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    BOSSETTI E NUOVI SOSPETTI – LA CASSAZIONE HA ACCOLTO LE RICHIESTE DEL MURATORE DI MAPELLO E RIAPRE LA PARTITA SUI REPERTI DELL’OMICIDIO DI YARA – I GIUDICI HANNO ANNULLATO LE ORDINANZE CON CUI ERANO STATE RESPINTE LE RICHIESTE DEGLI AVVOCATI DI BOSSETTI DI ACCEDERE AI REPERTI DELL’INDAGINE. ORA…


     
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    MASSIMO BOSSETTI MASSIMO BOSSETTI

     

    Da www.corriere.it

     

    La Cassazione accoglie le richieste della difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, e riapre la partita sui reperti, a cui ora si aggiunge un altro passo da compiere.

     

    I giudici hanno annullato con rinvio le ordinanze con cui il presidente della Corte d’assise di Bergamo aveva respinto, dichiarandola inammissibile, la richiesta degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini di accedere ai reperti dell’indagine.

     

    yara gambirasio yara gambirasio

    Ora si torna a Bergamo e altri giudici dovranno nuovamente pronunciarsi sulla possibilità che la difesa possa visionare, tra l’altro, i campioni di Dna e gli abiti della bambina di 13 anni, di Brembate Sopra, uccisa il 26 novembre 2010.

     

    La vicenda è proceduta ad ostacoli. Il 27 novembre 2019, il giudice dell’esecuzione Giovanni Petillo aveva accolto la richiesta degli avvocati di Bossetti di esaminare i reperti (i vestiti di Yara e altro agli atti dell’indagine), per poi specificare, il 2 dicembre, che si trattava del via libera a una ricognizione, alla presenza della polizia giudiziaria, e non ad un esame. Dunque, nulla poteva essere toccato o preso.

    YARA GAMBIRASIO YARA GAMBIRASIO

     

    Una nuova richiesta dei difensori, a maggio 2020 era stata dichiarata inammissibile dallo stesso giudice. Questo perché, su richiesta del pm Letizia Ruggeri, nel frattempo a gennaio i reperti erano stati confiscati, dunque non sono più agli atti del processo (sono dello Stato e restano conservati). Fino ad allora nè la Corte d’Assise di Bergamo nè la Corte d’Assise d’appello avevano disposto nulla.

     

    La difesa vuole accedere ai reperti alla ricerca di nuovi elementi per chiedere la revisione del processo. Il 12 ottobre 2018 Massimo Bossetti è stato condannato in via definitiva per il delitto della tredicenne, trovata in un campo di Chignolo d’Isola a tre mesi dalla scomparsa (e morte). Muratore di Mapello, sposato e con tre figli, è stato fermato il 16 giugno 2014 e da allora non è mai uscito dal carcere (è a Bollate).

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