Mario Luzzatto Fegiz per il Corriere della Sera
L' artista di «Una rotonda sul mare», «Spaghetti, insalatina e una tazzina di caffè» era sparito da anni. Colpito da quella che è la peggior punizione per un cantante: la sordità.
fred bongusto
Nel corso dei decenni centinaia di coppie hanno confessato di essersi innamorate ballando guancia a guancia «Una rotonda sul mare» cantata da Fred Bongusto, grandioso interprete e musicista romantico, stile da crooner, la cui marcia in più rispetto a coetanei come Nicola Arigliano, Teddy Reno, Emilio Pericoli e Peppino di Capri (un' amicizia che portò anche ad un' alleanza artistica) era il legame stilistico col Sudamerica.
Legame che lo portò a collaborare, tra gli altri, con artisti come Vinícius de Moraes, Antônio Carlos Jobim e João Gilberto, dei quali, nel repertorio sussurrato e accattivante di Bongusto, figurano classici come «Garota de Ipanema», «A Felicidade», «Samba de Orfeo».
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I suoi modelli artistici erano Gershwin, Louis Armstrong e Nat King Cole. Fu amico e incrociò la sua carriera anche col jazzista Chet Baker.
Nato a Campobasso il 6 aprile 1935, visse gran parte della sua vita, quando non era in tour, a Sant' Angelo d' Ischia, solcando il mare col suo entrobordo Riva, un gioiello tutto di legno pregiato.
Inizia a suonare la chitarra in piccoli locali. Il debutto discografico avviene negli anni del boom economico. E degli anni Sessanta è rimasto il simbolo con brani come «Spaghetti a Detroit», «Accarezzame», «Frida», «Malaga» (incisa anche da João Gilberto). E nel decennio successivo con le colonne sonore di vari film come Matrimonio all' italiana , Malizia , Un dollaro bucato e Fantozzi contro tutti
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Dopo due apparizioni nel 1965 («Aspetta domani») e nel 1967 («Gi»), nel 1986 partecipa a Sanremo con «Cantare» e tre anni dopo torna con «Scusa». Il Festival, ha annunciato ieri il conduttore e direttore artistico Amadeus, gli dedicherà un tributo.
Nella sua lunga carriera Bongusto ha frequentato molti generi musicali, sempre restando un italiano caldo, melodico e confidenziale. La sua versione di «Guarda che luna» resta un capolavoro di classe e atmosfera. «Tre settimane da raccontare» è ancor oggi un simbolo dell' estate anni Settanta. I suoi dischi avevano copertine allusive non sempre di... buon gusto: ad esempio la nudità femminile esagerata di «Lunedì» del 1979.
Fra i momenti migliori della sua carriera, l' alleanza artistica con l' amico-rivale Peppino di Capri nell' agosto 1995. Nello show, tenutosi nel porto di Sant' Angelo, Bongusto dette fondo a tutto il suo vasto repertorio romantico: «Amore fermati», «Tre settimane da raccontare», «Sei bellissima», «Indifferentemente», «Frida», «Non dimenticar» e, in duetto con di Capri, «When I Fall in Love» di Nat King Cole, punto di riferimento comune fra i due.
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Sempre nel '95, Fred incise a sorpresa un brano, scritto con Califano, che era una invettiva violentissima contro i cantautori. Titolo: «Ma dove sei...», che cominciava così: «Un insulto lungo una vita, una maschera da poeta senza mai esserlo/ Generoso, ma solo a patto che un fotografo col suo scatto fissi la tua bontà... che fine hai fatto cantautore, non hai più niente da raccontare». E in una intervista al Corriere rincarò le dosi attaccando Guccini, Bob Dylan, ma soprattutto De Gregori: «Da musicista ho sempre considerato vergognoso il livello delle canzoni lanciate da questi signori. Prenda ad esempio uno dei più grandi successi di De Gregori, "Buonanotte Fiorellino". È musicalmente banale, elementare.
Un' offesa a chi come me ha vissuto per 30 anni di musica vera, quella che ha spessore, dura nel tempo e non ha bisogno di sponsor politici». De Gregori replicò pacatamente spiegando che era un errore «dividere la musica per generi e compartimenti stagni».
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Curiosa e semplice la vita sentimentale di Bongusto. Si era sposato con l' attrice Gabriella Palazzoli (mancata quattro anni fa), dalle cui prime nozze con l' attore americano John Drew Barrymore era nata una bimba, Blyth Dolores Barrymore. Bongusto l' ha cresciuta come se fosse sua figlia, dandole anche il suo cognome. È stata lei ad accudirlo fino alla fine.
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