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    “NEMMENO GLI ANIMALI DELL'OTTOCENTO ERANO TRATTATI COSÌ” – BRIATORE SALVA CON IL SUO YACHT UN CENTINAIO DI MIGRANTI AL LARGO DI CROTONE – “ERANO SU UNA BARCHETTA A VELA. C’ERANO ONDE ALTE, LA GENTE URLAVA DISPERATA, MOLTI BAMBINI, UNO SPETTACOLO INDESCRIVIBILE. QUESTI MALEDETTI SCAFISTI BISOGNA BLOCCARLI ALLA FONTE. SI DEVE PENSARE A UN VERO BLOCCO NAVALE. L’EUROPA SI FA SEMPRE BELLA CON DEI PAROLONI. L'UNICA SOLUZIONE SAREBBE QUELLA DI…”


     
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    Paola Bulbarelli per “Verità & Affari”

     

    FLAVIO BRIATORE SULLO YACHT FORCE BLUE FLAVIO BRIATORE SULLO YACHT FORCE BLUE

    «Sono in traversata, potrebbe cadere la linea, stiamo arrivando a Cefalonia». Ma per fortuna non accade e riusciamo a parlare con Flavio Briatore che ha vissuto momenti «che non dimenticherò mai per tutta la vita. Non abbiamo nemmeno filmato per-ché era devastante ciò che si presentava ai nostri occhi».

     

    Cos'è accaduto?

    «A un certo punto, l'altra notte, abbiamo ricevuto una richiesta dalla Capitaneria di Crotone. Ci hanno pregato, dandoci le coordinate, d'andare a controllare una barca, che pensavano essere uno yacht, che chiedeva aiuto ed era a sette otto miglia da noi. A quel punto abbiamo deviato e siamo andati sul posto trovando una piccola barca a vela, circa sedici metri, piena di gente, almeno un centinaio di persone. Nemmeno gli animali dell'Ottocento erano trattati così».

     

    Che avete fatto?

    elisabetta gregoraci e flavio briatore si tuffano dal force blue nel 2010 elisabetta gregoraci e flavio briatore si tuffano dal force blue nel 2010

    «Abbiamo cercato di parlare con loro, non avevano spazio, uno attaccato all'altro. Abbiamo dato tutte le informazioni alla capitaneria, mare molto brutto, loro navigavano grosso modo a quattro nodi per ora, erano a 80 miglia da Crotone e avrebbero impiegato venti ore a arrivare. Situazione disastrosa».

     

    Impressionante.

    «Di più, perché questa barca è stata messa nelle acque territoriali italiane da altre imbarcazioni. Significa che li hanno portati con dei gommoni, li hanno messi sulla barca a vela, hanno inserito il pilota automatico bloccandolo, data una radio in mano in modo da poter chiamare i soccorsi e li hanno abbandonati. Noi abbiamo chiesto dove fosse il capitano ma ci hanno detto che era scappato».

     

    A quel punto?

    «La Capitaneria ci ha chiesto di rimanere in contatto per dare loro esattamente le coordinate, in quel momento il mare era forza 4. Pensi lei in che stato era quella barca a vela, la gente urlava disperata, c'erano bambini, e noi cercavamo di calmarli dicendo che la motovedetta stava arrivando visto che avevamo avuto l'informazione che era partita da Crotone.

     

    FLAVIO BRIATORE SULLO YACHT FORCE BLUE FLAVIO BRIATORE SULLO YACHT FORCE BLUE

    Dopo due ore e mezza è giunta e ci hanno chiesto di metterci tra la barca a vela e la motovedetta per bloccare un po’ di onde perché non riuscivano ad avvicinarsi con un mare di due metri d'onda, buio pesto».

     

    Situazione allucinante.

    «Con un'altra barca di americani che si trovava in zona e la nostra, abbiamo cercato di spezzare le onde in modo che potessero caricare questi migranti sulla loro navetta e dopo molti tentativi andati a vuoto hanno deciso di rimorchiarli mettendo una cima alla barca a vela. Noi siamo stati lì più di cinque ore con un mare veramente problematico. Siamo stati a 500 metri dalla barca a vela come da regolamento come ci avevano detto, poi, finalmente li hanno attraccati».

     

    Chi c'era sulla barca a vela?

    flavio briatore flavio briatore

     «Abbiamo telefonato e ci hanno detto che erano iraniani, egiziani e turchi. Persone che pagano 400-500 euro a testa per avere un servizio del genere. Dalla ricerca che abbiamo fatto s'è capito che loro arrivano sulle acque territoriali italiane con dei gommoni grandi, vere barche da macello, quelli che si vedono in televisione, poi questi disgraziati, tutti con salvagente arancione, vengono messi su una imbarcazione come quella barca a vela che al massimo carica sei otto persone, ne mettono cento, tutti aggrappatì, tutti che rischiano la vita».

     

    Lei è abituato ad andare per mare, è la prima volta che le capita una situazione del genere?

    «Si, e le assicuro che è uno spettacolo indescrivibile. In più sei impotente. Il contributo che abbiamo dato è stato quello che ci ha chiesto la Guardia costiera, cinque ore in osservatorio e oltre a questo non potevamo fare. E la nave della Guardia costiera ha fatto una fatica enorme, per più di un'ora non riusciva ad avvicinarsi per l'altezza delle onde. Alla fine sono stati molto bravi e ce l'hanno fatta».

     

    Secondo lei cosa bisogna fare perché non accadano situazioni di questo genere?

    «Questi maledetti scafisti bisogna bloccarli alla fonte, non puoi lasciarli partire, è un continuo massacro in quelle condizioni. Non lo auguro a nessuno di fare un viaggio del genere.

     

    BRIATORE YACHT FORCE BLUE BRIATORE YACHT FORCE BLUE

    Si deve pensare a un vero blocco navale, un blocco a casa loro prima che arrivino in acque territoriali italiane».

     

    Bisogna fare i conti con l'Europa.

    «Che si fa sempre bella con dei paroloni. L'unica soluzione sarebbe quella d'investire in Africa per consentire a queste persone di trovare un lavoro a casa loro. Son tutti bravi a Bruxelles a pontificare e alla fine nessuno mette le mani nel fango. Investire in Africa è un obbligo altrimenti diventerà un problema enorme».

     

    Lei, in Africa, c'è da tanti anni.

    migranti nel mediterraneo 9 migranti nel mediterraneo 9

    «Trenta e do lavoro a più di mille persone. Il 90% locali, il 10% sono internazionali tra italiani, spagnoli, polacchi. E a quel 90% facciamo scuola alberghiera e addestramento per insegnare un lavoro».

     

    Qui si fa capo ai centri d'accoglienza.

    «Già, e sento dire che quando sono vuoti cercano di riempirli velocemente».

     

    Un business?

    «Non è un business che mi interessa però in questo caso bisogna intervenire durissimi. Se sanno che li blocchi, lì riporti a casa e gli spacchi la barca, quando gli hai spaccato cento barche e non ne hanno più non possono portare la gente. Bisogna affondare le barche prima che partano. Speculatori che speculano sulla vita delle persone».

     

    La politica, secondo lei, si gira dall'altra parte?

    «L'attuale ministra non se ne è mai occupata, lei dovrebbe salire sulle barche per vedere cosa succede, rendersi conto di quel che accade e solo in quel caso cambierebbe idea sull'accoglienza. Devi viverla una esperienza di questo genere perché quando la vedi in televisione o la leggi sui giornali non te ne rendi conto. Invece di stare seduti sui loro scranni vadano a toccare con mano».

     

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