Cristiana Lauro per Dagospia
BRUNELLO 2012
Sta per uscire sul mercato l'annata 2012 di Brunello di Montalcino ed è una meraviglia.
L'anteprima dell'annata è prevista il 17 febbraio per la stampa di settore e aperta al pubblico nei tre giorni a seguire. Quindi prima la stampa e poi il pubblico, quello che le bottiglie le compra, le paga. Non fa una piega, la critica assaggia svolge il suo compito e ci racconta com'è l'annata in uscita, ci orienta sull'acquisto.
Il Consorzio nel frattempo ha già (auto)assegnato le cinque stelle al millesimo 2012 e lo ha fatto, come di regola, da protocollo, pochi mesi dopo la vendemmia, non a ridosso della sua uscita sul mercato ovvero quando il vino ha completato il suo affinamento ed è effettivamente giudicabile.
Ma esistono i campionati anche nella critica del vino, la serie A e la serie B e, infatti, a più di una redazione è consentito l'assaggio in zona prima della data ufficiale.
BRUNELLO
L'anteprima dell'anteprima, diciamo. Cosa che ha fatto alzare il sopracciglio a chi, pur svolgendo lo stesso mestiere, non è stato offerto uguale canale preferenziale. Non solo, ma per i giornalisti accreditati all'anteprima ufficiale, che a questo punto vanno a scoprire l'acqua calda visto che sono già usciti in rete autorevoli giudizi, è offerto solo un giorno di degustazione con servizio dei sommelier al tavolo. Per il resto potranno assaggiare a buffet, in piedi, ai banchi di degustazione, come alle sagre popolari.
La 2012 è una gran buona annata per il Brunello di Montalcino, come dice Doctor Wine, migliore della precedente e la stampa internazionale sembra in linea. Insomma il Consorzio del Brunello di Montalcino ci aveva preso quella volta che assegnava a se stesso le cinque stelle ovvero il massimo riconoscimento. La domanda questo punto è: a cosa serve l'anteprima per la stampa?
BRUNELLO MONTALCINI 4
BRUNELLO 2012
Riccardo Viscardi per www.doctorwine.it
Fine Gennaio, ci rechiamo a Montalcino per assaggiare le nuove annate commercializzate quest’anno: Brunello 2012 e Brunello Riserva 2011. Dopo le prime impressioni dell'autunno scorso ora possiamo tirare delle conclusioni più precise che comunque non si discostano da quelle di qualche mese fa. La divisione in fasce, la forbice qualitativa che si allarga tra i produttori hanno trovato conferma in questo giro degustativo che ha visto assaggiati oltre 140 Brunello 2012, 40 selezioni 2012, 30 riserve 2011, alcuni Brunello 2011 immessi solo ora sul mercato e infine due riserve 2010.
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Le belle notizie vengono dall’annata 2012, che ha dato un'ottima prova di sé, con una media qualitativa elevata e molte punte di qualità eccelsa. Un'altra considerazione va fatta sul crescente numero di selezioni presenti in degustazione. Mi piace questa new age che spero vada a limitare il numero delle riserve, che sebbene sia una tipologia classica, non permette all’appassionato di comprendere le tante sfaccettature dell’universo Brunello.
In realtà non capisco perché alcuni produttori siano contrari all'idea di zonazione del territorio di Montalcino. Se fai un cru aziendale è chiaro che ritieni quella vigna migliore o almeno diversa dalle altre che possiedi, tanto da farne un vino indipendente. Di fatto stai mappando e zonando la tua azienda, quindi perché sei contrario alla zonazione del territorio? Mistero del Brunello.
BRUNELLO 2
Un'altra novità lampante è che sul territorio è in atto un'innovazione-rivoluzione silenziosa che pone nuovi orizzonti, estremamente interessanti, al futuro del Brunello. Un numero sempre crescente di produttori ha accettato la sfida del tempo all’olfatto del Brunello. Stanno cercando di “allungare temporalmente” la vita del marcatore olfattivo più riconoscibile del Brunello che è rappresentato dalla ciliegia variamente declinata. Questa ricerca non nega le note più classiche floreali, di tabacco e di sottobosco autunnale, ma cerca solo di posticiparle nella loro veemenza a qualche anno dopo la commercializzazione del vino.
Una sfida che coinvolge anche noi degustatori che dovremo cambiare alcuni parametri olfattivi della valutazione organolettica. Quello che trovo interessante è che questa ricerca vede impegnati produttori con stili di invecchiamento molto diversi tra loro. Su un concetto così innovativo sì che mi sembra giusto parlare di innovatori e tradizionalisti e non su quella trita distinzione fatta tra chi usa botti piccole e chi grandi.
Chiudo per dire che ritengo troppo elevato il numero di riserve 2011 presentate, la maggior parte di poco interesse e solo poche intriganti. Il 2011 non è annata da riserva, salvo in alcune zone ben circoscritte.
brunello montalcino
Qui sotto una carrellata di Brunello che ci hanno colpito, partendo dai "base" 2012, quindi le Selezioni della stessa annata e poi qualche riserva.
bottiglie brunello montalcino