1 - SPREAD BTP-BUND POCO MOSSO A 284 PUNTI
(ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund tedesco viaggia poco mosso a 284,4 punti, contro i 283 della chiusura di ieri. Il rendimento del Btp a 10 anni è pari al 4,351%.
2 - BORSA: LISTINI UE DEBOLI, A MILANO (-0,4%) REALIZZI SU BANCARI
Radiocor - I listini europei hanno aperto deboli con gli operatori che restano prudenti in attesa dell'inizio della stagione delle trimestrali negli Stati Uniti e della riunione della Bce giovedi'. A Milano il Ftse Mib cede lo 0,36% e il Ftse All Share lo 0,39%. A Piazza Affari si registrano diverse prese di beneficio sui bancari con Mps che arretra del 3,47%, Intesa Sanpaolo dell'1,78% e Bpm dell'1,27%.
Giu' anche Autogrill che perde il 2,83%. Svetta, invece, Generali (+1,25%) dopo che la compagnia ha annunciato che acquisira' dal gruppo di Petr Kellner per 2,5 miliardi di euro il 49% della jv Generali Ppf Holding (Gph), di cui Trieste gia' detiene il 51%. Sul mercato dei cambi, l'euro scambia a 1,3118 dollari (1,3105 ieri) e a 114,6 yen (114,86) mentre il rapporto fra dollaro e yen si attesta a 87,375 (87,62). Per quanto riguarda il petrolio, il Wti cede lo 0,05% a 93,14 dollari
Spread3 - GENERALI: PARTE BENE IN BORSA (+1,1%) DOPO ACCORDO CON PPF
(ANSA) - Avvio positivo in borsa per Generali dopo l'annuncio dell'accordo per rilevare la joint-venture con Ppf. Il titolo avanza dell'1,11% a 14,51 euro, in testa all'indice Ftse Mib.
4 - BENZINA: ANCORA AUMENTI, RITOCCHI PER IP E TOTALERG
(ANSA) - Ancora ritocchi al rialzo per i carburanti. Dopo gli aumenti di ieri, secondo quanto rileva Staffetta Quotidiana, oggi si registrano le mosse di Ip e TotalErg. Per la prima c'é un rialzo di un centesimo al litro su entrambi i prodotti (rispettivamente a 1,830 e 1,766 euro), mentre la seconda ritocca all'insù solo il prezzo della verde (+0,5 centesimi a 1,829 euro). La media nazionale della benzina alla pompa in modalità servito è dunque ormai vicina a 1,81 euro.
5 - LA SVALUTAZIONE SEA MANDA IN ROSSO ASAM
Ch.C. per il "Sole 24 Ore" - Con la vendita del 14,56% della Sea a F2i, la Provincia di Milano ha evitato lo sforamento del Patto di Stabilità, ma è stata costretta a una nuova minusvalenza, dopo quella da 235 milioni sulla Serravalle che aveva mandato in profondo rosso il bilancio 2011. A valle della cessione, l'assemblea della holding provinciale Asam ha infatti fatto il punto sulla situazione finanziaria che, allo scorso 27 dicembre, evidenziava una perdita di 16 milioni. Il motivo? Come riportato da Radiocor, una rettifica di 12,4 milioni sulla quota Sea, iscritta a bilancio per 159 milioni, messa all'asta per 160, ma poi venduta a 147. Un valore «coerente con quello indicato dagli analisti al fine della recente ipotesi di quotazione del gruppo», precisa il bilancio, ma anche ben distante dalla forchetta 191-215 milioni indicata dall'impairment test effettuato per il bilancio 2011.
6 - LE QUOTE PREMAFIN DEI FRATELLI LIGRESTI
An.Giac. per il "Sole 24 Ore" - Novantuno milioni di euro di svalutazioni complessive sui tre pacchetti, ciascuno del 10% circa, detenuti nella Premafin prima dell'operazione di accorpamento con Unipol e presa di controllo di Fonsai. Il pesante writeoff ha segnato gli ultimi bilanci chiusi a fine 2011 e depositati nei giorni scorsi delle tre holding lussemburghesi con cui i figli di Ligresti, Giulia (Canoe Securities), Jonella (Hike Securities) e Gioacchino Paolo (Limbo Invest) detenevano azioni della holding quotata a monte del gruppo assicurativo. Iscritti a un valore identico nei tre bilanci (36,5 milioni circa) i pacchetti hanno subito una svalutazione variabile fra i 30,3 e i 30,5 milioni che ha determinato il rosso finale, anche in questo caso identico nei tre veicoli, visto che ciascuno ha perso 30,4 milioni.
7 - ADDIO DI VIRGIN STORE AGLI CHAMPS ELYSÉES
M.Mou. per il "Sole 24 Ore" - Dopo la farmacia, la Posta, 15 sale cinematografiche - e in attesa che Tiffany prenda il posto di Quick - anche il Virgin Store sta per dire addio agli Champs Elysées. Venticinque anni dopo l'inaugurazione del «più grande negozio di musica al mondo», il fondo francese Butler Capital Partners, proprietario dal 2008, ha deciso di gettare la spugna.
Sommerso dai debiti, con un fatturato in continuo calo (complice la progressiva "dematerializzazione" del settore) e a fronte di un costo dell'affitto ormai insostenibile: gli Champs - 30 milioni di turisti stranieri all'anno, 300mila persone al giorno - sono la terza strada più costosa del pianeta, con contratti che possono arrivare a 18mila euro al metro quadrato. Simili prezzi se li possono ormai permettere solo i grandi marchi del lusso e i colossi internazionali del largo consumo.