Marzio Breda per il "Corriere della Sera"
marzio breda
«Ha visto, presidente? La gente la vuole ancora al Quirinale». Quando l'altra sera Sergio Mattarella si è sentito ripetere per l'ennesima volta l'appello ad accettare il bis, perché «glielo chiedono gli italiani», è sembrato sbuffare per il disappunto. Non era così. In quel momento stava solo prendendo fiato, emozionato e commosso, perché il contesto era quello della calorosissima ovazione della Scala. Di fronte all'insistenza del suo interlocutore ha opposto una replica alla sua maniera.
riccardo chailly e sergio mattarella 3
Spiegando laconicamente che «queste cose le decide il Parlamento», e aggiungendo che «la Costituzione non prevede un'elezione diretta del capo dello Stato». Tante grazie a tutti, quindi, ma lui non cambia la propria scelta e comunque non era il caso di dilungarsi lì in chiarimenti tecnico-giuridici per motivarla. La propria posizione, del resto, l'ha già resa esplicita in diversi interventi pubblici. E anche attraverso i richiami a quanto, su questo stesso tema, avevano detto fin da tempi remoti i suoi predecessori Antonio Segni e Giovanni Leone.
sergio e laura mattarella
Tuttavia qualcuno continua a sperare che, dopo un appello eclatante come quello risuonato con gli applausi e i bis gridati nel teatro milanese, il capo dello Stato ci ripensi. Fra i tanti che mostrano di volerci credere c'è anche «il Dottore» Valentino Rossi, ricevuto ieri sul Colle con i vertici della Federazione motociclistica italiana e con i campioni del mondo 2021. Il quale, uscendo dal palazzo, ha detto: «È stato un grande presidente, se continuerà saremo contenti».
sergio mattarella alla prima della scala 2
Siamo a un punto in cui bisogna dire la verità: se anche Mattarella avesse mutato idea, e non l'ha fatto, la sua ipotetica disponibilità rientrerebbe nella sfera dell'indicibile, perché la partita dipende ormai da due cose, più che da lui. Cioè dall'andamento della doppia crisi in cui siamo, tra pandemia e rilancio economico del Paese. E poi dalle manovre della politica, che finora ha dato prova di insufficienza e smarrimento.
SERGIO MATTARELLA A TORINO
Il capo dello Stato non c'entra più e il perché lo ha spiegato, quando ha fatto sapere che è meglio «cercare un'altra persona». Un secondo mandato presidenziale, tanto più se dichiaratamente a termine, è contro i suoi princìpi e contro lo spirito della Costituzione. Rappresenterebbe infatti un secondo precedente dopo l'esperienza di Giorgio Napolitano, trasformando in prassi consuetudinaria quella che dovrebbe restare una eccezione.
Ecco perché ha sempre detto che sette anni bastano. A maggior ragione perché, se si confermasse l'esempio della rielezione, un presidente della Repubblica vedrebbe gravare su di lui il sospetto di non essere sul serio libero nelle proprie opzioni.
sergio mattarella alla prima della scala
Insomma: si potrebbe pensare che certi incarichi di governo siano stati dati, o ostacolati, per conquistarsi un consenso politico. E questa è un'idea insopportabile per uno come Mattarella, che si è sforzato di essere in ogni momento al di sopra delle parti e di adoperarsi per la stabilità del Paese. Basta riflettere sulla nascita dei due governi più discussi di questa legislatura, quello gialloverde e quello giallorosso, per sincerarsene.