1. BREXIT: BILANCIO GB, PREVISIONI PIL RIVISTE A +2%
THERESA MAY
(ANSA) - Previsione al rialzo, almeno nel prossimo anno, per il Pil britannico: da +1,4 a +2%, secondo il dato formalizzato dal cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond durante l'illustrazione della prima manovra finanziaria di bilancio dopo il referendum che sulla Brexit. Un bilancio improntato a cautela, ma anche a ottimismo, secondo Hammond, che lo ha presentato come la premessa per porre le basi di un Paese "piu' forte, piu' equo e migliore" fuori dall'Ue.
La crescita è indicata invece in calo al +1,7% rispetto al 2,1 previsto prima del voto sulla Brexit per il 2019 e al +1,9 (contro il 2,1) per il 2019, mentre resta confermata al 2% per il 2020, quando il divorzio dall'Ue dovrebbe essere ormai un elemento consolidato. Lontano comunque, stando ai dati del cancelliere, il rischio di una recessione.
Quanto all'inflazione, salita di qualche decimale negli ultimi mesi, il bilancio la fissa al 2,4% nel 2017, ma con una tendenza a calare nuovamente al 2% nel 2018 e nel 2019, a Brexit prevedibilmente già attuata. Hammond si è inoltre impegnato a un contenimento del debito a non oltre l'88,8% del Pil l'anno prossimo e ha insistito sulla necessità di mantenere una politica di rigore nella spesa, in polemica con l'opposizione laburista.
PHILIP HAMMOND
2. ALTRO SCHIAFFO DEI LORD
Erica Orsini per il Giornale
Sulla Brexit i Lord battono il governo due a zero. Dopo aver votato a favore dell' emendamento che tutela i diritti dei cittadini stranieri già in Inghilterra, ieri sera, dopo tre ore di estenuante discussione, la Camera dei Lord porta a casa un' altra importante vittoria. Con 366 voti su 268 la Camera Alta si è espressa a favore di un voto finale parlamentare sull' accordo per uscire dall' Unione.
Vale a dire che, a meno che la situazione non venga rovesciata alla Camera dei Comuni, il Parlamento potrà avere l' ultima parola sul documento finale che sancirà, una volta ultimate le trattative, l' uscita della Gran Bretagna dalla Comunità Europea.
Una brutta battuta d' arresto per il governo di Theresa May che si è detto deluso dal risultato e che ora spera di poter trovare più comprensione alla Camera bassa. Se però le cose non cambiassero, l' abbandono definitivo potrebbe subire notevoli ritardi. Esprimendosi a favore dell' emendamento, il senatore Lord Pannick ha affermato che in questo modo si consente al Parlamento di esercitare un certo controllo sul processo di uscita e questo è importante.
DAVID DAVIS
«Spetta al Parlamento decidere se preferisce accettare oppure no i termini dell' accordo offerti dall' Europa - ha spiegato ieri - così avremo la garanzia che il governo rimetta ad entrambe le Camere l' approvazione del risultato ottenuto dalle future negoziazioni».
Di parere opposto il ministero Lord Bridges che sostiene come, una volta invocato l' articolo 50 del trattato di Lisbona, il processo d' uscita si renda irrevocabile e l' emendamento in questione sia perciò poco chiaro su che cosa accadrebbe nel caso che la Gran Bretagna e l' Unione non fossero in grado di raggiungere un accordo formale sui termini dell' uscita. «Usciremo con o senza un accordo», ha spiegato, insistendo che il Parlamento non sarà certo tenuto all' oscuro di quanto sta accadendo nell' arco dei prossimi due anni di trattative.
Dura la reazione al voto del segretario per la Brexit, David Davis, secondo il quale i Lord stanno mettendo a rischio il desiderio del Paese di iniziare le negoziazioni prima possibile. «È chiaro che qualcuno in Parlamento vuole compromettere questo processo -ha detto - ed è intenzione di questo governo fare in modo che questo non accada».