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    CRASTES DI PANE – FINO A MARTEDÌ BRUNO CRASTES ERA RITENUTO UN FENOMENO NELLA GESTIONE DEI FONDI, POI UN ARTICOLO DEL “FINANCIAL TIMES” HA SMONTATO LA SUA “H20”, CHE NON AVREBBE  RISPETTATO IL LIMITE DEI TITOLI ILLIQUIDI (E NON SOLO) –  I LEGAMI CON LARS WINDHORST, EX ENFANT PRODIGE IN BANCAROTTA, E I RISCHI PER L’ITALIA, DOVE CRASTES HA INVESTITO ALMENO 10 MILIARDI IN GENERALI, BNL, FINECO E BTP…


     
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    Gianluca Paolucci per “la Stampa”

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    Sono bastati un paio di giorni per far passare Bruno Crastes da genio della finanza a personaggio da guardare con diffidenza. In particolare in Italia, dove la società di gestione fondi di Crastes, H2O, avrebbe raccolto almeno dieci miliardi di euro da investitori grandi e piccoli.

     

    Ieri mattina, le principali reti di promotori operanti in Italia hanno ricevuto l' indicazione di consigliare ai clienti di vendere i fondi H2O. Eppure fino a martedì Crastes era ritenuto un fenomeno nel mondo della gestione di fondi. La sua società di gestione vantava rendimenti stellari anche in fasi di mercato difficili e, per questo, era sempre più amata dagli investitori. E dai risparmiatori, dato che i fondi di H2O sono fondi Ucits, estremamente regolati e venduti dalle grandi reti di promotori.

     

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    In dieci anni la raccolta è passata da 3 a 30 miliardi. Negli ultimi due anni proprio l' Italia è stata il principale mercato per i fondi H2O. Secondo fonti di mercato almeno 10 miliardi di raccolta sui 30 complessivi sarebbero originanti nel nostro paese. Banca Generali, Bnl - Bnp Paribas, Fineco, Mediolanum, per citarne alcuni, hanno consigliato ai clienti di azzerare o ridurre considerevolmente l' esposizione su H2O.

     

    È successo che martedì, un articolo del Financial Times ha sollevato una serie di questioni piuttosto importanti. Intanto, la percentuale di titoli illiquidi presenti nei fondi H2O, che secondo la normativa non può superare il 10% ma che secondo l' articolo del Financial Times non è molto chiaro se il limite sia stato effettivamente rispettato.

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    Poi, il fatto che questi titoli illiquidi siano riferiti a un imprenditore tedesco dal passato tribolato, Lars Windhorst, ex enfant prodige passato poi dal fallimento di due sue società e una bancarotta personale.

     

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    Mercoledì invece Morningstar, la società che assegna il rating ai fondi, ha sospeso il giudizio su Allegro, l' unico monitorato tra quelli della famiglia H2O. Aggiungendo un altro dettaglio inquietante: da maggio, Crastes è entrato nel comitato consultivo di Tennor holding, la capofila delle attività di Windhorst. Troppo, decisamente troppo. Da qui ieri mattina l' ordine di vendere alle reti. Natixis, che ha il 50% di H2O, ieri è affondata a Parigi arrivando a perdere oltre il 10%.

     

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    In serata, H2O ha emesso una nota per fornire una serie di informazioni più dettagliate, cercando di rassicurare il mercato. Gli ordini di vendita sono stati tutti accettati, circostanza che ha placato i rumors sulla tenuta dei fondi.

     

    Merito degli asset più liquidi presenti nei portafogli, come i Btp italiani dei quali i fondi H2O sono importanti detentori. Ieri, dopo essere sceso fino a 233 punti in mattinata, lo spread si è alzato improvvisamente di 15 punti per chiudere a 246.

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