tamponi che rimane pressoché stabile intorno al 16% per il terzo giorno consecutivo, più basso del 17% registrato il 9 novembre — e si iniziano a vedere gli effetti delle restrizioni. «Un elemento molto importante è che la parte di asintomatici supera abbondantemente il 50%» ha spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss. Il problema riguarda la tenuta del sistema sanitario che comunque vede crescere l’occupazione di posti letto nei reparti Covid ordinari e in rianimazione.

     

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    Sono sempre 10 le regioni che hanno un incremento di positivi a quattro cifre con la Lombardia più colpita dall’inizio della seconda ondata (+8.129), seguita da Piemonte (+4.471), Veneto (+3.578) e Campania (+3.351). Sopra quota 2 mila ci sono Lazio (+2.997 al suo picco), Emilia-Romagna (+2.637 che segna il suo massimo) e Toscana (+2.420).

     

    I pazienti ricoverati con sintomi sono 31.398 (+484, +1,6%; ieri +1.041), mentre i malati più gravi in terapia intensiva sono 3.306 (+76, +2,4%; ieri +60). Questi dati sono visibili nella tabella in alto, nella seconda e nella terza colonna da sinistra.

     

    Diminuiscono le vittime, ma nessuna regione ha zero decessi per il sesto giorno consecutivo. Si tratta di un triste dato che spiega quanto il virus stia colpendo duramente su tutto il territorio. Il maggior numero di morti si ha in: Lombardia (+158), Veneto (+52), Emilia-Romagna (+43) e Toscana (+42).

     

    Qui tutti i bollettini dal 29 febbraio. Qui le ultime notizie della giornata.

     

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    I casi Regione per Regione

    Il dato fornito qui sotto, e suddiviso per Regione, è quello dei casi totali (numero di persone trovate positive dall’inizio dell’epidemia: include morti e guariti). La variazione indica il numero dei nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore, mentre la percentuale rappresenta l’incremento rispetto al giorno precedente, calcolata sul totale regionale.

     

    Lombardia 312.720 (+8.129, +2,7%; ieri +10.634)

    Piemonte 121.783 (+4.471, +3,8%; ieri +5.258)

    Campania 107.416 (+3.351, +3,2%; ieri +4.079)

    Veneto 98.084 (+3.578, +3,8%; ieri +3.605)

    Emilia-Romagna 85.699** (+2.637, +3,2%; ieri +2.384)

    Lazio 81.662 (+2.997, +3,8%; ieri +2.925)

    Toscana 76.750 (+2.420, +3,3%; ieri +2.478)

    Liguria 42.555 (+1.091, +%; ieri +1.209)

    Sicilia 40.110 (+1.729, +4,5%; ieri +1.707)

    Puglia 33.533 (+1.741, +5,5%; ieri +1.350)

    Marche 22.609 (+779, +3,6%; ieri +740)

    Abruzzo 18.713 (+939, +5,3%; ieri +683)

    Umbria 18.219 (+579, +3,3%; ieri +604)

    Friuli-Venezia Giulia 18.329 (+558, +3,1%; ieri +831)

    Bolzano 16.674 (+690, +4,3%; ieri +820)

    Sardegna 14.813 (+396, +2,8%; ieri +623)

    Trento 12.300 (+206, +1,7%; ieri +202)

    Calabria 9.749 (+333, +3,5%; ieri +297)

    Valle d’Aosta 5.103 (+245, +5%; ieri +103)

    Basilicata 4.821 (+265, +5,8%; ieri +307)

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    Molise 2.910 (+121, +4,3%; ieri +63)

     

    I decessi Regione per Regione

    Il dato fornito qui sotto, e suddiviso per Regione, è quello dei morti totali dall’inizio della pandemia. La variazione indica il numero dei nuovi decessi registrati nelle ultime 24 ore.

     

    Lombardia 19.186 (+158; ieri +118)

    Piemonte 5.001 (+37; ieri +61)

    Campania 994 (+27; ieri +40)

    Veneto 2.816 (+52; ieri +37)

    Emilia-Romagna 5.008 (+43; ieri +40)

    Lazio 1.625 (+39; ieri +34)

     

    Toscana 1.835 (+42; ieri +55)

    Liguria 2.088 (+30; ieri +18)

    Sicilia 860 (+23; ieri +35)

    Puglia 973 (+16; ieri +22)

     

    Marche 1.102 (+8; ieri +11)

    Abruzzo 671 (+10; ieri +15)

    Umbria 242 (+8; ieri +8)

    Friuli-Venezia Giulia 516 (+10; ieri +8)

    Bolzano 379 (+5; ieri +9)

    Sardegna 318 (+5; ieri +15)

    Trento 516 (+11; ieri +12)

    Calabria 169 (+5; ieri +7)

    Valle d’Aosta 240 (+6; ieri +3)

    Basilicata 78 (+5; ieri +1)

    Molise 66 (+4; ieri +1)

     

     

    I 10 ERRORI COMMESSI

     

    Valentina Arcovio per il Messaggero

     

    «Operazione verità». E' quanto chiedono gli oltre 35mila firmatari di una petizione lanciata su iniziativa della Fondazione Hume e di Lettera150 e indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza.

     

    GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

    Nel documento si chiede di individuare «gli errori commessi, non solo perché ciascuno si faccia carico delle proprie responsabilità, ma soprattutto per evitare» di ripeterli. «Perché se dovessimo ripeterli in futuro, domata la seconda ondata, potremmo trovarci a dover fronteggiare la terza», si legge nel documento.

     

    La petizione intitolata «Covid19: il Governo faccia ora quel che non si è fatto prima», ha come primi firmatari Luca Ricolfi e Nicola Grigoletto per la Fondazione Hume, Giuseppe Valditara e Andrea Crisanti per l' Associazione Lettera150. Si è aggiunto all' appello anche il professor Massimo Galli dell' ospedale Sacco di Milano, in prima linea nell' emergenza Covid-19.

     

    LE ADESIONI Tra le migliaia di adesioni spiccano nomi illustri in vari campi.

     

    Dal mondo politico hanno sottoscritto la petizione Maria Stella Gelmini, Claudia Porchietto, Eugenia Roccella, Marco Boato, Andrea Cangini, Carlo Calenda, Guido Crosetto, Gianni Cuperlo, Vittorio Sgarbi. Molte anche le personalità del mondo della cultura: Veronica De Romanis, Elena Loewenthal, Paola Mastrocola, Lidia Ravera, Elisabetta Sgarbi, Susanna Tamaro, Patrizia Zappa Mulas, Giuseppe Bedeschi, Luigi Brioschi, Dino Cofrancesco, Alessandro De Nicola, Ernesto Ferrero, Eugenio Lio, Renato Mannheimer, Giovanni Orsina, Michele Salvati.

    conte speranza conte speranza

     

    Sono dieci le domande elencate nella petizione e «ogni cittadino ha diritto di ricevere le risposte», evidenzia Veronica De Romanis, docente European Economics Luiss, tra i nomi che hanno firmato la petizione. «Sono stati fatti già troppi errori, per cui non si può non essere d' accordo con questa petizione in cui si evidenziano gli errori commessi dall' inizio della pandemia e in cui si chiede di fare chiarezza su cosa verrà fatto in futuro per non ripeterli», aggiunge. Le domande vanno da quanto aumenterà il numero dei tamponi nei prossimi mesi a quando verrà garantito a ogni studente sospetto positivo di ricevere i risultati del tampone entro 48 ore.

     

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    E ancora: si chiede accesso ai dati su morti, ricoverati, guariti, anche a livello comunale; quanti sono e saranno gli addetti al contact-tracing; quanti i posti attrezzati in terapia intensiva, non solo quindi semplicemente i ventilatori che si intendono attivare; e quanti i posti effettivamente disponibili e ancora liberi in Covid-hotel e strutture pubbliche e private per la quarantena di chi non può farla nel proprio domicilio. Infine, nel documento si chiede quando i medici di base verranno messi in condizione di visitare i pazienti, quando si avrà un protocollo nazionale per la cura dei malati, quando tutti i cittadini potranno comprare il vaccino antinfluenzale in farmacia, e quali sono i piano del Governo per far rispettare le misure anti-Covid e per rafforzare il servizio pubblico locale con nuovi mezzi o mediante accordi con operatori privati.

     

    IL PANICO «La situazione di panico generalizzato che, al di là delle chiusure più o meno severe e più o meno tempestive, sta investendo gli italiani in questi giorni, è il frutto amaro degli errori e delle omissioni dei mesi estivi, quando molto si poteva fare e poco è stato fatto», si legge nella petizione in cui si chiede di fare finalmente chiarezza.

     

    «E' importante - commentano Valditara e Ricolfi - una mobilitazione trasversale di tanti cittadini che senza perseguire interessi di parte chiedono al Governo una svolta radicale nella lotta al Covid all' insegna di una più efficiente organizzazione e di maggiore trasparenza».

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