flavio briatore arriva a casa di daniela santanche' per la quarantena

BRIATORE UOMO DELLA STRADA - ''RAGAZZI, BASTA CON GLI ASSEMBRAMENTI''. IL BILLIONAIRE, COME MOLTI ITALIANI, UN GIORNO E' RASSICURATO E QUELLO DOPO E' ALLARMATO. OGGI CAZZIA I GIOVANI CHE LA SERA SI APPICCICANO PER STRADA E NEI LOCALI, IERI PUBBLICAVA IL CONFRONTO DEI NUMERI TRA MARZO E OGGI: A PARITÀ DI CONTAGI, LE MORTI E LE TERAPIE INTENSIVE SONO DIECI VOLTE MENO. SOLO CHE ALL'EPOCA SI TESTAVANO (QUASI) SOLO I POSITIVI, E ORA SONO MIGLIORATE TECNICHE E CURE. MA SE GLI OSPEDALI TORNANO A SOVRAFFOLLARSI…

 

 

MA NON È COME A MARZO: I VERI NUMERI A CONFRONTO PER SCONGIURARE IL TERRORE

Enza Cusmai per ''il Giornale''

 

flavio briatore

Il Covid accelera e i numeri dei contagi crescono a ritmo sostenuto. Ma il quadro della situazione è molto diverso dal terribile marzo scorso: Il virus ora, non è come allora. E lo si evince dalla tabella con i numeri della Protezione civile che pubblichiamo in questa pagina. Sono stati messi a confronto due giorni qualunque dell'era Covid, il 28 marzo e ieri. In comune c'è all'incirca lo stesso numero dei contagiati, che superano i cinquemila casi. Sono diversi però tutti gli altri parametri, i pazienti ricoverati, quelli finiti in terapia intensiva, il numero dei tamponi eseguiti e infine i decessi.

 

flavio briatore arriva a casa di daniela santanche' per la quarantena 9

Il 28 marzo, la rianimazione contava ben 3856 persone, i ricoverati erano più di 26mila e i decessi 889. L'altro ieri, invece, c'erano meno di quattromila ricoverati, 358 casi in terapia intensiva, 22 decessi. La differenza dei due scenari emerge dal numero dei tamponi effettuati: solo 35mila a marzo con il 17% di positivi, 128mila ieri e l'incidenza dei positivi si ferma al 4,15%. Dai numeri emerge che la clinica della malattia sembra davvero cambiata, i casi sono più leggeri, in terapia intensiva finiscono sempre meno persone e il Covid lo «regge» meglio anche chi ha patologie.

 

I motivi? «Abbiamo imparato a curarlo, lo troviamo molto precocemente. E ora curiamo non solo le polmoniti ma anche i raffreddori da Covid», spiega Vittorio Demicheli, epidemiologo e direttore dell'Ats Milano che accenna a un cauto ottimismo. «Attualmente il virus fa meno danni, misuriamo tanti casi leggeri e questo ci fa ben sperare sul riuscire a frenarlo senza arrivare a provvedimenti drastici. La settimana scorsa aggiunge l'esperto - c'erano 8mila sintomatici su 28mila positivi. E questo vuol dire che più di due terzi di persone che avevano il Covid stavano bene. La situazione è infinitamente meno grave rispetto a quella che misuravamo a marzo». Ma questo non vuol dire abbassare la guardia. I problemi possono aggravarsi con i grandi numeri.

FLAVIO BRIATORE ALBERTO ZANGRILLO

 

«La curva sta accelerando - aggiunge Demicheli - alcune piccole regioni cominciano a dare segnali di sofferenza negli ospedali e ci sono regioni con un'incidenza di contagi molto alta come la Liguria, il Veneto e la Campania spiega l'esperto Ma i sintomatici ricoverati oscillano dal 6 all'8% e il 2% che finisce in terapia intensiva presenta quasi sempre delle fragilità». La massa dei contagiati, dunque, se la cava restando in isolamento e curandosi con tachipirina e antibiotico. Certo, essere positivi significa comunque quarantena per sé stessi e la cerchia di familiari e conoscenti. E il rischio di una paralisi del sistema economico e sociale sarebbe altissimo se la curva dovesse schizzare alle stelle. Ma dal punto di vista clinico la situazione è davvero cambiata.

LA STORY DI BRIATORE DAL SAN RAFFAELE

 

Lo spiega anche l'infettivologo Matteo Bassetti in un post in cui racconta, dopo aver finito il giro tra i pazienti Covid nel reparto malattie infettive del San Martino di Genova. «Rispetto ai giorni terribili della scorsa primavera - scrive - assistiamo a ricoveri mediamente più brevi, l'età media è leggermente più bassa (67 anni), la malattia è più gestibile e la letalità è praticamente azzerata. I casi complessi sono una minoranza. Ora abbiamo i farmaci e sappiamo come e quando usarli e siamo più sicuri di quello che facciamo, la situazione è molto diversa rispetto a marzo e aprile. Completamente diversa».

 

Ma l'epidemiologo Roberto Buzzetti mette in guardia: «Il virus non è cambiato, non è più buono, è sempre lui, siamo solo diventati più bravi a combatterlo». E l'arma fondamentale restano mascherine e distanziamento nonché stare alla larga dai luoghi chiusi. «Anche le riunioni di lavoro - suggerisce Buzzetti - dovrebbero essere organizzate all'aria aperta così come le lezioni per gli studenti. E se non si può, bisogna arieggiare i locali costantemente».

 

tweet sulla prostatite di briatore 2BOB SINCLAIR E FLAVIO BRIATOREflavio briatore con silvio berlusconi il 12 agosto