nacho vidal rocco siffredi 2
Da http://www.quotidianosanita.it
Gentile Direttore, ho letto la lettera pubblicata il 23 febbraio riguardo alla prevenzione nel porno e dove sono citato da Margherita Errico. Avrei piacere di poter rispondere alle conclusioni molto affrettate, forse più di natura pregiudiziale nei miei confronti o comunque politiche più che scientifiche, che trovo nella lettera e vorrei invitare la signora Errico a riascoltare il podcast del mio intervento su Radio 24 a ‘la zanzara’.
È molto chiaro quello che dico a proposito del test Dna non accessibile facilmente nei laboratori da noi utilizzati e non ha mai detto la parola impossibile, lo stesso vale per la sifilide, mai detto che c’è stato un aumento negli ultimi anni dovuto sicuramente agli immigrati, o utilizzato la parola ‘potrebbe’, lo stesso a proposito della positività dei transessuali, forse la parola scientifica fa più “acculturata”, ma a me non serve la scienza ma solamente verificare i test durante i cast prima dei film, e la media è purtroppo molto, molto alta per malattie come HIV e sifilide nei trans.
nacho vidal con rocco siffredi
Concludo e capisco che il messaggio della signora è che la vita sia la cosa più importante e che la speranza è l’ultima a morire e con questo non ho mai detto che il mio collega Nacho è morto ma purtroppo le assicuro che nel nostro settore nessuno vorrà mai più avere rapporti con Nacho, anche se si potesse realmente azzerare il virus attraverso una cura come affermato dalla signora Errico.
Certo sarebbe fantastico, ma qui mi fermo perché non mi sembra che sia molto pubblicizzato nei media l’affermazione della suddetta signora Errico, perché se in realtà non fosse proprio così, dare queste informazioni in giro potrebbe definitivamente creare un presupposto per tutti a pensare che il virus HIV sia stato finalmente debellato e a fare molto peggio di quello che già si fa in giro, anche perché di tutte le malattie che si possono contrarre l’unica che fa paura è proprio l’HIV!
Mi creda sono in prima linea.
MARGHERITA ERRICO
Grazie
Rocco Siffredi
2 - ROCCO SIFFREDI HA RAGIONE, L’HIV FA, E “DEVE”, FARE ANCORA PAURA
Da http://www.quotidianosanita.it
Gentile Direttore, mi sembra doveroso rispondere a quanto affermato da Rocco Siffredi nella sua lettera che ho letto con attenzione ringraziandolo per aver condiviso il suo punto di vista. Vorrei però precisare di non aver mai affermato che l’Hiv non debba far paura, in qualità di persona con Hiv che convive con questo virus da oltre 20 anni non potrei mai!
L’Hiv è un’infezione seria, è per questo motivo che sia in prima persona che con l’associazione che presiedo, dialogo con i giovani e in generale con chi è sessualmente attivo, per fare prevenzione e informazione. Entro nel merito di alcune questioni specifiche che conosco bene in quanto attivista e che non derivano certo da conclusioni affrettate. Essenzialmente si tratta di due questioni fondamentali sostenute da studi clinici e da organismi quali l’Organizzazione mondiale della sanità e Unaids.
hiv e aids
1. Le persone con Hiv in trattamento antiretrovirale dopo i primi 6 mesi raggiungono un livello di virus nel sangue non rilevabile e questo assioma è nato con l’acronimo TaSP, ovvero Terapia Come Prevenzione - Treatment As Prevention, il che significa che assumere correttamente la terapia antiretrovirale fa diventare le persone non infettive, nei rapporti sessuali, a tal punto che Unaids ha coniato il seguente acronimo convalidato anche dall’OMS U=U: undetectable= untrasmissible – non rilevabile = non trasmissibile.
Di seguito alcuni studi clinici di dominio pubblico a supporto di tale tesi:
https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa1600693
http://programme.ias2017.org/Abstract/Abstract/5469
https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa1506273
MARGHERITA ERRICO
2. L’uso della Profilassi Pre-Esposizione, definita PrEP, come strumento di prevenzione soprattutto nei gruppi più vulnerabili come ad esempio gli attori porno. Negli studi clinici citati, la dimostrazione del principio di U=U deriva proprio dal fatto che l’assunzione dell’antiretrovirale Truvada da parte di persone non hiv positive (terapia usata nelle persone già infette da hiv) previene al 93% la trasmissione del virus in rapporti con persone di cui non si conosce lo stato sierologico, qualora fossero in fase di sieroconversione o positive senza ancora saperlo.
Quindi quello di cui parlavo quando ho scritto della responsabilità che hanno le case di produzione del cinema porno, era riferito all’uso di strategie di prevenzione combinate, così come afferma la stessa Organizzazione mondiale della sanità, ovvero dell’uso del condom, della PrEP specialmente per gruppi di persone a rischio come sono le porno star, per esempio.
MARGHERITA ERRICO
Sarebbe per me un piacere che ci potesse essere un confronto costruttivo con il signor Siffredi su questi temi, trovandosi egli in prima linea, poiché è indispensabile che siano note queste nozioni e diventino utili per tutto il settore del porno a tutela della salute degli attori. Inoltre, in virtù del ruolo mediatico che il signor Siffredi ricopre, porterebbe un contributo fondamentale se si prestasse come testimonial per una campagna sui preservativi gratuiti per gli adolescenti.
Sarebbe interessante suscitare in tutto l’ambiente della cinematografia porno, la consapevolezza della necessità di una formazione e di una informazione scientificamente adeguata e scevra dai pregiudizi. Possiamo contare sul suo appoggio?
Dott.ssa Margherita Errico
Presidente Network persone sieropositive (Nps)