Flavio Bini e Raffaele Ricciardi per www.repubblica.it
Ore 16:55. La tempesta perfetta sui mercati: non solo l'espansione del coronavirus in Italia ed Europa in genere, ma anche la guerra del petrolio aperta dal mancato accordo tra Opec e Russia sui tagli alla produzione di greggio per sostenere il prezzo del barile.
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Va in scena un lunedì tremendo per le Borse occidentali: Piazza Affari affonda e con l'apertura ampiamente negativa di Wall Street arriva a perdere l'11,5 per cento. Poi il Ftse Mib di Milano risale leggermente e perde il 9,08%, mentre lo spread tra Btp e Bund tedeschi supera la soglia dei 222 punti base, dalla chiusura sotto 180 di venerdì scorso, con il rendimento dei decennali italiani che sale oltre l'1,3 per cento. In un messaggio che tenta di rassicurare, il Tesoro dice che si impegnerà "affinché venga approntato in tempi rapidi un pacchetto di misure dell'Unione Europea in coordinamento con l'intera comunità internazionale".
coronavirus e mercati
Dei quaranta titoli che compongono il Ftse Mib, il listino principale della Borsa di Milano, fioccano i ribassi in doppia cifra percentuale, con le società petrolifere come Eni e Saipem che vedono un rosso di oltre 20 punti percentuali. Nel resto d'Europa, Francoforte cede il 6,85%, Londra il 6,78% e Parigi arretra del7,03per cento. Wall Street segna subito il calo-limite del 7% e le contrattazioni vengono sospese per quindici minuti: una misura che non scattava dalla crisi post-Lehmann Brothers. Dopo l'avvio choc, i listini restano in profondo rosso ma con variazioni meno marcate: il Dow Jones perde il 4,9% e il Nasdaq il 4,3%.
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Milano, protagonista come tutti i listini azionari di un 2019 caratterizzato da fortissimi rialzi, torna così a livelli dell'inizio dello scorso anno. Per ritrovare un ribasso percentuale nell'arco di una sola seduta bisogna invece tornare al giugno 2016, quando all'indomani del referendum sulla Brexit il Ftse Mib chiuse a -12,46%.
Rep
La Consob intanto fa sapere che non è in programma uno stop alle contrattazioni dal momento che l'autorità "non ha evidenza che gli andamenti della Borsa italiana siano riflesso di attacchi speculativi, salvo che non si voglia attribuire a questo termine la reazione degli operatori alle incertezze sul futuro generate dagli effetti del coronavirus sull'economia".
PIAZZA AFFARI
Già in Oriente le vendite sono scattate a raffica, durante la notte. Alla luce di questi scossoni, la Federal Reserve - che nei giorni scorsi ha tagliato il costo del denaro - ha fatto sapere che aumenterà da un minimo di 100 a uno di 150 miliardi di dollari al giorno l'importo che inietta quotidianamente sul mercato monetario, fino al 12 marzo per i prestiti overnight (repo). L'importo per le operazioni di due settimane sarà aumentato anche per le operazioni bisettimanali, da almeno 20 miliardi di dollari ad almeno 45 miliardi di dollari. Prende la parola anche il Fondo monetario internazionale, che chiede "una risposta internazionale coordinata" e che "le Banche centrali siano pronte ad agire".
un commerciante in un mercato di hong kong
Il crollo del petrolio e dei mercati azionari
Dopo una minima stabilizzazione, il petrolio ha visto le quotazioni crollare di nuovo sui mercati asiatici: il barile di greggio Wti - la qualità americana - ha scontato un ribasso fino al 33 per cento. Una mazzata che non si vedeva dal 1991, ai tempi della Guerra del Golfo, che l'ha portato a vedere quota 27,3 dollari al barile, minimi dal 2016, salvo poi risalire oltre i 30 dollari.
giuseppe conte a piazza affari 7
La guerra del greggio si è acuita nel fine settimana, trascinando già in ribasso i listini del Golfo che oggi hanno nuovamente accusato perdite tra il 7 e il 9 per cento. La Banca centrale centrale giapponese ha detto che risponderà "senza esitazione" alle incertezze dei mercati. intanto il Nikkei 225 di Tokyo ha segnato un ribasso del 5,07%, peggior performance da due anni che l'ha portata ai minimi da 11 mesi. Le Borse cinesi di Shanghai e Shenzhen hanno segnato ribassi rispettivamente del 3,01 e del 3,79 per cento. Non si vedeva addirittura dalla crisi del 2008 il tracollo del 7,3% che si è registrato sulla Borsa australiana di Sydney. Si è fermato al -4,23% il calo di Hong Kong.
La guerra dietro il calo del barile
PIAZZA AFFARI BORSA MILANO
Venerdì, il cartello dei Paesi produttori e la Russia sua alleata non sono riusciti a trovare un'intesa per tagliare la produzione a fronte di una domanda in probabile rallentamento a causa del coronavirus. L'Arabia Saudita, come per vendetta nei confronti di Mosca che era negativa sui tagli, ha deciso allora di puntare ad aumentare la sua produzione. La guerra a rubarsi quote di mercato tra Paesi storicamente alleati ha aperto i rubinetti delle vendite. Come già accaduto nel 2014, quando Riad provocò di fatto un crollo di due terzi del valore, pare pomperà molto più
Rep
La corsa dell'oro e dei titoli di Stato sicuri
coronavirus gli effetti sul mercato delle auto
Al crollo degli asset fin qui visti, fa da contraltare la corsa di quelli che tradizionalmente vengono definiti i "beni rifugio", categorie di investimenti che gli operatori considerano porti sicuri in tempi difficili. Come i titoli di Stato americani, i cui rendimenti - già spinti in basso dal taglio dei tassi della Fed - crollano e nel caso dei Treasury a 10 anni calano allo 0,5% per la prima volta nella storia, mentre quelli sui Treasury a 30 anni affondano sotto l'1% e anche in questo caso è la prima volta. La corsa verso i safe asset premia anche il bund tedesco a dieci anni che vede i suoi tassi diminuire di oltre dieci punti base, al -0,851%
In deciso rialzo l'euro. La moneta unica viene scambiata a 1,1417 dollari (+1,17%). Anche lo yen, la moneta giapponese, si iscrive alla categoria di investimenti "sicuri" e infatti si rivaluta sul dollaro ai massimi dal novembre 2016 negli scambi in Asia fino a raggiungere quota 102,20 sul biglietto verde, da un valore di 108 della scorsa settimana. L'aumento dell'incertezza durante l'emergenza coronavirus vede la divisa nipponica consolidare i guadagni anche sull'euro a un livello di 116,70.