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    ESCO O NON ESCO – IL REGNO UNITO DI FRONTE ALLA REALTÀ: SULLA BREXIT INDIETRO NON SI TORNA, E LO DIMOSTRANO LE FIGURACCE DI CORBYN CHE PENSA SOLO A SPODESTARE THERESA MAY, PUR NON AVENDO IDEA DI COME AFFRONTARE IL FUTURO – L’OFFESA ALLA PREMIER (“STUPIDA DONNA”) NON VA GIÙ NEPPURE ALLE LABURISTE – ECCO PERCHÉ LA QUESTIONE DEL CONFINE IRLANDESE È COSÌ IMPORTANTE – VIDEO


     
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    CORBYN DA' DELLA STUPIDA A THERESA MAY

     

     

    1 – BREXIT STOP AI CITTADINI UE E CORBYN OFFENDE LA MAY

    Cristina Marconi per “il Messaggero”

     

    JEREMY CORBYN CON LA KEFIAH JEREMY CORBYN CON LA KEFIAH

    Le porte del Regno Unito del dopo-Brexit saranno aperte solo per un anno a chi ha poche qualifiche: più a lungo gli immigrati di tutto il mondo, Unione europea compresa, non potranno restare, almeno fino al 2025.

     

    In compenso per medici, ingegneri e altri lavoratori qualificati di tutto il mondo non ci sarà più l' attuale tetto di 20.700 all' anno, anche se per tutti varrà un requisito minimo di stipendio di 30mila sterline, ossia circa 33mila euro.

     

    Nessun visto ma, forse, un' autorizzazione elettronica di viaggio sarà invece necessaria per i turisti, secondo quanto stabilisce il nuovo, draconiano libro bianco sull' immigrazione presentato ieri dal ministro dell' Interno Sajid Javid, in linea con le esigenze della premier Theresa May di andare incontro sia a chi chiede misure drastiche contro i nuovi arrivi sia a chi, come gli imprenditori, sottolinea come la manodopera europea sia cruciale per far sopravvivere l' economia.

    THERESA MAY THERESA MAY

     

    CORBYN NEL MIRINO

    In una giornata che ha confermato la progressiva perdita di controllo del dibattito politico britannico alla vigilia di ferie mai così necessarie, il leader dell' opposizione Jeremy Corbyn è finito sotto un fuoco di fila di critiche per avere definito la premier May «stupida donna» sottovoce.

     

    Nonostante le smentite, il labiale è molto chiaro e la dichiarazione ha dato luogo a un' atmosfera incendiaria a Westminster, dove il dibattito sulla Brexit, le spaccature politiche e lo stesso immobilismo del Labour di Corbyn, che ha proceduto con passo incerto e inefficace nel tentativo di sfiduciare la May, hanno portato gli animi all' esasperazione.

     

    theresa may annuncia l'accordo sulla brexit theresa may annuncia l'accordo sulla brexit

    «Non ho usato le parole stupida donna' sulla premier o su nessun altro e sono completamente contrario all' uso di linguaggio sessista o misogino in qualunque forma», ha dichiarato Corbyn, senza persuadere i conservatori, che hanno dato una rara prova di unità nel difendere una May comprensibilmente tirata dopo le durissime settimane trascorse.

     

    Anche da parte delle deputate laburiste sono arrivate richieste di scuse, visto che in pochi nutrono dubbi su quanto detto da Corbyn. Il libro bianco sull' immigrazione, se mai diventerà legge nelle agitate acque di una Brexit sempre più imprevedibile, è secondo il ministro Javid una delle più radicali riforme del sistema degli ultimi 40 anni.

    LONDRA - MANIFESTANTI CONTRARI ALLA BREXIT LONDRA - MANIFESTANTI CONTRARI ALLA BREXIT

     

    Anche se non vengono fissati degli «obiettivi specifici» di riduzione dei numeri, l' immigrazione netta verrebbe portata sicuramente a «livelli sostenibili», punto su cui la destra euroscettica dissente, ritenendo che siano state fatte troppe concessioni a chi ha bisogno di assumere manodopera europea a basso costo nel settore ortofrutticolo, alberghiero, della ristorazione e soprattutto edilizio.

     

    CORBYN DA' DELLA STUPIDA A THERESA MAY CORBYN DA' DELLA STUPIDA A THERESA MAY

    Il sistema, che verrà applicato almeno fino al 2025, varrà per i paesi europei, l' Australia, la Nuova Zelanda e il Canada, ritenuti «a basso rischio», e permetterà alle persone di venire senza un' offerta di lavoro, a condizione però che non si fermino più di un anno e che vi facciano ricorso solo una volta, senza cercare poi di passare ad un altro sistema. Dovranno pagare un costo d' ingresso e non potranno accedere ai benefit statali.

     

    I FLUSSI

    Le nuove regole inizieranno ad essere applicate nel 2020, ma prima ci sarà una consultazione per vedere se funzionano per tutti. I critici sostengono che sarà troppo difficile controllare che la gente torni a casa dopo un anno, mentre secondo il governo i flussi incontrollabili degli ultimi anni, verranno ridotti: a giugno del 2016 si calcola che 157mila persone dalla Ue e 15mila dal resto del mondo siano arrivati nel Regno Unito per un periodo compreso tra un mese e un anno.

    theresa may theresa may

     

    Il documento specifica anche che la misura avrebbe un impatto economico negativo, con una riduzione del pil annuale tra lo 0,4% e lo 0,9%, ma questo, in tempi di Brexit, è diventato normale.

     

    2 – BREXIT, INCOMBE IL DISASTRO PROVOCATO DAL PRIMO VOTO POPULISTA

    Carlo Panella per www.lettera43.it

     

    Tutto è iniziato con la Brexit che, a settimane, per le prima volta dispiegherà gli effetti disastrosi del fenomeno politico nuovo che sta terremotando il “primo mondo”: un voto popolare che premia la demagogia più inconSistenze e che prescinde totalmente da ideologie, appartenenze e tradizioni.

     

    Un voto basato unicamente su disordinate spinte emotive, di rabbia, di rivolta. Irrazionale. Dopo la Brexit è venuto il voto per Donald Trump, poi quello in Italia, poi quello in Brasile. In mezzo l’Ungheria, il Belgio, persino la Svezia e tanti altri. E ora la Brexit presenta il conto di tanta irrazionalità: si avvicina ineluttabilmente – salvo sorprese dell’ultimo momento - lo spettro del “No Deal”, di una uscita il 29 marzo della Gran Bretagna dalla Ue senza accordo, senza regole concordate. Il caos.

    CORBYN POSA UNA CORONA DI FIORI VICINO ALLE TOMBE DEGLI IDEATORI DELLA STRAGE DI MONACO 1 CORBYN POSA UNA CORONA DI FIORI VICINO ALLE TOMBE DEGLI IDEATORI DELLA STRAGE DI MONACO 1

     

    ELETTORI AMMALIATI DALLE FALSE PROMESSE

    I 3 mila soldati mobilitati martedì 18 dicembre dal governo inglese «per fronteggiare le emergenze» sono il simbolo del caos atteso in una Gran Bretagna nella quale sta per scattare il “Piano B”, col non piccolo problema che nessuno lo ha steso, lo ha organizzato. Non c’è nessun “Piano B”, solo pannicelli caldi.

     

    Nessuno sa quanti e quali disastri possono avverarsi dal 30 marzo in poi. In Gran Bretagna e in Europa. Questo succede quando gli elettori danno più retta alle fandonie e alle false promesse dell’inqualificabile Nigel Farage e che alle sagge proposte di Remain propugnate da David Cameron.

     

    proteste brexit 5 proteste brexit 5

    O a Trump invece che a Hillary Clinton. O a Beppe Grillo invece che a Carlo Cottarelli. La tempesta che pare ormai scatenarsi ineluttabile – salvo miracoli dell’ultima ora - sulla Gran Bretagna è dunque solo l’anticipo, l’assaggio, dei terremoti che possono scatenarsi negli Usa di Trump, nel Brasile di Jair Bolsonaro o nell’Italia di Beppe Grillo.

     

    L'INCONSISTENZA DELLE OPPOSIZIONI DAVANTI AI POPULISMI

    E non si può tornare indietro, come dimostrano gli sterili tentennamenti di Jeremy Corbin che pensa solo a spodestare Theresa May, ma – con tutta evidenza - non ha la minima idea di come affrontare il disastro incombente. Dunque, la vicenda inglese e le sue dinamiche, sono il nuovo paradigma sul quale rifondare dottrine e strategia di gestione del potere politico.

     

    grasso corbyn grasso corbyn

    Va studiata, sezionata e ne vanno tratte le possibili lezioni, i difficili rimedi. Impresa ardua perché ovunque, in Gran Bretagna, negli Usa, in Italia come in Brasile solo una cosa è chiara: il voto “di pancia” emotivo – a volte autolesionista - degli elettori è stato favorito dalla inconsistenza politica degli avversari dei vincitori. Di Cameron, come della Clinton, del Pd e di Forza Italia, come dei seguaci di Lula. Siamo di fronte ad una serie di “tempeste perfette”. E nessuno ha idea di come affrontarle.

     

    3 – BREXIT E LO SCOGLIO DEL CONFINE IRLANDESE

    Debora Gandini per “Euronews”

     

    confine irlandese backstop 4 confine irlandese backstop 4

    Confine irlandese. Quello con più accesi al mondo. O quasi. Attraversato da innumerevoli strade, come quello tra Stati Uniti e Canada. O tra la Russia e l'Europa orientale.

     

    Dopo la Brexit, questa sarà l'UNICA frontiera tra la Gran Bretagna e l'Unione Europea. Almeno Via terra. Ecco perché c’è molta paura in caso di “no deal”, ovvero nessun accordo tra Londra e Bruxelles. In poche parole verrà imposta una cosiddetta frontiera dura. Uno spettro per molti cittadini che temono il ritorno dei controlli.

    THERESA MAY THERESA MAY

     

    "Il 55% del nostro bestiame viene mandato nel sud per la lavorazione. E questo vale anche per il 35% del nostro latte .... tutti i nostri prodotti andrebbero distrutti. Di conseguenza i nostri affari potrebbero essere rovinati, così come il futuro della nostra famiglia e dei nostri figli”, sottolinea un agricoltore.

     

    I vecchi posti di frontiera sono stati abbandonati. Ma con una Brexit "senza accordo" potrebbe essere riaperti, in modo che la Gran Bretagna possa essere per sempre libera da legami con l’Europa. Una prospettiva che secondo alcuni potrebbe generare anche episodi di violenza.

     

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    "Si ripristinerebbe una barriera fisica davanti alla quale le persone potrebbero protestare, e qualcuno potrebbe anche attaccare, speriamo di no. Speriamo non accada mai. Sono sicuro che non ci sarebbero scontri, ma non sono da escludere degli attacchi sporadici", dice un residente.

     

    Il confine è il centro della battaglia sulla Brexit

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    Un campo di battaglia durato decenni. Con scontri, conflitti e morti. "Pensate davvero che permetteremo loro di tornare a dettarci le regole? No, piuttosto meglio la guerra", dice una signora. La stragrande maggioranza delle persone teme il ritorno di scontri. "Se avessimo un confine duro in Irlanda del Nord, sarebbe davvero un disastro. Sarebbe la fine dell'Irlanda del Nord. Ora si vive benissimo, perchè c’é la pace."

     

    brexit brexit

    Per ora, la Gran Bretagna vuole evitare un confine. Ma non c’è ancora alcuna rassicurazione su un’allineamento regolamentare nelle due regioni per facilitare il transito delle merci. In pratica la Brexit rischia di far (ri)diventare così netto e deciso un confine che sta per compiere i 100 anni di età . Entro tre mesi circa la Gran Bretagna dovrà dire addio all'Unione Europea, il più grande cambiamento nel suo status in cinquant'anni. Qui in Irlanda del nord pace e prosperità sono sempre più a rischio. Nessuno sa quale danno potrà creare la Brexit senza un accordo. Solo il tempo ci mostrerà le conseguenze.

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