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    SE SCOPPIA UNA GUERRA NUCLEARE, SOLO I RICCHI SI SALVERANNO - BOOM DI RICHIESTE DI BUNKER ANTIATOMICI DA PARTE DI AZIENDE E PRIVATI - UN RIFUGIO, CHE DOVREBBE AVERE UNA SUPERFICIE INTERNA ALMENO FRA 25 E 30 METRI QUADRATI E COLLOCATO A UNA PROFONDITÀ DA 1 METRO E MEZZO A 3 METRI, COSTA INTORNO AI 2500-3000 EURO AL METRO QUADRO OLTRE AD ARREDAMENTO, ACQUA, CIBO, ELETTRICITÀ E CARBURANTE…


     
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    bunker antiatomico 1 bunker antiatomico 1

    Mirko Molteni per “Libero quotidiano”

     

    A causa delle tensioni fra Russia e Nato, le paure di guerra atomica tornano a turbare i sonni degli occidentali e negli ultimi giorni si assiste a un aumento di ordinazioni di rifugi antiatomici privati ad aziende specializzate, come l'italiana Minus Energie di Mantova, le americane Rising S del Texas e US Buildings Group e la britannica Subterranean Spaces.

     

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    Tutte concordi nell'affermare che, nella maggioranza dei casi, chi ordina un bunker per proteggere la propria famiglia è proprietario di una casa indipendente e lo fa installare o sotto le cantine oppure in giardino. Un bunker privato per una famiglia media, da tre a sei persone, dovrebbe avere una superficie interna compresa almeno fra 25 e 30 metri quadrati e verrebbe collocato a una profondità da 1 metro e mezzo a 3 metri, contando ovviamente dalla superficie al margine superiore del blocco abitativo.

     

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    Considerato che il costo si aggira sui 2500-3000 euro al metro quadro, il prezzo potrebbe oscillare fra un minimo di 62.500 e un massimo di 90.000 euro, ma chiaramente varia anche in funzione degli allestimenti interni e della grandezza poiché se la superficie aumentasse a 100 mq si andrebbe su cifre di 300.000 euro.

     

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    Prezzi grossomodo in linea con quelli statunitensi, valutati fra 70.000 e 240.000 dollari. Requisiti fondamentali, che le aziende soddisfano prendendo a modello la normativa svizzera che fin dal 1963 obbliga le case residenziali ad avere un proprio bunker, sono pareti in cemento armato dello spessore fra 30 e 80 cm, una porta blindata e tagliafuoco spessa 20-30 cm e un'altra porta studiata per assicurare il ricambio d'aria con un sistema di filtraggio NBC, cioè in grado di captare aria dall'esterno depurandola e filtrandola da ogni possibile contaminante di tipo nucleare, vale a dire polveri radioattive, biologico e chimico.

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    ACQUA ED ELETTRICITÀ

    Il tutto dev' essere corredato di un arredamento spartano e funzionale come brandine o letti a castello per dormire, un tavolo con sedie e una cucina elettrica per cucinare. La corrente elettrica va attinta sia da un collegamento con la rete, finchè disponibile, sia da un sistema autonomo basato su un gruppo elettrogeno, generalmente funzionante a benzina o gasolio. Chiaramente va tenuto in conto che il bunker deve prevedere anche lo spazio per una scorta di carburante e per una cisterna d'acqua da qualche migliaio di litri, il che, per esempio, si traduce in un ingombro di 3-4 metri cubi se ci si vogliono riservare almeno 3000-4000 litri d'acqua.

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    Parte dello spazio va poi assegnata a scorte consistenti di cibo in scatola, le uniche abbastanza durevoli da poter essere tenute sempre pronte all'occorrenza. Il tempo di permanenza necessario a sopravvivere in rifugio a un attacco nucleare dipende da molti fattori, soprattutto la distanza dall'epicentro dell'esplosione e la direzione del vento nel giorno dell'attacco. In un'area sopravento rispetto all'esplosione atomica la ricaduta di polveri radioattive, il cosiddetto fallout, potrebbe essere scarsa, mentre nelle zone sottovento è massima.

     

    Molti elementi radioattivi decadono in 48 ore, altri dopo mesi, ma in genere, se non si è troppo vicini alla zona bombardata, potrebbe essere sufficiente restare nel rifugio per alcuni mesi. I tempi di costruzione per un bunker privato sono di circa due mesi, al netto della burocrazia italiana per i vari permessi. Le caratteristiche dei rifugi "popolari" sono portate all'estremo nei grandi bunker governativi e militari.

    bunker antiatomico norad1 bunker antiatomico norad1

     

    USA, ITALIA, RUSSIA

     Il più noto rifugio antiatomico al mondo è forse l'enorme complesso statunitense del quartier generale sotterraneo del NORAD, il centro operativo per la Difesa Aerospaziale del Nordamerica, incavernato all'interno di un monte, la Cheyenne Mountain del Colorado. È costituito da ben 15 complessi in cemento armato di tre piani, vere palazzine collegate fra loro da 12 tunnel principali, che coprono una superficie complessiva di 2 ettari e sono stati costruiti in enormi spazi scavati nel granito a una profondità di oltre 600 metri.

     

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    Le "palazzine" sotterranee del NORAD poggiano su martinetti antisismici per ammortizzare le possenti onde d'urto di un'esplosione termonucleare della potenza di 30 megatoni (3000 volte Hiroshima). Gli accessi al megabunker avvengono tramite due ampie porte corazzate principali, chiuse da portelli pesanti 25 ton. ciascuno, in grado di resistere alla vampata di calore e alla forza meccanica di un ordigno diretto.

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    Tutte le apparecchiature elettroniche sono schermate da impulsi elettromagnetici esterni e le scorte di combustibile per i gruppi elettrogeni, cibo e acqua (20 milioni di litri) sarebbero sufficienti a sostenere 400 persone per un mese in totale autonomia. In Italia, fin dall'epoca del fascismo era stato realizzato un grande rifugio antiaereo nelle viscere del Monte Soratte, a 44 km da Roma, costruito fra il 1939 e il 1943 su una superficie totale di 25.000 mq.

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    Mussolini non vi si rifugiò mai e venne occupato solo per alcuni mesi dai tedeschi fra '43 e '44. Riutilizzato nel dopoguerra come polveriera, fu trasformato in bunker antiatomico con lavori durati dal 1967 al 1972, per fornire rifugio alle più alte cariche dello Stato italiano. È un'opera sviluppata lungo un tunnel lungo 1300 metri strutturato internamente su tre piani, e dalla profondità variabile fra 250 e 315 metri al di sotto del manto roccioso della montagna.

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    Fu utilizzato dalle forze armate fino al 2008, dopodichè è di fatto diventato una sorta di museo. Poco si sa invece dei bunker antiatomici della Russia, soprattutto di quello costruito sotto il monte Yamantau, negli Urali, i cui lavori risultavano già iniziati nel 1996 e figurarono in corso almeno fino al 2003, quando Putin era al potere ormai da tre anni. Voci non confermate di fonte Usa parlano di una capienza enorme, fino a 60.000 persone.

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