- LIBIA: MEDIA,RAID DI TRIPOLI CONTRO LE FORZE DI HAFTAR
haftar
(ANSA) - Almeno secondo un'emittente libica, negli scontri a sud di Tripoli le forze che appoggiano il premier Fayez al-Sarraj hanno usato anche l'aviazione contro l'esercito nazionale libico di cui il maresciallo di campo Khalifa Haftar é comandante generale. "Una fonte militare a Panorama: l'aviazione del governo di Accordo nazionale ha compiuto oggi un raid aereo che ha preso di mira le forze di Haftar ad al-Hira, a nord di Garian", scrive la pagina Facebook della tv.
SARRAJ HAFTAR MACRON
- LIBIA: PORTAVOCE HAFTAR, UCCISI 5 MILITARI
(ANSA) - Cinque militari dell'Esercito nazionale libico (Lna), di cui il maresciallo di campo Khalifa Haftar è (RPT: è) comandante generale, sono rimasti uccisi negli scontri per il controllo della zona a sud e a sud-est di Tripoli fra Tarhuna ed el-Azizia. Lo riferisce il sito Alwasat citando il portavoce dello Lna, Ahmed al-Mismari. Ieri era stata segnalata l'uccisione di almeno un altro militare di Haftar (due, secondo informazioni dell'Associated Press).
- LIBIA: PORTAVOCE HAFTAR, SIAMO A 20 KM DAL CENTRO
HAFTAR E GIUSEPPE CONTE
(ANSA) - Il portavoce dell'Esercito nazionale libico (Lna) Ahmed al-Mismari ha sostenuto che le forze del generale Kahlifa Haftar sono arrivate a 20 km dal centro di Tripoli. "Al-Mismari: l'esercito é 20 km a sud di Tripoli" si legge in un tweet dell'emittente Al Hadath. In giornata fonti ufficiali del Lna avevano sostenuto che é stato preso il controllo di "Wadi el Rabie", ovvero una strada a 20 km in linea d'aria dal lungomare di Tripoli.
- LIBIA: CONSIGLIO SICUREZZA ONU, STOP A AZIONI MILITARI
VINCENZO MOAVERO MILANESI CON IL GENERALE KHALIFA HAFTAR
(ANSA) - I membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu hanno espresso "profonda preoccupazione per le attivita' militari a Tripoli, che mettono a rischio la stabilita' del paese, le prospettive per una mediazione dell' Onu e una soluzione politica globale alla crisi". In una dichiarazione chiedono "all'Esercito Nazionale Libico (Lna) del generale Khalifa Haftar di fermare tutte le attivita' militari", e "a tutte le parti una de-escalation militare perché non puo' esserci una soluzione militare al conflitto".
Hanno poi espresso la volontà di ritenere responsabile chi porta avanti il conflitto, lanciando un "appello a tutte le parti perché riprendano il dialogo e attuino l'impegno ad un'azione costruttiva sul processo politico dell'Onu".
- SOSPETTI LEGHISTI SULLA FRANCIA MA PREMIER E MOAVERO FRENANO
Alberto Gentili e Cristiana Mangani per ''Il Messaggero''
IL GENERALE HAFTAR
«Sarebbe devastante se qualcuno, per interessi economici e commerciali, stesse invogliando la soluzione armata. Ogni riferimento a chi c' è dietro Haftar è puramente casuale». Matteo Salvini, complice il fatto di avere incontrato il suo omologo francese Christopher Castaner e di essere ospite del G7 a Parigi, non accusa apertamente la Francia. Ma il ministro dell' Interno, anche ufficiosamente, fa capire di nutrire il forte sospetto che dietro l' offensiva del generale Khalifa Haftar ci sia proprio Parigi: l' eterno competitor di Roma sulle questioni libiche.
Ma Salvini è solo nella sua offensiva felpata. Dopo che a febbraio, in seguito all' incontro tra Luigi Di Maio e un leader estremista dei gilet gialli, Emmanuel Macron ha ritirato l' ambasciatore, né Giuseppe Conte, né Sergio Mattarella intendono riaprire le ostilità con i francesi. Soprattutto se, come dicono alla Farnesina, «al massimo si ha qualche sospetto, non suffragato da prove certe». «È vero che la Francia - osserva un' alta fonte diplomatica - ha avuto un rapporto privilegiato con Haftar, ma ora quel rapporto ce l' abbiamo pure noi e a quel che ci risulta Parigi in questa fase non ha interesse a un' escalation militare in Libia».
Di certo, c' è che il governo italiano è stato colto di sorpresa dall' offensiva del generale, avversario del presidente riconosciuto dall' Onu Fayez al Serraj. E che ora, con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, lavora a un immediato cessate il fuoco. Con la speranza che l' offensiva delle truppe di Haftar si areni e il generale non riesca ad entrare a Tripoli da trionfatore, defenestrando Serraj. «Haftar sta cercando con questa azione militare di aumentare il proprio potere contrattuale», dice un' altra fonte del governo, «ma in realtà appare tecnicamente impossibile che possa uscire vittorioso. Perché non ha forze sufficienti per abbattere Serraj e perché, come dimostrano le notizie che arrivano dalla Libia, i suoi avversari non gli stanno stendendo davanti un tappeto rosso, anzi...».
LIBIA SCONTRI TRIPOLI
I RISCHI Un ottimismo che deve però fare i conti con la realtà libica, basata su tradimenti, voltafaccia, cambi di schieramento con milizie, ora a fianco di un leader, ora di un altro. E in questo scenario l' Italia, sebbene continui a considerarsi referente privilegiato della Libia, ha pur sempre appoggiato Serraj.
Un leader comunque disarcionato e debole, pressato dai Fratelli musulmani e dai misuratini.
Un' eventuale caduta della Tripolitania potrebbe rappresentare un problema per il nostro paese che ha il 70 per cento degli interessi su quel territorio: dal petrolio al gas dal quale deriva una parte delle nostre forniture. Con l' avanzata di Haftar, che è sostenuto dagli Emirati Arabi, dalla Francia e dalla Russia, il rischio di perdere terreno è evidente. A questo si aggiunge anche la visita recente del premier Conte in Qatar, paese sostenitore delle milizie pro-Serraj e dei Fratelli musulmani. Accordi e amicizie che non aiutano.
eni libia
LA SICUREZZA DELLE AZIENDE Inoltre sono in cantiere diversi altri lavori. Tanto che, davanti alle tensioni in atto, già qualche settimana fa l' ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, aveva chiesto un piano che garantisca la sicurezza dell' azienda che realizzerà i lavori di The Alternative Road (Sahili). L' autostrada dell' amicizia che era stata chiesta da Gheddafi al Governo Italiano quale risarcimento finale per i danni subiti dalla colonizzazione italiana. I 1.700 km che avrebbero dovuto congiungere Rass Ajdir a Imsaad, il confine con l' Egitto, a quello con la Tunisia, per una spesa prevista di 3 miliardi di dollari.