TOSCANI
Francesco Bonami per La Stampa
Se Curzio Malaparte fosse fra noi, potrebbe scrivere il sequel del suo libro intilandolo però al singolare «Maledetto Toscani» inteso come Oliviero. Infatti da qualche giorno un suo selfie «arricchisce», secondo il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, la collezione del museo.
patrizia-sandretto francesco bonami e opera di cattelan
Sinceramente più che arricchire intristisce vedere che uno dei più grandi fotografi commerciali che la storia della moda e della pubblicità abbia mai avuto, arrivato in età saturnina, si abbandoni eccessivamente alla banalità.
Se c' è una cosa che non è mai stata all' apice della creatività di Toscani è l' essere banale. Scandaloso sì, ma banale no. Purtroppo lo scandalo è una droga che, quando non si riesce più ad avere o a creare, porta alla crisi di astinenza. Per curarla si ricorre alla banalità, che è come il metadone per la droga.
C' è anche un altro problema con Toscani.
ANDY WARHOL OLIVIERO TOSCANI
Ha confuso la sua potenza di grande comunicatore con l' arte. Il grande artista, qui sta la vera differenza con il bravo fotografo e pubblicitario, sa fermarsi, sa selezionare le proprie idee, sa risparmiarsi. Il grande artista fa quello che nella religione ebraica si chiama «Tzimtzum», ovvero una contrazione, un passo indietro.
Quello che, secondo la Kabbalah, Dio fece creando il mondo, affinché la sua creazione potesse avere la sua voce. Toscani non sa più, forse non ha mai saputo praticare lo «Tzimtzum». Così, oramai da un bel po', nel suo lavoro non si sente più la voce del mondo e della società ma solo la sua.
COPERTINA DEL LIBRO DI OLIVIERO TOSCANI MORIREMO ELEGANTI jpeg invito dibattito web calendario toscani vera pelle
Come se, guardando il cielo stellato, si sentisse la voce di Dio che dice «hai visto come sono stato bravo». La grandezza e il mistero dell' universo si ridurrebbero alla banalità dell' io.