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    “SPALLETTI HA BISOGNO DEI GOL” – BRUNO GIORDANO, EX ATTACCANTE DI LAZIO E NAPOLI: “PER GLI EUROPEI LA FRANCIA È DAVANTI A TUTTI. POI LA SPAGNA, L’INGHILTERRA, LA GERMANIA CHE GIOCA IN CASA” - "IL CALCIO DI OGGI? TROPPI SOLDI. BISOGNEREBBE AZZERARE I SETTORI GIOVANILI. IL TALENTO C’È, MA VIENE SOFFOCATO. CHI LAVORA CON I RAGAZZINI A VOLTE NON SA NEMMENO COME SI STOPPA UN PALLONE. NON SI PENSA A COSTRUIRE CALCIATORI, MA A VINCERE PER FARE UNA CARRIERA DA ALLENATORE"


     
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    Marco Cherubini per il “Corriere della Sera” - Estratti

     

    bruno giordano bruno giordano

    «Faccio il nonno, mi godo i miei nipotini, ma grazie al ruolo di opinionista alla Rai seguo tutto il calcio e mi diverto». Bruno Giordano, 67 anni da Trastevere, è sereno. Ha attraversato il mondo del pallone da calciatore, allenatore e dirigente, ha scritto una pagina indelebile nella storia del Napoli insieme a Maradona e Careca.

     

    E ha idee chiare su cosa sia il calcio oggi.

    «Bisognerebbe azzerare tante cose, a cominciare dai settori giovanili. Il talento c’è, ma viene soffocato. Chi lavora con i ragazzini non ha pazienza. E a volte non sa nemmeno come si stoppa un pallone. Che insegnante sei? Ti fanno correre — che serve per carità — ma poi nessuno è capace di saltare l’uomo e soprattutto non ci si diverte più. Così restano macerie. Era già così quando 15 anni fa accompagnavo mio figlio Rocco agli allenamenti delle giovanili. Adesso è peggio. Non si pensa a costruire calciatori, ma a vincere per fare una carriera da allenatore».

    luciano spalletti ad atreju 4 luciano spalletti ad atreju 4

     

    Non c’è da stare allegri dunque?

    «Una squadra vince se ha grandi giocatori, se ha talento. Poi certo, un allenatore bravo conta, ma senza la qualità in campo, non vai lontano. Oggi sembra invece che contino di più il modulo e la tattica».

     

    BRUNO GIORDANO VINCENZO D AMICO BRUNO GIORDANO VINCENZO D AMICO

    Niente Guardiola, dunque?

    «Pep è un grande allenatore. Ma preferisco Klopp: verticalizza, niente passaggi sul perimetro. In ogni caso, se alle spalle non hai un grande club, è difficile per tutti. È stato il mio grande errore nella carriera ventennale in panchina. Accettavo tutto, anche club che non pagavano gli stipendi. Il mio nome serviva a coprire le magagne. E così, anche per colpa mia, non ho avuto grandi soddisfazioni. Pure Guardiola, in un club in difficoltà, non fa miracoli. Se hai campioni vinci, altrimenti parli e basta».

     

    In Italia va forte Simone Inzaghi.

    «Uno bravo, tignoso. Ci crede, lavora, si impegna. Si è fatto le ossa per 20 anni alla Lazio, me lo ricordo nelle giovanili. Ma a Milano è cresciuto. Un grande club, un grande stadio, grandi palcoscenici. Quest’anno sembra l’anno giusto per lo scudetto. Anche se la Juve non molla e a dicembre è presto per fare previsioni. Ma lui ha avuto un grandissimo merito».

    BRUNO GIORDANO VINCENZO D AMICO BRUNO GIORDANO VINCENZO D AMICO

     

    Quale?

    «Ha esaltato le qualità dei suoi calciatori. Ed ha un campione assoluto».

     

    Provo ad indovinare: Lautaro Martinez?

    «Calcisticamente sono innamorato di lui. Mi rivedo in lui: più tosto fisicamente, io magari avevo qualche tocco più elegante. Ma è un’Iradiddio: ha fatto la gavetta dietro a Icardi, Lukaku e Dzeko, poi è cresciuto ed è diventato un leader, il capitano. Ha vinto il mondiale, pronto per una carriera scintillante».

     

    Chi è il più forte al mondo adesso?

    bruno giordano con maradona bruno giordano con maradona

    «Mbappé è di un’altra categoria. Ha classe e potenza, segna in ogni modo, fa la differenza. A 25 anni ha vinto un mondiale, ne ha sfiorato un altro segnando una tripletta in finale. Tanto rispetto per Vinicius, Haaland, Bellingham, ma il parigino è di un altro pianeta».

     

    Insomma, gli Europei del prossimo anno sono già prenotati?

    «Se ragioniamo sulla carta, considerando i talenti a disposizione ed immaginando che nessuno si farà male, la Francia è davanti a tutti. Poi la Spagna, l’Inghilterra, la Germania che gioca in casa».

     

    E l’Italia?

    «Speriamo nella crescita di Chiesa, Raspadori e Scamacca: nel calcio serve chi fa gol.

    C’è un grandissimo allenatore, perché quello che ha fatto Spalletti a Napoli l’anno scorso rimane un capolavoro assoluto. Ma torniamo al solito discorso: la fortuna di un tecnico la fanno i calciatori che ha a disposizione. Prendi Sarri e la Lazio: l’anno scorso secondi dietro ad un Napoli fantastico. Quest’anno, Champions a parte, una delusione in campionato. Il rendimento della difesa e dell’attacco è crollato. Capita anche ad uno come Mourinho che ha vinto tutto: se la Roma ha Dybala e Lukaku fa paura. Senza è una squadra modesta. Pioli e gli infortuni del Milan che stanno condizionando la stagione».

    bruno giordano foto di bacco bruno giordano foto di bacco

     

    La sua più bella fu con Careca e Maradona.

    «Sono stato fortunato. Conobbi Diego nel 1979 in un’amichevole con la Nazionale argentina. Un’amicizia vera, di 40 anni. Quando mi ruppi la gamba nell’83 mi arrivò un telegramma da Barcellona. Un fratello. A Napoli poi fu sensazionale. Non solo tecnicamente. Resterà il più grande di tutti perché ha vinto con squadre che ha saputo trasformare. Nella storia del calcio sono tante le stelle assolute: Pelè, Cruijff, Platini, Messi. Ma andate a vedere in che squadre giocavano, chi avevano accanto. Diego ha vinto un mondiale da solo. E per poco non fa il bis nel 90. Dentro lo spogliatoio un motivatore eccezionale».

    bruno giordano bruno giordano

     

    E il calcio di oggi?

    «Troppi soldi. I presidenti si affidano ai procuratori e sviliscono il ruolo dei d.s., i calciatori ormai sono diventati aziende. Va bene lo spettacolo e il business: ma non va dimenticata la passione dei tifosi, che meritano rispetto, sennò diventa tutto virtuale. Il calcio rischia di trasformarsi in un’altra cosa. Speriamo non accada, mi dispiacerebbe. Soprattutto per i miei nipotini».

     

    (...)

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