Estratto dall'articolo di Ettore Livini per ''la Repubblica''
Qui l'integrale:
https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/01/24/news/dito_grasso-217374734/
High Frequency Trading
L’incubo del dito grasso regala un’altra giornata da brivido alle Borse mondiali confermando che in questo mondo iper-sofisticato fatto di algoritmi che sparano 5mila ordini di acquisto al secondo e di sistemi di controllo costati miliardi di dollari l’uomo – quando ci si mette - è capace di fare ancora la differenza. In peggio. La maledizione del fat-finger error, come lo chiamano gli anglosassoni, ha colpito implacabile negli scambi pre-apertura a Singapore.
High Frequency Trading
“Qualcuno ha sbagliato a digitare sulla tastiera del pc l’ordine di vendita di 167.500 azioni della Jardine Matheson inserendo un prezzo inferiore del 75% a quello della vigilia”, hanno ipotizzato subito gli operatori. Una distrazione? Un indice sovradimensionato che ha schiacciato due tasti invece di uno? Le conseguenze - in assenza di T9 e correttori - sono state comunque disastrose: il titolo del grande conglomerato asiatico è crollato per qualche interminabile minuto dell’83%, bruciando 41 miliardi.
Chi ha venduto – probabilmente una banca d’affari - ha perso 9 milioni di dollari ma, per evitare cattiva pubblicità, ha preferito non chiedere la cancellazione delle transazioni. E le azioni Jardine, dopo l’ottovolante mattutino, hanno archiviato la seduta con un insipido +0,53%. La manina maldestra dei trader distratti non è nuova a exploit di questo genere. Anzi…
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Jardine Matheson High Frequency Trading