Selvaggia Lucarelli per il “Fatto quotidiano”
selvaggia lucarelli
Un giorno ci chiederemo quale sia stata la stella polare, la guida ferma, la figura di riferimento in questo periodo storico di paura ed emergenza, e di sicuro non ci verrà in mente il capo della Protezione civile Angelo Borrelli.
Per carità, brava persona, come si dice in questi casi, però diciamo che il suo maglioncino blu col colletto dai bordi tricolore non è esattamente la corazza smaltata del guerriero. Borrelli è il dopo Bertolaso come Monti è stato il dopo Berlusconi, come Gentiloni e Zingaretti sono stati il dopo Renzi, come la triglia boccheggiante sul bagnasciuga è il dopo tsunami. Borrelli è la quiete durante la tempesta. Io lo guardo arrivare con la sua aria bonaria nella sala dove si svolge la conferenza stampa della Protezione civile (a tutti gli effetti l' ultimo programma tv ad avere ancora il pubblico in studio) e quando aprono i microfoni ai giornalisti per le domande vorrei sempre che qualcuno gli domandasse "Tutto bene? A casa come va? Le serve qualcosa dal supermercato accanto?".
ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE
Ecco, mi verrebbe da domandare a Borrelli come stia lui, non come sta il Paese. Borrelli è anche quello che quando Bertolaso si è preso il Covid, s' è ammalato pure lui, per empatia.
Aveva solo la febbre, tipo quei mariti che ingrassano insieme alle mogli durante la gravidanza.
Anche perché Borrelli nasce contabile, Borrelli ha lavorato nella Ragioneria di Stato, Borrelli è uno che di numeri dovrebbe intendersi e invece il suo appuntamento con i numeri è un capolavoro di approssimazione in cui lui stesso sa che i morti sono di più, i contagiati sono di più, i guariti sono anche i dimessi non guariti quindi sono di meno, i tamponati sono anche i tamponati la seconda e terza volta quindi sono boh, quelli in terapia intensiva forse sono gli unici numeri veri, sempre che Borrelli non legga la riga sbagliata.
ANGELO BORRELLI
Verrebbe anche da ridere se non fosse triste vederlo quotidianamente sbugiardato da politici, scienziati, giornalisti e perfino da se stesso, che in un moto di onestà è perfino riuscito a darsi torto da solo riconoscendo: "Il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile". E quando gli è stato fatto notare che nel bollettino allora sarebbe meglio dare i numeri da giocare al Superenalotto, ha risposto che magari sono numeri imperfetti ma comunque ha promesso a se stesso di dire sempre la verità. Dunque da domani posso dire "Io sono Sophia Loren" e sostenere che non sia una boiata, ma una dichiarazione imperfetta.
borrelli
Poi uno si stupisce se gli hanno rifilato le mascherine fatte con la carta igienica a un velo dell' Eurospin. Però è una brava persona, dicevamo all' inizio. E questo sicuramente lo tiene al riparo dalle critiche più feroci, perché a mettere in fila le sue risposte scialbe, evasive, grossolane, viene da chiedersi come mai, dai media, sia stato crocifisso in sala mensa o in sala stampa meno di altri. Come dimenticare quando per spiegare la quantità spaventosa dei morti, in Italia, non ha trovato di meglio che dire "ne abbiamo più della Cina perché è a causa della nostra longevità".
O quando quel 3 marzo lesse il numero dei morti aggiungendo "Però voglio precisare che si tratta di ultra-ottantenni e di un ultra settantasettenne". I famosi ultrasettantasettenni. Memorabile anche la sua risposta a chi gli ha domandato come mai non si sia chiusa la zona di Alzano: "Non si è chiusa solo la zona di Alzano, ma di tutta la Lombardia! Non c' è stata nessuna difficoltà nel gestire la vicenda bergamasca!".
angelo borrelli
Che è come dire: "Nel momento in cui stava per uscire l' acqua dalla vasca noi non abbiamo chiuso l' acqua, abbiamo impermeabilizzato i muri di casa! Ma c' è di meglio. O forse di peggio. È di fronte a un' altra domanda precisa che Borrelli rivela la sua impalpabilità. La giornalista, qualche giorno fa, gli dice che ha letto quello che era il piano anti-pandemia del governo per la Sars. Domanda a Borrelli che fine abbia fatto quel piano e perché dal 30 gennaio, quando è stata dichiarata l' emergenza, sia stato ignorato. Lui: "Per quello che ne so io era un piano per le pandemie influenzali, quando è venuto fuori che era un' epidemia da Coronavirus il ministero della Salute ha istituito una task force per capire come fronteggiare il virus.
Quindi poi si è arrivati al piano di contrasto con l' incremento della terapia intensiva.
Poi io i dettagli non li conosco".
La giornalista non molla. "Ma scusi era un piano per le pandemie tipo Sars. Cosa è stato fatto il mese che ha preceduto lo scoppio dell' epidemia?".
Lui: "È un virus nuovo, come si può immaginare di mettere in piedi un piano per un virus che non si conosce? Sono dettagli che non sono nelle mie competenze, come non lo è la pianificazione di contrasto". Illuminante. Il capo della Protezione civile che dice, nell' ordine:
ANGELO BORRELLI
A) la Protezione civile non ha alcun coinvolgimento nell' organizzazione di un piano di prevenzione per proteggere i civili. Dunque si chiama "protezione civile" ma potrebbe chiamarsi anche "Comodino" o "Johnny Depp"; B) l' aumento dei posti letto in terapia intensiva è IL piano di prevenzione;
C) quelli per la Sars erano piani per le pandemie influenzali, quindi non sa che Sars fa parte della famiglia dei Coronavirus; D) i piani di prevenzione esistono solo per malattie già conosciute, quindi secondo Borrelli prima ci facciamo infettare tutti, poi vediamo che si può fare per prevenire. Insomma, una brava persona Borrelli. Una di quelle persone che però se hai bisogno di aiuto, ecco, magari chiami qualcun altro.
selvaggia lucarelli