Carlo Ottaviano per “il Messaggero”
imprese agricole under 35
Dario Capogrosso, da Tortona in provincia di Alessandria, è uno zoonomo, incrocio tra veterinario e agronomo. Ha fondato un' azienda che si chiama Il pastore transumante e alleva cani di razze antiche che proteggono le greggi: dal pastore maremmano abruzzese, al pastore della Sila in Calabria, al Fonnese in Sardegna, allo Spino dei Monti Iblei nel Ragusano in Sicilia. Ha avviato anche una tartufaia innovativa dove alleva il famoso lagotto romagnolo. I suoi allevamenti sono in terreni abbandonati ceduti in primavera dall' Ismea.
Li pagherà in 30 anni. Dalla stessa Banca nazionale delle Terre Agricole ha comprato 80 ettari anche Teresa Sardone, pugliese di Cerignola, che così mette a frutto la laurea appena presa a Bari in Scienze e tecnologie agrarie. Angelo Principessa di Poggio Moiano in provincia di Rieti i terreni, invece, li aveva in famiglia. Figlio di medico, si era diplomato al Conservatorio de L' Aquila ma ha abbandonato la carriera musicale per dedicarsi all' agricoltura.
imprese agricole under 35
Ora gestisce un uliveto e ha già alcuni dipendenti. Sono solo tre storie di under 40 anni richiamati dal fascino della terra. Secondo uno studio di Ismea e Unioncamere, le aziende agricole gestite da giovani sotto i 35 anni sono cresciute di oltre il 15% dal 2015 al 2019, fino a 57 mila realtà. Rappresentano l' 8% del totale, la percentuale più alta in Europa. Aumentati anche di anno in anno gli iscritti alle facoltà di agraria (2 mila matricole in più all' anno dal 2014).
All' ultimo bando di Ismea per assegnare 10 mila ettari di terreni in tutta Italia hanno risposto 1.709 ragazzi. «I nuovi agricoltori commenta il direttore generale Raffaele Borriello - hanno studiato più delle generazioni precedenti (il 16% dei giovani capi azienda ha la laurea e il 51% un diploma) e scelgono la campagna non come ripiego, ma per un interesse legato all' ambiente. Rispetto ai colleghi più anziani, hanno maggiore propensione all' investimento, a fare rete e a innovare, anche in un' ottica di agricoltura sostenibile, sociale, di precisione».
LA SPINTA L' esplodere della pandemia Covid-19 ha ulteriormente spinto i giovani a dare vita a fattorie sociali, agri-nidi, coltivazioni biologiche. Sono quindi giudicati positivamente dalle associazioni agricole l' esonero contributivo per i giovani coltivatori, previsto nell' ultima bozza di Legge di bilancio, e il sostegno finanziario contenuto nel Dl Semplificazioni. «In un momento così difficile - spiega la leader dei giovani di Coldiretti, Veronica Barbati - è importante sostenere il sogno di chi vede il proprio futuro in campagna».
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«Dal Recovery Fund afferma Stefano Francia, presidente dei giovani della Cia devono arrivare sostegni per richiamare i giovani verso un' agricoltura moderna». Intanto, a tornare in campagna sono ragazzi in alcuni casi bi-laureati, come Giorgia Pontetti, ingegnere spaziale e dottore in elettronica, che a Petrella Salto (Rieti) coltiva pomodori in una serra sterile come fosse su Marte.
Ingegnere è anche la trentenne Erminia Ciavoli Cortelli di Nola che a Caserta ha partecipato al primo corso (è appena iniziato il secondo) per diventare casari organizzato dal Consorzio della mozzarella di bufala campana.
«Eravamo 11 ragazzi di tutta Italia racconta Erminia la più giovane di 20 anni». «Per lavorare in un caseificio anche in ruolo dirigenziale aggiunge - è essenziale conoscere tutta la filiera, partendo dagli allevamenti e saper fare ogni cosa. A me piace togliere anelli e collane e con le mani nel latte creare la mozzarella». Dovunque in Italia c' è il boom per la formazione di addetti alle produzioni agro-alimentari: dai superspecializzati potatori di viti in Friuli, alla pastorizia a Paroldo in Piemonte.
imprese agricole under 35
Al richiamo della natura, spesso si aggiunge la possibilità di gestire progetti di ricettività turistica. Oppure la voglia di imparare e poi trasferire competenze ad altri ragazzi, come fanno nella riserva naturale ecologica di Valvezzeno, in Lombardia, Grazia Invernizzi e Mauro Fumagalli. Il loro è un vero scrigno di biodiversità dove coltivano frutti antichi (anche trenta differenti varietà di mele) e allevano 250 galline di razze in via d' estinzione come la padovana acciuffata e la polverara, di cui Grazia è selezionatrice a livello nazionale.