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    ENERGY IN THE U.K. - BORIS JOHNSON HA PRESENTATO IL NUOVO PIANO ENERGETICO CHE PREVEDE 7 NUOVE CENTRALI NUCLEARI ENTRO IL 2050 - IL PIANO MIRA AD AUMENTARE L'INDIPENDENZA ENERGETICA DEL PAESE E AD AFFRONTARE L'AUMENTO DELLE BOLLETTE A CAUSA DALLA GUERRA  - LA STRATEGIA BRITANNICA INCLUDE ANCHE UN AUMENTO DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA EOLICA, IDROGENO E SOLARE PER OTTENERE IL 95 PER CENTO DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI A BASSE EMISSIONI DI CO2 ENTRO IL 2030...


     
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    Da “Libero quotidiano”

     

    Di fronte all'impennata delle bollette, l'Inghilterra risponde con un nuovo piano energetico che prevede 7 nuove centrali nucleari entro il 2050. Il primo ministro Bris Johnson ha annunciato ieri con un videomessaggio le nuove misure, finora rinviate a causa dei contrasti in seno al consiglio dei ministri sui finanziamenti. La guerra in Ucraina, con il conseguente caro-bollette, ha dato la spinta decisiva.

     

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    Per le famiglie meno abbienti è previsto un pacchetto di sussidi da 9 miliardi di sterline; a livello stretegico, invece si rilancerà l'uso delle residue riserve nazionali d'idrocarburi nel Mare del Nord. Soprattutto, si allargherà la rete d'impianti nucleari civili sull'isola. In totale, il Regno Unito pianifica di avere 7 centrali in più entro il 2050. Per il primo ministro si tratta di un «ritorno a casa» del nucleare nel Paese che per primo ha realizzato la scissione dell'atomo».

     

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    Una tradizione che i governi precedenti (a cominciare dagli ultimi guidati dal Labour) avevano «accantonato» su spinta dei movimenti ambientalisti. Boris Johnson, al contrario, la ripropone per «garantire un'energia pulita e sicura alla popolazione britannica e alle generazioni future». Il piano mira ad aumentare l'indipendenza energetica del Paese e ad affrontare l'aumento delle tariffe accentuato dal conflitto in Ucraina.

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    La strategia britannica include anche un aumento della produzione di energia eolica, idrogeno e solare. Il progetto del governo britannico, inoltre, punterà a ottenere il 95 per cento della produzione di energia elettrica da fonti a basse emissioni di CO2 entro il 2030.

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