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    “AVEVO UN SENO ESUBERANTE, I COMPAGNI MI INFILAVANO LE PENNE NELLA SCOLLATURA” – AMORI E BOLLORI DI ENRICA BONACCORTI: “SOGNAVO DI ESSERE SOTTILE COME CATHERINE SPAAK. MI VERGOGNAVO DEL MIO SENONE, ME LO FECI RIDURRE IN UNA CLINICHETTA DI PRIMAVALLE. L’INTERVENTO DOVEVA DURARE 2 ORE, DOPO 5 NON ERA FINITO. SONO STATA UNA CRETINA, ERA IL 1981, LE DONNE COMINCIAVANO A RIFARSELO FINTO” – L’IMBARAZZO SUL SET DI PLAYBOY (“MI PAGARONO 2 MILIONI DI LIRE. QUANDO IL FOTOGRAFO MI TOCCÒ UNA GAMBA CACCIAI UN URLO”), IL “FLIRTINO” CON MICHELE PLACIDO, IL COLPO DI FULMINE PER IL PRINCIPE CARLO DI BORBONE, LEI 42, LUI 29 ANNI: “HO ANTICIPATO I TEMPI…” – VIDEO


     
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    Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera” - Estratti

     

    (…)

     

    Cresciuta in caserma.

    enrica bonaccorti foto di bacco enrica bonaccorti foto di bacco

    «Fino a 13 anni, a Genova, papà era colonnello della Polizia ferroviaria. Giocavo a pallone con le guardie, mi mettevano in porta. O a biliardo. L’attendente si chiamava Vincenzo Saetta: “Prima che qualcuno tocchi la bambina, mi devono ammazzare”. Non c’erano altre famiglie, passavo molto tempo da sola.

     

    Ogni macchia sul muro diventava un amico immaginario. C’era la sala della tv, nel 1954 l’avevano giusto gli Agnelli e i militari. E la stanza 14, cella con un tavolaccio inclinato e due coperte. Me la facevo aprire dal piantone e la panca diventava il mio palcoscenico».

     

    La lontananza è davvero come il vento «che spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi?», come ha scritto lei per Modugno?

    «Sì, l’ho sperimentato con il ragazzo che me l’ha ispirata, quando ci siamo trasferiti in Sardegna. Avevo 14 anni e lui 21, studente di Medicina. Rapporto platonico. Non sapevo nemmeno come si facesse l’amore, anche se a mamma arrivò una missiva anonima in cui si diceva che ero incinta. Qualche bacio, tante lettere e niente più. Già donna, gambe lunghe, dicevano che erano le più belle di Sassari».

    enrica bonaccorti enrica bonaccorti

     

    Restò un sogno proibito.

    «Ero fidanzata in casa, con un giovanotto di 23, ricco, laureato, bello, buono e molto religioso, perfetto».

     

    Però?

    «Però non ero presa e mi sentivo in colpa. Siamo tuttora amici. Con l’altro ci perdemmo di vista, eppure qualcosa di impalpabile tra noi è rimasto. Mi tagliavo i capelli e pensavo: “Gli piacerò così?”. L’ho rivisto una volta, abbiamo ballato La Lontananza ».

    enrica bonaccorti ricorda raffaella carra foto di bacco enrica bonaccorti ricorda raffaella carra foto di bacco

     

    Flirt con Michele Placido 

    «Flirtino. Conosciuto pure lui a piazza Navona. Era bello, lo accompagnavo a teatro con la solita 500».

     

    Bellezza vistosa, la sua

    «Con un seno esuberante, fiorito dai 16 in poi. Le continue battute dei ragazzi mi davano fastidio. Mi sentivo cercata solo per quello, io che per distrarli citavo Ungaretti.

    Sognavo di essere sottile come Catherine Spaak, immaginavo di uscire dal mare con la maglietta bagnata sul seno minuto e i capelli lisci, invece li avevo ricci. Per nascondermi curvavo le spalle, i compagni mi infilavano le penne in mezzo alla scollatura».

    enrica bonaccorti enrica bonaccorti

     

    Così decise di ridurlo

    «Immagini di farsi tutti quegli anni, quando andavano di moda i seni appena accennati, con il mio. Quelle come me non venivano prese sul serio, non sembravano intelligenti. Mi sono informata, due giorni dopo ero ricoverata in una clinichetta di Primavalle.

    L’intervento doveva durare 2 ore, dopo 5 non era finito. Mi sono svegliata con un braccio come morto e la lingua che usciva solo a sinistra».

     

    Disperata

    ENRICA BONACCORTI IN OSPEDALE ENRICA BONACCORTI IN OSPEDALE

    «Sono stata una cretina, era il 1981, le donne cominciavano a rifarselo finto. Ma ero felice di avere un seno più piccolo, mi pareva un miracolo. Avevo passato tre provini al teatro Argentina, sarei stata Costanza, la fidanzata di Mozart.In una scena dovevo denudarmi il busto. Ho pensato al mio senone e mi sono decisa».

     

    Rinunciò alla parte

    «Stavo troppo male, mandai un certificato medico. In compenso mi arrivò una telefonata dalla Rai. Mi convocò il capostruttura Brando Giordani. Dovevano lanciare una trasmissione con Piero Badaloni e Mino Damato, volevano una presenza femminile di contorno, per annunciare il santo del giorno. Dopo una settimana Badaloni se ne andò. E il mio ruolo si allargò. Fu la svolta: da attrice a giornalista. Il programma era Italia Sera, il nome lo inventai io. Tre mesi dopo vinsi il Telegatto».

     

    Posò per Playboy

    «Ho perso mio padre a 19 anni, mamma era insegnante, non potevo appoggiarmi a lei, dovevo guadagnare. Facevo teatro, non bastava. Avevo già mia figlia. Però non era una rivista sconcia, accanto alle foto sexy c’erano articoli di Eco, di Arbasino. Lo fecero pure la Berti, la Zanicchi, Sabina Ciuffini. Mi pagarono 2 milioni di lire. Sul set mi vergognavo: quando il fotografo mi toccò una gamba cacciai un urlo».

     

    Sostituì Raffaella Carrà a «Pronto, chi gioca?»

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    «Fui precettata dalla Rai, dopo che Sandra e Raimondo, Claudia Cardinale e Monica Vitti avevano detto di no. La sera prima studiavo come rompermi una gamba contro al divano, pur di non andare in onda. Mi convinse l’avvocato Giorgio Assumma: “Guardati allo specchio e fatti dei complimenti”. Funzionò».

     

    Gianni Boncompagni ci mise il carico da 90.

    «”Non ti preoccupare, andrà tutto malissimo”. Il primo giorno in scaletta c’era un solo gioco, quattro signore di Torino che facevano le investigatrici, i Righeira. Dovevo tirare avanti due ore e mezza.Per riempire il tempo lessi in diretta i messaggi di auguri».

    A «Non è la Rai».

    «Mi preoccupavo per le ragazzine, temevo che restassero deluse. Antonella Elia era la più faticosa, però brava. Yvonne Sciò si legò molto a me».

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    (...)

    Lasciò la tv per amore del principe Carlo di Borbone.

    «Lo vidi entrare in un locale, dopo quattro passi ero già innamorata. “Chi è quello lì?

    Lo voglio, è mio”. Mi invitò a ballare. Colpo di fulmine. Tutte le mie relazioni migliori sono nate così. Sono stati gli anni più belli, dorati».

     

    Pentita di aver mollato?

    «No, ma il lavoro è come un autobus affollato: se scendi, il posto non lo trovi più».

    Lei 42, lui 29.

    «Ho anticipato i tempi.

    Non ci siamo posti il problema, travolti dai sentimenti.

    L’ostacolo non era l’età o che avessi una figlia, ma che fossi divorziata. La sua famiglia era contraria. “Non può trascinare Sua Altezza sui giornali”».

     

    enrica bonaccorti domenico modugno enrica bonaccorti domenico modugno

    Accettò?

    «Rifiutai interviste e copertine, ma i paparazzi ci seguivano. D’estate Charles non usciva nemmeno per tuffarsi in piscina. Mi avvicinai ai fotografi nascosti dietro le siepi. “Perché non ve ne andate al mare?”. “E a fine mese che se magnamo, la sabbia?”».

    La cattiveria ricevuta 

    «Urca, tante. Sarei rimasta volentieri in Rai ma credo che qualcuno non vedesse l’ora di accompagnarmi all’uscita».

    Quella fatta.

    «Non ne sono capace».

     

    Fedele?

    «Purtroppo sì, tradisco solo alla fine, quando voglio chiudere. Tradita io? Lo sarò stata, non me ne sono accorta».

    L’ultimo amore, Giacomo.

    «Insieme 22 anni, è scomparso nel 2021, mi manca tantissimo, lo penso sempre.

    Dolce e gentile. Con lui potevo essere davvero come sono».

     

    Capitolo chiuso?

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    «Spero proprio di non innamorarmi mai più e che nessuno si innamori di me, vorrei stare tranquilla, ho già dato».

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