1 – Brexit: bocciata mozione anti 'no deal'
brexit bocciata alla camera dei comuni la mozione per bloccare il no deal
(ANSA) - La Camera dei Comuni ha bocciato con 298 sì e 309 no una mozione appoggiata da tutte le forze di opposizione britanniche e da alcuni moderati Tory dissidenti che mirava a bloccare l'ipotesi di una Brexit no deal, non esclusa da Boris Johnson e da altri candidati al dopo May. La mozione - primo firmatario il leader laburista Jeremy Corbyn - prevedeva che Westminster potesse sottrarre il controllo del calendario al governo e introdurre il 25-27 giugno misure anche legislative contro un no deal di default senza voto parlamentare.
2 – Brexit, Johnson parla già da leader: “Il 31 ottobre si esce dall’Ue, con o senza accordo"
Antonello Guerrera per www.repubblica.it
boris johnson
“Non cerco il No Deal, ma dobbiamo prepararci. Avremo un atteggiamento assolutamente amichevole con le autorità europee, ma il 31 si esce”. Finalmente Boris Johnson ha parlato. Dopo giorni e giorni di tattica del “sottomarino”, come viene chiamata a Londra, ovvero testa sotto la sabbia, forte dei sondaggi che lo danno favorito alla leadership conservatrice e con lo staff timoroso di qualche sua gaffe distruttiva, finalmente il biondo ex sindaco di Londra ha lanciato ufficialmente la sua campagna per diventare leader dei Tory e, conseguentemente, molto probabile prossimo premier britannico.
brexit bocciata alla camera dei comuni la mozione per bloccare il no deal 1
Johnson ha confermato quello che Repubblica aveva anticipato qualche giorno fa ascoltando un suo discorso a porte chiuse in Parlamento. E cioè: “Dobbiamo portare a termine la Brexit il prima possibile, altrimenti ne va della nostra sopravvivenza”, intesa come partito conservatore. Un po’ come era successo con l’approvazione del referendum del 2016 sulla Brexit per placare l’indomabile frangia euroscettica, anche ora a tratti il destino dei Tories sembra venire prima di quello del Paese. Ma il discorso di Johnson è centrato sul fatto che è a rischio anche la politica britannica come la conosciamo, con il Brexit Party di Farage sempre più aggressivo.
JEREMY CORBYN CON LA KEFIAH
E dunque, Brexit a tutti i costi. L’ex sindaco di Londra, sostenuto dalle truppe più euroscettiche del partito, ha confermato che il 31 ottobre, con o senza accordo, il Regno Unito uscirà dall’Unione Europea. Ha tenuto a precisare il fatto che “io non voglio il “No Deal”, ma non si può toglierlo dal tavolo perché altrimenti la nostra posizione negoziale verrebbe indebolita. E poi neanche l’Ue vuole un’uscita senza accordo”. Insomma, Boris Johnson, nonostante le parole zuccherate, fa capire che andrà quasi certamente allo scontro con l’Ue, che ha già sottolineato che l’accordo firmato da 27 Paesi membri e il governo di Theresa May non si tocca di una virgola.
john bercow e la mozione per bloccare il no deal
oliver letwin
Inoltre, quello dell’ex sindaco di Londra è un chiaro tentativo di inseguire Farage fino all’ultimo centimetro dello strapiombo del “No Deal”, cioè l’uscita senza accordo che secondo molti analisti avrebbe conseguenze catastrofiche per l’economia britannica, ma anche per quella irlandese e in parte per gli stessi paesi membri Ue più esposti, come la Germania. I suoi assicurano a Repubblica che “non arriveremo all’ultimo giorno”, cioè il 31 ottobre, “per decidere il nostro destino". Ma il rischio è evidente: il 31 ottobre Johnson dovrà decidere se saltare nel burrone del “No Deal" con Farage, come promette di fare se l’Ue non cambia atteggiamento. Altrimenti, se l’ex sindaco di Londra decidesse di chiedere un’ulteriore rinvio, Farage lo accuserebbe di essere “l’ennesimo politico bugiardo che tradisce il popolo”. E a quel punto il Brexit Party potrebbe davvero vincere, clamorosamente, anche le elezioni generali, dopo quelle europee (LINK).
BORIS JOHNSON COME MILEY CYRUS
Per il resto Boris Johnson durante la conferenza stampa ha detto che lui è il miglior candidato possibile, che bisogna evitare “la catastrofe di Jeremy Corbyn a Downing Street” con i suoi provvedimenti “socialisti” e non ha risposto a diverse domande dei giornalisti, come quella sulla sua passata ammissione di aver sniffato cocaina. Intanto, l’Unione Europea risponde già per le rime: anche in caso di No Deal, il Regno Unito dovrà pagare i 39 miliardi di euro pattuiti per il “divorzio”. E l’accordo firmato lo scorso novembre non si tocca. Insomma, lo spettacolo - o forse la tragedia - è appena iniziato.
boris johnson 2 BORIS JOHNSON