Marisa Fumagalli per il “Corriere della Sera”
ljuba rizzoli
«La bellezza? Una maledizione. Ti mette a disagio, ti fa sentire preda anche se non vuoi. Innesca gelosie nelle amiche, che sparlano di te. Ricordo ancora i commenti e i fischi dei giovanotti quando, a 13 anni, ero una fanciulla in fiore. Gambe lunghe, vita stretta, seno prosperoso. Lo fasciavo per non dare nell' occhio. Poi ci fu la violenza sessuale del professore, dopo la scuola. Un dramma che ha cambiato il mio destino».
Memorie lontane. Il vissuto si mischia ai fatti di attualità: «Avrei potuto fare l' attrice, se mi fossi piegata alle voglie maschili. Gli scandali sulle molestie oggi sono in prima pagina. Inutile can can». Ancora: «Di me potrei raccontare le avances subite da insospettabili luminari della medicina, ma lasciamo perdere».
libro di Ljuba Rizzoli
È un romanzo la vita di Ljuba Rosa Rizzoli, nata nel 1932, a Milano: padre imprenditore, madre casalinga, due fratelli, appartamento in viale Monza. Papà Pierino immaginava la sua «tusa» (ragazza) in sposa a un solido professionista, famiglia, figli, eccetera.
Invece, Ljuba, segnata nell' animo e nel fisico («non potrà avere figli», fu il responso dei medici dopo un delicato intervento), ha cambiato verso. Senza calcoli, ha scalato in fretta e molto in alto l' ascensore sociale - dopo l' amore con il giornalista Arturo Tofanelli, il suo primo uomo ricco e famoso fu il petroliere Ettore Tagliabue - immergendosi in un tourbillon di eventi da realtà romanzesca.
ljuba rizzoli
Per raccontare la sua vita c' è voluto un libro e anche quello non basta a contenere un' esistenza al massimo. Il titolo riassume bene: Io brillo/Diamanti, amori, casinò e un dolore che non finisce mai (Cairo editore). La confessione di madame Rizzoli è stata raccolta dalla giornalista Tiziana Sabbadini. Firma la prefazione Marina Cicogna, amica di lunghissimo corso. «Il denaro, i gioielli, le case, il lusso - scrive di lei - erano arrivati per caso, e non erano mai stati essenziali».
ljuba rizzoli
In copertina Ljuba, bellissima, esibisce al dito un brillantone da 45 carati. Precisa: «Apparteneva a uno stock di gioielli della principessa indiana Maharani di Baroda, battuti all' asta. Me li aggiudicai ed è stata la mia fortuna. Avere molti gioielli importanti e vendibili a caro prezzo mi ha aiutato a superare momenti economicamente difficili». Allusione ai miliardi di «debiti» avuti in eredità dal marito. L' editrice Rizzoli aveva acquistato il Corriere della Sera : «Andrea era di parere contrario, ma il figlio Angelo fece di testa sua. Amen».
LJUBA RIZZOLI ANGELO RIZZOLI
Capitoli che ripercorrono i tempi bui della guerra («rischiai di finire al muro»), gli amori («felicemente schiava di uomini molto più anziani di me»), lo sfarzo, i gioielli a chili (e non è un modo di dire), il gioco («una terapia ai mali dell' anima»), il casinò di Montecarlo («oggi è il mio club, la mia famiglia»), la carrellata di personaggi: imprenditori, politici, divi, giornalisti, artisti. La commedia e la tragedia. La caduta e la ripresa. Tanti tasselli di un mosaico che Ljuba compone e ricompone. Parla di sé andando a zig zag.
Alla dolce vita si mischiano ricordi terribili. Eccola, dopo il ricovero in clinica e la cura pesante con elettroshock, annaspare mentre tenta di uscire da un periodo nerissimo: la perdita del marito, Andrea Rizzoli, e soprattutto la tragica fine della figlia Isabella che si tolse la vita poco più che ventenne, nel 1987 a Montecarlo, lanciandosi da un grattacielo. «Era la luce dei miei occhi, un miracolo - confida -. Nacque nel 1964, inaspettata. Mi trovavo a Parigi dove posavo nello studio della pittrice Leonor Fini che mi faceva il ritratto, e accusavo vari disturbi. Con me, l' amica Marina Cicogna. Analisi del sangue, risultato inequivocabile: incinta! Non ci volevo credere».
ljuba rizzoli
Con la nascita di Isabella, Ljuba Rosa entra ufficialmente nella grande famiglia Rizzoli. Passa dal ruolo di «mantenuta» (si diceva così dell' amante con appannaggio e casa pagata) a quello di signora riconosciuta e rispettata. Sposata non ancora, poiché la legge sul divorzio è di là da venire. «I Rizzoli sono stati la mia famiglia. Avevo già convissuto come una regina nella villa di Ettore Tagliabue. Vita brillante, fra battute di caccia e ricevimenti.
Una storia di coppia, però. Quella con Andrea è una storia di famiglia. Pur fra le comprensibili freddezze dei suoi figli di primo letto, nella casa di via del Gesù accanto alla nonna Anna (moglie di Angelo il commenda , mio suocero), ho sentito affetto, protezione». E la sua fama di seduttrice? Anche gli emiri volevano rapirla. «Seduttrice per caso. Il sesso non mi ha mai coinvolto più di tanto. Non è una priorità. Preferisco il gioco. Sono un' allumeuse . Stuzzico».
marina cicogna
La villa di Cap Ferrat, acquistata da Andrea Rizzoli (editore e produttore cinematografico) dall' attore Curd Jurgens è stata per anni il buen retiro della coppia. A Cap Ferrat è cresciuta la figlia Isabella. Nei saloni, sul terrazzo, nel magnifico giardino della residenza in Costa Azzurra pied dans l' eau è passato il bel mondo. I nomi sono scritti nel libro degli ospiti: Ronald Reagan con Nancy, Paul Newman, Cary Grant, Gary Cooper, Romy Schneider, Gunter Sachs, i Krupp Per non dire degli italiani di casa, come Gianni Agnelli, Attilio Monti e altri imprenditori di rango.
A Ljuba piace ricordare soprattutto Silvana Mangano, Fellini con Giulietta Masina, Alberto Sordi. Fra i giornalisti: Montanelli, Afeltra, la Fallaci. A proposito dell' Oriana: «Mio suocero, il commenda , mi diceva: non tirarla in casa che ti procura soltanto grane. Già, era un tipino difficile». Rimasta sola, durante gli ultimi anni trascorsi a Cap Ferrat prima di trasferirsi definitivamente a Montecarlo, Ljuba ha potuto contare su un affettuoso compagnon , l' allenatore di calcio Rolland Courbis. Vent' anni più giovane.
LJUBA RIZZOLI CHAGALL
«È sempre in giro per il mondo, ma mi chiama più volte al giorno. Sua madre, prima di morire, gli ha fatto promettere che non mi avrebbe abbandonata». Ljuba oggi come si vede? «Astratta, provvisoria. Non mi manca nulla materialmente, Isabella è sempre dentro di me. Le parlo spesso, quando sono da sola». Il demone del gioco? «Mi ha posseduta, è vero. Conosco ogni segreto. Vado al casinò ma diserto la roulette. Ormai, per me è un club». «Sul gioco e i giocatori farò un libro», dice. E non finisce qui. «Ce ne sarà un altro, sul lato piccante dell' amore».