Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
LO SCAMBIO TRA BRITTNEY GRINER E VIKTOR BOUT
«C’è tanta gente, molta di più che per le partite di basket». Brittney Griner ha rotto così, sfoderando un sorriso imbarazzato, il ghiaccio salendo sul podio a Phoenix per la prima conferenza stampa da quando il 9 dicembre scorso è tornata negli Stati Uniti dopo aver trascorso quasi 300 giorni in prigionia in Russia.
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Il suo rilascio è stato negoziato per mesi fra Mosca e Washington e ha portato allo scambio con il trafficante di armi Viktor Bout. Davanti a lei 200 persone fra giornalisti, la governatrice dell’Arizona Katie Hobbs, la moglie Cherelle, tutto il team dei Phoenix Mercury.
Finora aveva centellinato le apparizioni: era stata al Super Bowl in Arizona, a un evento del circuito golfistico americano e al Martin Luther King Day a Phoenix, ma non aveva mai parlato della sua prigionia, del suo impegno per gli altri detenuti e della sua vita.
brittney griner mostra la sua foto con la squadra di ekaterinburg
Griner si è presentata indossando una t-shirt nera con la scritta “Bring Our Families Home” (letteralmente, riportiamo le nostre famiglie a casa), il nome di un’associazione fondata nel 2022 a sostegno degli americani illegalmente detenuti all’esperto, e poi ha tolto il velo davanti a un murale al Footprint Center di Phoenix che raffigura, oltre Brittney, i volti degli americani incarcerati, fra cui Paul Whelan, l’ex marine Usa in prigione in Russia dal 28 dicembre 2018. […]
Griner venne fermata il 17 febbraio del 2022 all’aeroporto di Mosca e quindi condannata a 9 anni di reclusione con l’accusa di aver olio di hashish nella valigia. Era in Russia per giocare durante un periodo di pausa della WNBA, la lega femminile di basket americano.
brittney griner in aula a khimki
Non è insolito che le atlete Usa approfittino della pausa per calcare i parquet all’estero e guadagnare qualche soldo in più. Il salario della Griner fino all’anno scorso era di 165 mila dollari l’anno. E proprio la questione della necessità di rimpinguare i guadagni è stata oggetto di diverse domande: Griner ha detto di non voler mai più andare all’estero.
brittney griner in aula a khimki
«Speriamo però che quanto accaduto spinga la WNBA a fornire più tutele e diritti», il suo appello. A salvarla nei quasi dieci mesi di detenzione sono state le foto della famiglia: «Solo poter vedere i loro volti mi ha aiutato», ha raccontato. «Quando avevo la tentazione di arrendermi, guardavo le foto e questo mi riportava a pensare a quel che bramavo, tornare con la mia famiglia, con i miei affetti in un posto sicuro». All’inizio Griner ha faticato a trattenere le lacrime. […]
brittney griner arriva in aula in manette viktor bout 2 brittney griner in aula a khimki 3