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    “VOGLIAMO PARLARE CON IL PRIMARIO” - A BRINDISI I PARENTI DI UN PAZIENTE AGGREDISCONO UN’INTERA EQUIPE E INTERROMPONO UN’OPERAZIONE PERCHÉ VOLEVANO PARLARE CON IL RESPONSABILE DELLA CHIRURGIA VASCOLARE - IL PRIMARIO OVVIAMENTE HA SPORTO DENUNCIA PER AGGRESSIONE E INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO, VISTO CHE HANNO MESSO A RISCHIO LA VITA DELL’UOMO SOTTO I FERRI - È IL SECONDO EPISODIO IN MENO DI UNA SETTIMANA IN PROVINCIA


     
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    Lucia Portolano per “la Repubblica”

     

    Prima aggrediscono il medico di turno, poi si dirigono verso la sala operatoria e interrompono un delicato intervento chirurgico perché vogliono parlare con il primario.

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    I parenti di un paziente hanno aggredito un' intera equipe medica mentre operava su un altro malato colto da aneurisma. È accaduto nel reparto di Chirurgia vascolare dell' ospedale Perrino di Brindisi, dove giovedì sera si è verificato l' ennesimo episodio di violenza contro il personale sanitario.

     

    gabriele maritati gabriele maritati

    Nella stanza c' erano almeno una decina di parenti di un ricoverato per un problema ad uno stent cardiaco impiantato un anno fa a Campobasso, l' uomo si stava lamentando per i dolori. Sarebbe intervenuto prima il medico di guardia, altri tre erano impegnati in sala operatoria. I familiari hanno aggredito verbalmente il dottore, volevano parlare con il primario, e poi hanno fatto irruzione in sala operatoria mentre il dirigente medico operava. Gabriele Maritati ha immediatamente interrotto l' operazione ed uscito dalla stanza per cercare di tranquillizzare gli animi.

     

    In sala operatoria è rimasta una sola dottoressa. I parenti hanno continuato ad inveire contro i medici e si sono scagliati contro un' infermiera. In reparto si è scatenato il panico, sino a quando non sono arrivate le forze dell' ordine.

     

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    Il primario ha sporto denuncia per aggressione e interruzione di pubblico servizio. Un comportamento grave che ha messo a rischio la vita di un altro paziente che in quel momento era sotto i ferri. «La misura è ormai colma - afferma Arturo Oliva, presidente dell' ordine dei Medici della provincia di Brindisi - questo è l' ennesimo atto di violenza contro gli operatori sanitari. Se la direzione non dovesse adottare tutte le misura di sicurezza per tutelare il personale potremmo decidere di astenerci dalle attività nei luoghi non sicuri». I medici dicono di essere esasperati da queste continue situazioni di intolleranza e prevaricazione e chiedono interventi urgenti, come il ripristino in ospedale di un punto di pronto intervento di Polizia attivo per 24 ore, oltre a porte blindate per le sale operatorie, videocitofoni e telecamere.

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    Questo è il secondo episodio di aggressione in meno di una settimana nella provincia di Brindisi: il 26 gennaio due operatori del 118 sono stati inseguiti e minacciati da un uomo. Il prefetto di Brindisi Umberto Guidato ha convocato un incontro per il 6 febbraio per affrontare un problema che non può più essere rinviato.

     

    «Questi atti di violenza si stanno verificando in maniera sempre più frequente - spiega Giuseppe Pasqualone, direttore generale dell' Asl di Brindisi -. Si tratta di atteggiamenti incomprensibili, quest' ultimo di una gravità inaudita. Ora saremo costretti a presidiare gli accessi con personale dedicato e metteremo delle porte sorvegliate. Non posso certo pensare che debba far scortare gli operatori sanitari e i medici che fanno il loro dovere in ospedale».

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