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    BRACCIA RUBATE ALLA… SCUOLA - IN ITALIA CI SONO CIRCA 336MILA RAGAZZINI TRA I 7 E I 15 ANNI CHE LAVORANO - MOLTI SONO COSTRETTI A FARLO PER DARE UNA MANO ALLA FAMIGLIA, CON UNA PAGA MENSILE MEDIA DI 320 EURO PER I MASCHI E DI 259 PER LE FEMMINE - "SAVE THE CHILDREN": "SI SOTTOVALUTA IL PROBLEMA. TRA I MINORENNI FINITI IN CARCERE, IL 40% AVEVA AVUTO UN'ESPERIENZA LAVORATIVA PRECOCE. SI LASCIA LA SCUOLA, SI INIZIA A LAVORARE SFRUTTATI ED È FACILE COSÌ SCIVOLARE NELLE RETI CRIMINALI…"


     
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    Estratto dell'articolo di Eleonora Camilli per "la Stampa"

    lavoro minorile lavoro minorile

     

    [...] Il fenomeno del lavoro precoce e dello sfruttamento coinvolge sempre più ragazzi, anche piccoli, spesso poco più che bambini. Un fenomeno sommerso e quasi impossibile da monitorare, proprio perché svolto in nero e fuori da ogni legge. Per questo a mapparlo sono soprattutto le organizzazioni che si occupano dei diritti dei più piccoli.

     

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    Secondo un'indagine realizzata dall'organizzazione Save the children il lavoro minorile coinvolge almeno 336mila ragazzini, tra i 7 e i 15 anni. Di questi circa 58mila, tra i 14 e 15 anni, sono impiegati in mansioni dannose per la salute e che compromettono la conclusione del regolare percorso di studi. C'è chi lo fa per avere qualche euro in più, ma anche chi è costretto a lavorare per dare una mano alla famiglia. Secondo la ricerca "Domani (Im)possibili", che si basa sulle interviste di un campione rappresentativo di adolescenti tra i 15 e i 16 anni, il 43,7% lavora per aiutare i genitori ad affrontare le spese. Di questi, il 18,6% lo fa solo per non gravare sulla famiglia che ha problemi economici.

     

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    «Si sottovaluta il problema, innanzitutto perché parliamo di un fenomeno difficilmente intercettabile e fuori dai contratti di lavoro - spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Ue di Save the children -. Eppure ci sarebbero alcuni indicatori, soprattutto nelle aree depresse, che andrebbero monitorati con attenzione. Non è difficile entrare in un bar in periferia o dove i dati ci dicono che la povertà è maggiore, e vedere un ragazzino servire ai tavoli».

     

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    Per Milano bisognerebbe guardare anche ai dell'abbandono scolastico, molto spesso correlati all'inizio del lavoro minorile. «Tra i minorenni finiti in carcere, il 40 per cento aveva avuto un'esperienza lavorativa precoce. È una catena difficile da spezzare: si lascia la scuola, si inizia a lavorare sfruttati e senza contratto. Ed è facile così scivolare nelle reti criminali» aggiunge la responsabile di Save the children. Un circolo vizioso che riguarda anche i minori stranieri, che arrivano soli nel nostro paese e che spesso spariscono. Ma che nella realtà vengono intercettati per essere sfruttati anche da reti criminali.

     

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    [...] L'organizzazione stima nel 2023 almeno 78.530 occupati minorenni solo nella fascia d'età tra i 15-17 anni. Il reddito medio settimanale stimato per i maschi è di circa 320 euro, per le donne di 259. Ancora più allarmanti sono i dati sugli incidenti sul lavoro. Nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022 le denunce di infortunio presentate all'Inail relative ai lavoratori entro i 19 anni di età, ammontano a 338.323 di cui 211.241 per i minori fino a 14 anni e 127.082 nella fascia d'età 15-19 anni.

     

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    Mentre le morti bianche (nello stesso periodo) sono state 83: 9 sotto i 14 anni e 74 tra i 15 e 19. «Il lavoro minorile è un tema da osservare con attenzione perché rappresenta una spia dello stato di salute della nostra società e del benessere e del futuro dei giovani nel nostro Paese» sottolinea Carmela Pace, presidente Unicef Italia. E la situazione non riguarda solo il Sud. Le quattro regioni con la percentuale più alta di minorenni occupati (15-17 anni), in relazione alla popolazione residente per tale fascia di età, sono Trentino-Alto Adige, Valle D'Aosta, Abruzzo e Marche.

     

     

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