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    IL DEMONE BRUNETTA CONTRO L'ANGELO GUGLIELMI - ''NELLA SUA INTERVISTA DISPREZZA BERLUSCONI 'FIGLIO DI UN DIRETTORINO DI BANCA'. IO CHE SONO FIGLIO DI UN AMBULANTE, MI CHIEDO COME POSSA PARLARE COSÌ UNO CHE DOPO AVER FATTO IL DIRETTORE DI RAI3, HA PIAZZATO LA FIGLIA A RAI3''


     
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    renato brunetta renato brunetta

     

    Lettera di Renato Brunetta a Dagospia

     

    Caro Dago,

     

    grazie alla mia abitudine, per mancanza di abitudini, a sorbirmi quello che ci propini ogni giorno, nel meditabondo pomeriggio di una insanguinata Pasquetta, prima ho letto l'intervista di Angelo Guglielmi al Fatto (a firma Malcom X Pagani), e poi mi ci sono sprofondato dentro, come in un verde prato fiorito consolatorio. Mal me ne incolse.

    angelo guglielmi angelo guglielmi

     

    Quanta storia della cultura Italiana viene macinata dal mulino guglielmino con assoluta apollinea indifferenza. Poche illuminazioni, tanti luoghi comuni, tanta auto indulgenza. Pasolini giù, Gadda su, così meravigliosamente ingenuo, Moravia si salva perché non si offendeva per le critiche di Guglielmi, e sottraeva Pasolini alla letteratura portandoselo in India.

     

    Poi ecco la politica. Guglielmi la compatta tutta per la discarica con serena certezza che non meriti altro che il suo disprezzo, ma con il tono di chi si sente spiritoso. Occhetto non doveva rinunciare al comunismo, D'Alema perdente. Di Craxi ricorda lo sketch di Staino che lo raffigura mentre va a rubare agli zingari, Berlusconi è un furbone...

    luciana castellina angelo guglielmi luciana castellina angelo guglielmi

     

    Ricorda anche i suoi ricordi. Ed è fantastica l'attitudine giustificazionista figlia di questa idea di sé che accomuna tutta la casta della cultura sotto le ali di Feltrinelli. Certo che hanno sbagliato a non crederlo terrorista, lui e i suoi compagni del gruppo 63, ma avevano ragione anche nell'aver torto; gli altri, i tanti oggetto dello schifo avevano ragione, ma avevano torto ad aver ragione, perché la storia non è quella che vivono e subiscono le persone comuni, ma quella che accade nella testa e nei libri di questi esseri divini che costruiscono il loro mito grazie all'acquiescenza di giornali para-grillini e para-populisti a destra come a sinistra, tutti affetti da sudditanza psicologica, etica, culturale e politica, intimoriti ed affascinati da questi signori dalla penna rossa.

    anna lisa guglielmi anna lisa guglielmi

     

    Ed ecco che Guglielmi dice una cosa che mi colpisce molto, quando con elegantissima puzza sotto il naso nota che il Cavaliere è di natali senza blasone, "figlio di un direttorino di banca"... Si percepisce un'idea di sé e del suo mondo dove si disprezza l'umile affannarsi del formicaio umano, fatto di direttorini e operaietti, troppo vicini alla terra rispetto al pinnacolo della moralità e del sapere dove svolazza Angelo, nomen omen.

     

    Ed è qui che mi viene alla mente un lontano ricordo, forse una diceria. Una persona di così squadernata superiorità, non un direttorino di banca qualsiasi, ma un direttor de' direttori, ma ancora più di così, il costruttore della cattedrale di Rai Tre, il Capitano Nemo viaggiatore nelle profondità della cultura, dove avrà sistemato la prole?

     

    Cerco su Google e mi si apre un mondo. E ritrovo che ha piazzato la figlia in Rai, al momento in cui andò in pensione. Ecco che Annalisa Guglielmi risulta assunta, imbullonata, non precaria come le migliaia di figli di borghesucci piccoli piccoli, nella sede dell'azienda di Stato a Milano. Sono certo sia bravissima, tutti i figli (mogli, parenti vari…) della nomenclatura rossa sono bravi ragazzi. E un sacco di loro sono approdati in eccellenti posizioni sempre all'ombra del simbolico cavallo scolpito da Messina proprio per loro, a quanto pare. Consultare per credere:

     

     

     

    silvio berlusconi con il padre luigi la madre rosa e la sorella maria antonietta silvio berlusconi con il padre luigi la madre rosa e la sorella maria antonietta

    Ma perché Guglielmi che spella vivi anche i morti come Craxi, si sente tranquillo come un Buddha seduto sui suoi meriti e non gli ripugna la raccomandazione per i consanguinei? Ci ho pensato.

     

    E credo che i compagni i quali non hanno mescolato il loro talento con il sangue e la merda della politica, e sono certissimi della loro intemerata purezza, poi ritengano di poter rivendicare, con cristallina coscienza, il diritto dinastico al seggio nelle aziende pubbliche a mo’ di risarcimento, per aver mantenuto le mani pulite in mezzo a tanta schifezza. A me, caro Guglielmi, figlio di venditore ambulante, questa logica fa semplicemente orrore.

     

    Sogno un’Italia senza ladri, ma anche senza moralisti, intellettuali (soprattutto di cultura marxista) affetti da congenita superiorità antropologica, ipocriti sepolcri imbiancati. Sogno un’Italia in cui il rispetto delle regole sia virtù normale. Un’Italia del merito, della competizione, della trasparenza, senza arroganza, senza razzismi ideologici e di casta, senza amnesie, autoassoluzioni di tanti redenti... Un’Italia dove gli Angeli Guglielmi facciano la coda, e così i loro figli, insieme a tutti gli altri.

    silvio berlusconi silvio berlusconi

     

    Renato Brunetta

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