Federico Novella per ''la Verità''
«Offrirò un bonus vacanza a tutto il governo: preferisco pagarli per non fare nulla, perché questi come si muovono fanno danni. Adesso dicono: "Ripartiamo dal green". In effetti, grazie a loro, gli italiani sono al verde».
briatore
Flavio Briatore, gli Stati generali del governo Conte non l'hanno appassionata?
«Con tutti i problemi che abbiamo, hanno messo su il Grande fratello a Villa Pamphilj. Una specie di festival di Sanremo, con Conte nei panni di Amadeus, mentre la parte comica è stata affidata ai ministri. A cosa è servito?».
Solo il 42% degli italiani hanno approvato la kermesse, e lei non è tra questi.
«Chiudersi come topi in una villa, senza neanche i giornalisti? Proprio loro, quelli della trasparenza, che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno».
Insomma, niente più che un grande spot?
«Al governo non gliene frega niente degli italiani. L'obiettivo non è fare funzionare l'economia, ma rimanere al potere: anche a costo di far cadere il Paese a picco».
Il vero obiettivo è espugnare il Quirinale?
«Che il traguardo fossero i posti di potere lo abbiamo visto quando il virus era più violento: il tempo per fare le nomine nelle grandi aziende lo hanno trovato comunque. Mentre oggi non arriva neanche la cassa integrazione di aprile. Pensano forse che le aziende anticiperanno i soldi ai lavoratori per sempre?».
giuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 4
Quanto è impetuosa la tempesta?
«I ristoranti fatturano il 70% in meno. Ho tanti amici industriali che non riapriranno più. Proporrò una petizione popolare: bisognerà chiedere i danni a chi ci governa per aver distrutto il Paese».
Le imprese tentano di reagire?
«Alcuni provano ad assumere, ma i clienti non ci sono perché la gente è ancora terrorizzata. In Francia non c'è questo clima di paura. La verità è che il coronavirus è l'assicurazione sulla vita di questo governo, perché quando la gente ha paura non reagisce».
Teme una seconda ondata?
«Non so se arriverà, e non lo sanno neanche gli esperti: non si sono accorti che il virus era già qui a novembre, non sanno perché è arrivato, non sanno se tornerà. Ma intanto continuano a spaventarci».
Anche lei ha subito il contraccolpo della crisi?
flavio briatore
«14 ristoranti chiusi. Ma ci siamo messi intorno a un tavolo e abbiamo fatto un piano: abbiamo investito nei locali, cambiato i menu, abbassato i prezzi del 10%. E siamo ripartiti. Giovedì abbiamo riaperto il Twiga di Forte dei Marmi, un locale che fattura 13 milioni di euro».
All'estero è andata meglio?
«Ho locali nel Principato di Monaco e in Inghilterra: gli aiuti statali sono arrivati subito, la cassa integrazione copre l'80% della retribuzione, e miei ragazzi non hanno sofferto. In Italia invece facciamo la figura degli sfigati».
Dei famosi prestiti da 25.000 euro, soltanto un quarto delle domande sono state accettate. Perché?
«Perché le banche non fanno beneficenza, ma il loro lavoro. Quando sento il premier dire che le banche devono mettersi una mano sul cuore, mi domando se sia mai andato a chiedere un mutuo. Se alle banche dai le opportune garanzie, vedrai che i soldi alle imprese arrivano».
giuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 2
Ha dato un'occhiata al piano di Colao?
«Vittorio è una bravissima persona, ma tra gli innumerevoli componenti delle task force non ne vedo uno che sappia usare martello e cacciavite. Sono tutti scienziati che si siedono al ristorante ma non sanno come funzionano le cucine».
Il premier ha fissato per settembre il piano per il rilancio dell'economia. Si aspettava qualcosa di più concreto prima dell'estate?
«Non si rendono conto del disastro. In autunno la gente avrà fame, ci saranno due milioni di disoccupati. È chiaro che ci hanno raccontato palle per settimane: è appurato ormai che soldi non ne arriveranno. Hanno lavato la testa agli italiani, ma per il resto solo elemosine».
flavio briatore al billionaire
Si riferisce alla politica dei bonus?
«Hanno partorito il bonus per il monopattino. Forse pensano che siamo tutti radical-chic, con l'appartamento in Brera a Milano? Prova a dare il monopattino a un pendolare di Vigevano. Prima di decidere, magari sarebbe bello fare delle proiezioni, delle prove, delle analisi».
E invece?
«Invece siamo governati da persone tutta teoria e niente pratica, senza nessuna capacità. I peggiori ministri che abbiamo mai avuto. Sul mercato, varranno sì e no 1.200 euro al mese».
Non salva nessuno?
«Conte faceva il professorino, è stato catapultato a Palazzo Chigi per una botta di fortuna: non lo metterei neanche in cucina a fare il sugo. Per non parlare di quell'altro che faceva il deejay a Vibo Valentia».
vittorio colao agli stati generali
Forse si riferisce al Ministro della giustizia?
«Alle mie dipendenze ho tanti deejay, quelli bravi guadagnano parecchi soldi, ma non è che domani li metto a fare i ministri. Insomma, sono arrivato a rimpiangere la prima Repubblica. E pure la Seconda».
Addirittura?
«Ho l'impressione che siano ritornati i comunisti, quelli dell'ideologia anti-impresa. E pensare che all'inizio i 5 stelle mi stavano anche simpatici. Hanno sventolato il reddito di cittadinanza, ma il 70% di chi lo intasca non fa un tubo».
alfonso bonafede
Perché?
«Al Sud non si trova più gente che abbia voglia di lavorare, preferiscono intascare il sussidio. E questo mentre nello stesso territorio ci sono braccianti che raccolgono i pomodori in condizione indegne».
Ha funzionato lo smart working per i dipendenti pubblici? Adesso sono in ufficio tre su dieci. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, spinge per il ritorno al lavoro.
«Sono andati tutti al mare con lo stipendio pieno. Mentre gli autonomi e le partite Iva, a ottobre, saranno i nuovi poveri. Parlo degli albergatori, dei ristoratori: insomma la prima azienda d'Italia, quella turistica, che però non ha neanche un ministero».
Insomma, due Italie una contro l'altra?
«Quella dei nuovi poveri e quella dei mantenuti, che però è tenuta in piedi dalle aziende. Mettiamoci in testa che, se le imprese non tornano a fare profitti, nessuno potrà più permettersi di andare sui balconi a cantare».
Intanto Confindustria è ai ferri corti con il governo. Il nuovo presidente, Carlo Bonomi, chiede certezze.
ALFONSO BONAFEDE NEGLI ANNI '90 QUANDO FACEVA IL VOCALIST ALL'EXTASY
«Ci credo: devono ancora rimborsare miliardi di debiti statali nei confronti delle imprese. Potrebbero iniziare dando la possibilità a chi assume di scaricare i contributi: un modo per dare una mano».
Il ministro Roberto Gualtieri sogna un sistema economico «cashless»: senza contanti, solo pagamenti elettronici, al fine di combattere l'evasione.
«L'evasione è sicuramente un problema. Ma spesso si tratta di imprenditori che non riescono a pagare i contributi dei dipendenti. Non evadono per andare a Ibiza, ma per sopravvivere. In realtà serve ben altro».
Che cosa propone?
«Una riforma fiscale seria, con flat tax al 28%, così pagheranno tutti e aumenteranno anche gli introiti per lo Stato. Finché la pressione fiscale resterà a questi livelli nessuno sarà in grado di ripartire davvero».
Secondo punto?
«Una vera riforma della giustizia: non è possibile che io sia in causa per la mia barca da otto anni. E poi un protocollo Ponte di Genova per rilanciare le infrastrutture».
Protocollo?
matteo renzi al billionaire di riyad con flavio briatore e tommaso buti 1
«A Genova hanno fatto tutto il lavoro senza ritardi e senza inquisiti. Se avessero seguito le solite regole, ci avrebbero messo dieci anni in più e il ponte sarebbe costato dieci volte tanto. Prendiamo il ponte come esempio positivo».
L'Europa che ancora litiga sugli aiuti ci presenterà il conto?
«Se questo è l'andazzo, meglio la troika di questo governo. Almeno è gente che sa gestire il denaro. Ormai ci trattano come genitori alle prese con bambini scemi».
Ci crede al partito di Conte?
«Finirà come il partito di Mario Monti. Certo, poi qualche appoggio ce l'ha: gli statali che hanno salvato la busta paga, e poi quelli del reddito di cittadinanza. E poi i giornali: d'altronde, se dai 5 miliardi a chi possiede i maggiori quotidiani d'Italia, è normale che certa stampa ti sosterrà».
Rispetta le regole di distanziamento?
«I tifosi del Napoli riempiono le piazze, però poi rompi le scatole ai gestori delle discoteche. Arrivano nei locali in 6 su una macchina sola, ma poi gli imponi di ballare a 2 metri di distanza. Risultato: al Billionaire di Porto Cervo dovevamo assumere 140 persone, ma ci stiamo ripensando. Chi è il cretino che si è inventato questa regola?».
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