Fabio Tamburini per “Corriere Economia - Corriere della Sera”
BOLLORE HAVAS
Nell' incontro d' inizio agosto, a Roma, entrambi hanno avuto l' impressione che l' accordo sarà più facile del previsto. Vincent Bolloré, presidente di Vivendi, ha confermato la presenza a lungo termine in Telecom come azionista di riferimento e piena disponibilità verso investimenti significativi nella rete a banda larga.
VINCENT BOLLORE
Esattamente quanto interessa al presidente del consiglio, Matteo Renzi, che ha come priorità il piano nazionale per la fibra ottica, considerato decisiva per dare una spinta forte alla ripresa. Sui nuovi equilibri nell' azionariato di Telecom Italia, invece, l' impressione che ne ha tratto il finanziere bretone è netta: Renzi ha un atteggiamento laico e non ha in animo di alzare barricate per difenderne l' italianità. Certo sarà necessario trovare una soluzione che garantisca la salvaguardia di attività sensibili nelle telecomunicazioni del Paese, attualmente custodite soprattutto in Telecom Sparkle, una società del gruppo. Non solo.
MARCO PATUANO
La rete nascente in fibra ottica, secondo il Renzi pensiero, dovrà essere a servizio del sistema, non di un solo operatore. Per il resto potrà prevalere la logica del liberi tutti e, del resto, Telecom Italia è una società privata quotata in Borsa, quindi del tutto autonoma. Il tempo dirà se l' incontro di agosto va considerato l' inizio di una sostanziale intesa.
La presenza di Vivendi in Telecom è considerata da Bolloré una "partecipazione a lungo termine" e, come è stato scritto in una nota ufficiale, la società «ha risorse finanziarie disponibili importanti, circa 10 miliardi di euro di cash», utilizzabili per cogliere «altre opportunità che permettano di rafforzare l' interesse per l' Italia». Tanto che Arnaud de Pyufontaine, amministratore delegato del gruppo, ha ribadito il concetto dichiarando «siamo all' inizio di un viaggio». Le scelte decisive avverranno su due fronti: il rafforzamento del controllo della società e la volontà di andare verso la convergenza tra operatori delle tlc e produttori di contenuti.
GALATERI E FABIO GALLIA ALLA TECHNOGYM
Bolloré giocherà le sue carte per consolidare la partecipazione attuale, intorno al 15 per cento, sia puntando a farsi affiancare da un alleato italiano sia verificando le condizioni per l' entrata in campo di Orange, l' ex France Telecom, da tempo interessata all' operazione. Il coinvolgimento di Orange, che nei mesi scorsi ha confermato la disponibilità ad una intesa strategica con Telecom Italia, parte da lontano.
ARNAUD PUYFONTAINE AD VIVENDI
Lo scenario europeo è caratterizzato dalla tendenza ad una forte concentrazione, che ridurrà significativamente le 140 società attuali. E i francesi, si sa, sono allenati a fare gioco di squadra, a muoversi come sistema Paese. In più a Orange, come a Vivendi, non mancano le risorse disponibili, anche perché la società è rimasta saldamente sotto il controllo di capitale pubblico (come del resto Deutsche Telekom in Germania).
TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA
Per l' Italia, che ha privatizzato Telecom, suonerebbe un po' come una beffa ma un ruolo importante nel tranquillizzare gli animi potrà essere svolto dalla nuova Cassa depositi e prestiti. Un altro tassello, nel nome della convergenza tra tlc e contenuti, è l' alleanza con Mediaset. Il matrimonio si può fare, parola del finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, che si è già messo al lavoro facendo fruttare le relazioni eccellenti con Bolloré e Silvio Berlusconi.