Anais Ginori e Giovanni Pons per “la Repubblica”
vincent bollore vivendi
Il vertice di Telecom Italia, in particolare il presidente Giuseppe Recchi, ha cercato di spegnere l’incendio di una possibile aggregazione con Orange dicendo che al momento nessun dossier è sul tavolo del cda. In effetti nessuno ha pensato che un’operazione del genere possa essere già approdata nel board, tuttavia dietro le quinte si registrano alcuni movimenti che fanno pensare si possa andare in quella direzione, una volta che il colosso francese guidato da Stéphane Richard sarà riuscito a completare la fusione con Bouygues.
stephane richard
La fiammata è arrivata la settimana scorsa, attizzata dalle dichiarazioni di François Hollande e Matteo Renzi, che a conclusione del vertice italo-francese di Venezia hanno risposto in tono positivo all’idea di una fusione tra Orange e Telecom. «L’idea è avere campioni europei in alcuni settori chiave, come le energie rinnovabili, l’industria navale, probabilmente la difesa, e anche le tlc, chi avrà la maggioranza e chi la minoranza lo decideranno le aziende», hanno detto all’unisono.
marco patuano telecom italia
Queste dichiarazioni, secondo quanto ricostruito da Repubblica, trovano la loro ragion d’essere in due antefatti. In primo luogo un incontro, avvenuto circa tre settimane fa, tra il premier italiano, i vertici di Vivendi, Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine, e il presidente della Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna. In quell’occasione Renzi avrebbe ribadito di voler mantenere l’italianità di Telecom, ma allo stesso tempo si è mostrato molto aperto sulla partecipazione di capitali stranieri in aziende italiane, come ha ribadito poi a Hollande.
xavier niel
Ciò che sta più a cuore al primo ministro è lo sviluppo della rete a banda larga sul territorio nazionale, e dunque Renzi ha caldeggiato il raggiungimento di un accordo tra Telecom Italia e Metroweb, che permetterebbe di accelerare il processo aumentando il numero di città coperte con la fibra fino nelle case degli utenti. Su questo tema il contributo della Cdp può essere importante, visto il ruolo di azionista di maggioranza di Metroweb, ma in ogni caso sarebbe da escludersi un intervento della Cdp direttamente nel capitale di Telecom Italia.
berlusconi confalonieri mediaset
Non è chiaro, invece, se Bolloré in quella riunione abbia parlato esplicitamente della possibilità di un accordo con Orange o se abbia soltanto incassato l’apprezzamento per gli investitori esteri che scommettono sull’Italia. Altri elementi, però, fanno pensare che il disegno del finanziere bretone sia quello di diventare quando vi saranno le condizioni e sempre attraverso Vivendi - il primo azionista di un enorme agglomerato franco-italiano che possa includere Orange, Telecom Italia, Bouygues e forse anche Mediaset.
Il cammino verso la realizzazione di questo progetto sarebbe già iniziata, visto che una decina di giorni fa Bolloré e Richard si sarebbero incontrati delineando i contorni dell’operazione e discutendo anche del prezzo a cui il pacchetto del 24,9% di Telecom in mano a Vivendi verrebbe in futuro conferito a Orange in cambio di azioni del nuovo gruppo. I quartieri generali di Orange e Vivendi, interpellati al riguardo, non hanno voluto commentare queste indiscrezioni.
fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan
Ma quante probabilità ci sono che questo disegno vada in porto? La risposta l’ha data lo stesso Richard alla Reuters martedì 8 marzo: «Se un giorno Bolloré mi dicesse “la cosa migliore da fare sarebbe un accordo tra di noi per fare in modo che Orange compri Telecom Italia”, allora noi guarderemmo all’operazione ». Aggiungendo che «non penso che ciò sia nelle sue intenzioni ».
RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE
Una dichiarazione che avvalora la tesi che i due abbiano già parlato dell’operazione ma non si siano ancora trovati sul prezzo. Se a un certo punto anche questa casella andasse a posto la mega fusione potrebbe partire. Il grande escluso, in questa eventualità, sarebbe Xavier Niel che non troverebbe alcun sbocco industriale alla sua incursione finanziaria dello scorso settembre, quando acquistò opzioni Telecom che potrebbero assicurargli un pacchetto del 15%.
Nei mesi successivi Niel ha cercato di imbastire un’alternativa a Vivendi dialogando con l’ad di Telecom Marco Patuano e con Costamagna, ma finora questi sforzi non hanno portato risultati. Inoltre Renzi e il governo italiano avrebbero poche frecce al loro arco per opporsi all’avanzata di Bolloré, visto che la Francia è un Paese europeo e amico anche se l’operazione non darebbe luogo al lancio di un’Opa.
padoan renzi
Con una conseguenza da non sottovalutare: la conquista di Telecom Italia da parte di Orange è sponsorizzata dal governo Hollande anche per il suo valore geopolitico, in quanto i francesi potrebbero accedere a una società come Sparkle, proprietaria dei cavi sottomarini sui quali transitano le comunicazioni tra Europa e Medio Oriente.
RENZI HOLLANDE EXPO