“NIENTE NEGRI” - I CORI RAZZISTI AL PUB DEI TIFOSI DEL VERONA SULLE NOTE DI “IN THE NAVY”, CELEBRE BRANO DEI ‘VILLAGE PEOPLE’, IN UN TRIPUDIO DI BIRRE E BRACCIA ALZATE - IL 3 NOVEMBRE SCORSO IL GIUDICE SPORTIVO CHIUSE IL SETTORE "POLTRONE-EST" E DIEDE IL DASPO AL CAPO ULTRÀ LUCA CASTELLINI PER I BUU RAZZISTI A BALOTELLI – E PRIMA ANCORA I CORI NAZISTI ("SIAMO UNA SQUADRA FANTASTICA, FATTA A FORMA DI SVASTICA") – NEL ’96 QUEL FANTOCCIO IN CURVA CHE RAFFIGURAVA… - VIDEO
Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
striscione tifosi verona
Stavolta il calcio, la partita, la classifica viene dopo. Qualcuno - oltretutto firmandosi - ha deciso di oltrepassare un limite che ritenevamo invalicabile, quello del male assoluto. Per cui penso che la cosa non possa essere risolta con la classica parentesi di web-indignazione o con una multa del giudice sportivo: che prezzo, quale valore economico potrà mai attribuire allo striscione esposto nella notte tra sabato e domenica all’esterno del Bentegodi? Non faccio il moralista professionista, Dio me ne scampi, e con gli anni ho maturato una preoccupante forma di disillusione, che non significa resa però: credo di interpretare l’irritazione non solo di una città, ma di un Paese nel quale non tutto può essere permesso. Non oggi, non con i bombardamenti e i profughi alle porte di casa.
tifosi verona
Non è stato semplice passare sopra “Lavali col fuoco” o “terroni, puzzate di merda”, alcuni dei messaggi più infami esposti dalle nostre curve. Anche cori come “devi morire” rivolti all’avversario a terra sono entrati purtroppo nella penosa treccani degli sfottò da stadio, ma tra “Lavali col fuoco”, che ebbe in risposta “Giulietta è una zoccola”, e le coordinate per bombardare Napoli corre una differenza sostanziale che non può essere ignorata neppure dal più demente dei tifosi.
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Perché non si tratta più di tifo, ma di estremismo. E l’estremismo non sollecita la risata, anche la più idiota. È benzina sul fuoco della violenza. È violenza chiamata, cercata. Se poi aggiungo che si tratta di estremismo idiota non pensate che intenda fornire attenuanti tipo “infermità mentale”, come vorrebbe il giurista, o accolga il suggerimento di certi maestri dei social che ricorrono al paradosso o alla satira per giustificare gli eccessi. No. Trovo invece imbarazzante per i veronesi “normali” il confronto con lo humour partenopeo ormai diventato leggenda.
IVAN ZAZZARONI
Gli ultrà del Bentegodi continuano a sparare idiozie e nessuno di loro, in decennali battibecchi, ha mai pensato a difendere Giulietta. La poverina è rimasta una zoccola e come tale è stata arruolata. E con Romeo, come la mettiamo?
PS. La presa di distanza del Verona è stata tanto opportuna quanto debole poiché generica. Questo il testo del tweet postato nel pomeriggio sul profilo ufficiale: «Hellas Verona FC si fa portavoce, oggi come sempre, di un messaggio di pace, condannando qualsiasi atto, gesto ed esternazione che possano generare - in qualsiasi forma e misura - incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione».
maurizio setti verona
Nessun riferimento allo striscione e a chi se l’è attribuito. Conosco il presidente Maurizio Setti da molti anni, lo considero un amico, ma conosco anche il nostro calcio, le relazioni spesso non volute, subite, che lo complicano e lo insudiciano: so che è un mondo governato dalla paura e la paura è la camera oscura dove si sviluppa il negativo.
2 - «ADESSO COLPITE NAPOLI» LA TRAGEDIA DELLE BOMBE DIVENTA INSULTO DA STRISCIONE
Maurizio De Giovanni per il “Corriere della Sera”
MAURIZIO DE GIOVANNI 1
Bisogna resistere alla solita tentazione, quella di ignorare. Perché le ragioni di voltarsi dall'altra parte sarebbero tante, e tutte buone: non dare rilevanza, non regalare pubblicità, non alimentare risentimenti anche se giustificati, non farci andare di mezzo i tanti, tantissimi (sperabilmente la stragrande maggioranza) che non condividono. Tutto giusto, per carità.
Però a volte la creatività malata degli imbecilli si sposta talmente in là da richiamare inevitabilmente l'attenzione. E si scopre, una volta di più, che stare in silenzio con un condiscendente sorrisetto di superiorità può diventare autolesionista in maniera irreparabile. Lo striscione comparso nella notte a Verona appartiene alla categoria dei messaggi che allargano il territorio dell'idiozia. Non facile, a dire il vero: bisogna avere una certa dose di fantasia, ed essere pronti ad applicarla con pertinace faccia tosta. In sintesi, sullo striscione compaiono le bandiere di Russia e Ucraina, nobilmente affiancate sopra le coordinate geografiche della città di Napoli, come a indicare un opportuno bersaglio missilistico.
bomba a mano lanciata dalle gradinate del bentegodi
La firma «Curva sud» è esplicita, e chiude questa interessante breve narrativa per immagini. Ora, è un fatto che da molti anni la città di Napoli è il bersaglio preferito dell'imbecille ottusità delle peggiori curve d'Italia. Non è necessario che sia in campo la squadra azzurra, né che sia in ballo un risultato sportivo di particolare importanza. Non di rado addirittura le due tifoserie coinvolte si uniscono in beceri cori ostili, che invocano eruzioni vulcaniche, terremoti e malattie epidemiche che possano finalmente cancellare un popolo dalla faccia della terra. In alternativa e più bonariamente, si fa riferimento chissà perché all'igiene personale e al cattivo odore che noi napoletani emaneremmo, da far scappare perfino i cani. Questo malcostume è avallato dalle istituzioni sportive, che arrivano al massimo a comminare una multa di una decina di migliaia di euro alla società ospitante: meno che per un fumogeno, assai meno che per un ululato razzista che pure ha esattamente gli stessi contenuti.
NIENTE NEGRI, IL CORO DEI TIFOSI DEL VERONA
Figurarsi poi lo Stato, sempre così pronto a voltarsi dall'altra parte in territori di altrui stretta competenza. Così, di domenica in domenica, la pancia razzista e vigliacca di questo Paese erutta i propri miasmi senza che nessuno alzi un dito. Tanto, si sa, i napoletani sono abituati a essere insultati da sempre. Goliardia, si dice con un'alzata di spalle. Simpatici sfottò, qualche volta appena sopra le righe. Perfino importanti esponenti di forze politiche, che adesso si propongono come nazionali, tendono a rubricare così questi insulti e questi auguri di sterminio. A noi, francamente, sfugge l'ironia: colpa nostra, evidentemente. Adesso però i limiti della cosiddetta goliardia sono stati frantumati. Con ammirevole precisione, e un aggiornamento invidiabile rispetto alla stretta attualità, chi ha redatto quello striscione scomoda una guerra in corso. Morti, feriti. Bambini straziati, donne incinte sanguinanti.
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Colonne di persone in fuga verso l'ignoto, e dietro di loro colonne di carri armati all'inseguimento. Tutto documentato con rigore da televisioni, siti web e radio. La guerra, quella vera. Perché non sfruttarla per questa meravigliosa occasione, avranno pensato gli allegri burloni della curva sud. Conosciamo e amiamo Verona, una delle città più belle e colte d'Italia. Una città che ospita templi dell'arte e della musica, piena di storia. Non possiamo credere che si accetti, in quel luogo splendido, che il nome amato da Shakespeare sia insozzato da questi imbecilli. La guerra è l'apoteosi della stupidità umana. Si combatte in genere per i confini. State tranquilli, ragazzi, voi non correte questo rischio. La vostra stupidità di confini non ne possiede.
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