Sara Bennewitz per ‘la Repubblica’
vincent bollore
Bolloré vincitore della campagna d' Africa, dove realizza l' 80% dei profitti operativi, accusa invece numerose perdite nelle scorribande italiche. Il clima su Mediobanca Generali vede il finanziere bretone messo nell' angolo dalla crescente forza di Unicredit - che per quanto guidata da un francese si è spesa pubblicamente per l' italianità del Leone di Trieste - e dalla scarsa simpatia che Bolloré si è guadagnato tra i soci industriali di Piazzetta Cuccia dopo la scalata a Mediaset.
Se anni fa Bolloré era affiancato nel patto della banca d' affari da colossi come Groupama, e spalleggiato dalla galassia Fininvest-Mediolanum, ora le sorti sono rovesciate. Lo stesso vale per la vicenda delle Tv italiane. In molti auspicavano la calata dei francesi su Cologno per svecchiare la tv commerciale e riportare in pareggio la Premium.
vincent bollore
Ma dopo che Vivendi non ha fatto fruttare gli 11 miliardi incassati dalla vendita della francese Sfr e della brasiliana Gvt, e alla luce dei conti in profondo rosso di Canal+, anche gli investitori più negativi sulla gestione di Pier Silvio Berlusconi ora non sono più sicuri che i francesi farebbero di meglio.
BOLLORE BERLUSCONI
Chi lo conosce da tempo dice che Bolloré non è mai stato un imprenditore ma un finanziere buono a fiutare l' affare meno a far proliferare le aziende. Ma anche sugli investimenti finanziari l' Italia è stata avara di soddisfazioni per Bolloré. Vale per le incursioni veloci su Pinifarina e Premafin, ma anche per quote storiche come Mediobanca di cui è socio dal 2002. Bolloré entrò in via Filodrammatici per spalleggiare Vincenzo Maranghi nel dopo Cuccia quando le azioni valevano 11 euro; in questi 15 anni molte cose in Mediobanca sono cambiare, ma non le sorti borsistiche dell' investimento della sua Financiére du Perguet. Neppure su Telecom la musica è stata migliore.
piersilvio berlusconi mediaset vivendi
Quando i francesi nella primavera 2015 si trovano in mano il primo 8% del gruppo di tlc - ricevuto in dote da Telefonica in cambio di Gvt- Telecom viaggia sopra quota un euro. Allora Bolloré, vedendo l' opportunità di migliorare la gestione dando un taglio al debito e ai costi, si porta con Vivendi fino alla soglia d' Opa di Telecom e in parallelo si rafforza nel capitale del colosso francese dei media. Una doppia mossa boomerang, perchè le quotazioni del gruppo telefonico calano, e quelle di Vivendi perdono quota con l' evaporare della cassa e nonostante buy back e dividendi record.
mediaset vivendi 3
E così Vivendi che dal dicembre 2015 è presente nel cda di Telecom, e nell' aprile 2016 ha dato una spallata al vecchio management, finora ha perso il 30% dell' investimento: le azioni pagate in media 1,079 euro, in Borsa ne valgono 0,76. Peraltro quando l' ad Arnaud de Puyfontaine va ripetendo che «Vivendi non controlla né Telecom né Mediaset» per imbonire l' Agcom che dovrebbe terminare la sua indagine a fine marzo, qualcuno a Parigi trema perché avere il 24% di Telecom senza controllare l' azienda, e con una minusvalenza latente del 30%, apre il fianco a aspre critiche o a rettifiche milionarie di bilancio.
de puyfontaine mediaset vivendi
Quanto alla vicenda Mediaset se fino all' estate il gruppo di Cologno pareva pronto a concedere uno sconto pur di sistemare la partita su Premium, ora che la Procura di Milano, l' Antitrust e - a questo punto verosimilmente anche tribunale civile - concordano nel dar ragione al gruppo controllato dai Berlusconi, Fininvest potrà negoziare un nuovo accordo con Vivendi partendo da una base di forza: per assurdo la futura quadratura del cerchio potrebbe costare ai francesi più di quei 600 milioni che lo scorso aprile si erano impegnati a pagare in azioni Vivendi per la pay tv.
Inoltre, se sul 28,8% che Vivendi ha rastrellato di Mediaset c' è una leggera plusvalenza latente (le azioni sono state pagate 3,69 contro i 3,84 euro della Borsa), nessuno può escludere una condanna milionaria, senza contare che dato che sul mercato circolano meno azioni di quelle comprate da Vivendi, rivenderle sul mercato sarebbe impossibile, obbligando i francesi a trovare una sponda con i Berlusconi.