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1 - “DOPO L’ARRESTO CARDIACO UN DEFIBRILLATORE SOTTO PELLE IDONEITÀ SPORTIVA A RISCHIO”
MI.BO. per “la Repubblica” - Estratti
Domenico Corrado è ordinario di Malattie dell’apparato cardiocircolatorio e direttore del Centro cardiomiopatie genetiche e cardiologia dello sport a Padova. È stato consulente della procura per l’indagine sulla morte di Davide Astori, avvenuta il 4 marzo 2018.
Professore, come nascono le aritmie mortali?
«Possono essere la manifestazione di una malattia cardiaca strutturale di origine genetica, oppure congenite, presenti cioè alla nascita. Ma le aritmie le può dare anche una patologia infiammatoria come la miocardite, che potrebbe lasciare una cicatrice nel cuore. Poi ci sono le aritmie non legate a problemi strutturali dell’organo ma solo elettriche, anch’esse su base genetica. Infine, ci sono quelle di origine traumatica».
(...)
Bastano gli attuali controlli per intercettare questi problemi negli atleti professionisti?
malore in campo per edoardo bove durante fiorentina inter foto lapresse4
«In Italia dal 1982 chi fa attività sportiva agonistica deve sottoporsi obbligatoriamente alla valutazione cardiovascolare, basata sull’elettrocardiogramma. La mortalità da allora è calata del 90%. Certo, ci sono problemi che possono sfuggire, tra questi le cicatrici post miocardite».
E chi non fa agonismo?
«Gli italiani che fanno attività non agonistica, dalla corsa alla palestra, sono tanti ed è importante che si facciano periodicamente controllare anche loro».
Chi viene salvato da un’aritmia come va seguito dopo l’ospedale?
malore in campo per edoardo bove durante fiorentina inter foto lapresse5
«Le linee guida internazionali dicono che se c’è un arresto cardiaco da fibrillazione ventricolare e il paziente è sopravvissuto grazie alla defibrillazione siamo di fronte a una situazione aritmica grave. In questo caso le stesse linee guida impongono che si impianti un defibrillatore sottopelle, che ostacola l’idoneità all’attività sportiva. Si è deciso così perché dopo un arresto provocato da una patologia organica o elettrica c’è un alto rischio di recidive. Ci potrebbe però essere un’eccezione».
Quale?
«Se la causa dell’aritmia è un traumatismo con “commotio cordis”, si tratterebbe di un fatto isolato e irripetibile. E quindi potrebbe non essere necessario il defibrillatore».
2 - «CON I TEST GENETICI SI POSSONO PREVENIRE QUESTI EPISODI»
Ruggiero Corcella per il “Corriere della Sera” - Estratti
Tra le ipotesi sulle cause dell’arresto cardiaco di Edoardo Bove, la più accreditata sembra essere quella da «torsione di punta».
Di che cosa si tratta?
malore in campo per edoardo bove durante fiorentina inter foto lapresse6
«La torsione di punta è un’aritmia molto rapida che si sviluppa in soggetti affetti da un particolare disturbo dell’attività elettrica del cuore, detto intervallo QT — spiega Silvia Priori, ordinario di Cardiologia all’Università di Pavia e direttore dell’ambulatorio Malattie genetiche cardiache, Ics Maugeri, Irccs —. Alcune persone nascono con un’anomalia genetica che provoca il prolungamento dell’intervallo QT causando una malattia chiamata sindrome del QT lungo.
In altri, l’intervallo QT prolungato è dovuto a bassi livelli sierici di potassio, a un ritmo cardiaco molto lento o a un farmaco. Spesso, l’intervallo QT prolungato è causato da farmaci usati per trattare le aritmie, ma anche da alcuni antidepressivi e certi farmaci antivirali e antimicotici o anche da integratori».
Se la diagnosi fosse confermata, Bove potrebbe tornare a giocare?
malore in campo per edoardo bove durante fiorentina inter foto lapresse2
«Ci sarà ancora del lavoro da svolgere per identificare la causa dell’arresto cardiaco, se cioè è di origine genetica oppure si è trattato di una situazione accidentale. Se l’intervallo QT risulterà prolungato, sarà necessario eseguire un’analisi genetica, altrimenti bisognerà raccogliere la storia del paziente nelle ore precedenti la partita per capire se sono intervenuti altri fattori. Potrà giocare ancora?
Ci sono esempi all’estero di calciatori che hanno ripreso a giocare dopo un arresto cardiaco grazie ad un defibrillatore, cioè un dispositivo che viene posizionato sotto la cute e garantisce la possibilità di interrompere un episodio aritmico prima che causi un arresto cardiaco. In Italia, in genere, non viene data l’idoneità agonistica in questi casi. Però, le cose potrebbero cambiare».
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Non sarebbe il caso di introdurre uno screening genetico di routine negli sportivi agonisti di alto livello?
«Si potrebbe pensare di farlo, dato che questi episodi occorrono con una certa frequenza negli atleti agonisti. Il test genetico ha un costo modesto e potrebbe quindi identificare precocemente la presenza di una malattia genetica, che predispone a un arresto cardiaco».
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