BORIS JOHNSON
(ANSA) - Travolto sulla scena politica dal cosiddetto scandalo Partygate sui ritrovi organizzati a Downing Street ai tempi della sua premiership in sospetta violazione delle restrizioni anti Covid allora in vigore, Boris Johnson ha trovato una nuova tribuna per fare sentire la sua voce già a partire da domani.
Ha infatti raggiunto un accordo per pubblicare un corsivo alla settimana sul Daily Mail, popolare tabloid filo-conservatore da sempre vicino alle sue posizioni: sulla Brexit e non solo. La forma del contratto con l'ex premier Tory, in passato giornalista di fama per varie testate, sta già suscitando polemiche e interrogativi.
Alimentati pure dall'Advisory Committee on Business Appointments (Acoba) organismo indipendente al quale gli ex membri del governo in teoria devono chiedere "consiglio" prima di accettare un lavoro nei due anni successivi alla loro uscita dall'esecutivo.
"Firmare commenti per un giornale non è considerato un problema significativo" in termini di opportunità e il via libera è pressoché sempre scontato, ha ammesso una portavoce dell'organismo a nome del suo presidente, lord Eric Pickles.
BORIS JOHNSON
Ma non senza definire "inaccettabile" il fatto che BoJo abbia ignorato il Committee per la seconda volta in pochi anni: come nel 2018 quando, dopo essersi dimesso da ministro degli Esteri e prima di divenire premier, sottoscrisse senza consultarsi una collaborazione da 275.000 sterline annue con il Daily Telegraph.
Per quella vicenda egli subì una reprimenda formale dall'Acoba, che tuttavia - consigli o rimproveri scritti a parte - non ha alcun potere d'imporre i propri suggerimenti o di punire ministri e parlamentari, sia in carica sia ex. Johnson, costretto a dimettersi venerdì anche da deputato per sfuggire al verdetto della commissione parlamentare bipartisan che frattanto lo ha riconosciuto colpevole d'aver mentito a suo tempo alla Camera dei Comuni sul Partygate, avrà in ogni caso grazie al Mail un'opportunità in più per riprendere fin da subito la battaglia volta a provare a destabilizzare i suoi avversari.
boris johnson brinda a downing street il 13 novembre 2020
A iniziare dalla commissione che a suo dire l'ha condannato al culmine di una "caccia alle streghe"; per finire con i congiurati interni al Partito Conservatore - incluso il suo successore Rishi Sunak - a cui imputa la propria caduta.
boris johnson davanti alla commissione sul partygate