Francesco Bonazzi per Dagospia
RENZI NELLIMITAZIONE DI BERLUSCONI NELLA RECITA PARROCCHIALE DEL
Silvio Berlusconi si arrende con poche condizioni a Mister 40% e rischia di perdersi mezzo partito. O forse è una raffinata strategia per far fuori un bel po’ di gente che tanto non verrebbe riconfermata né al Senato né alla Camera. E’ questo il risultato di due ore di incontro con Renzie, dal quale è uscito rafforzato il patto del Nazareno sulle riforme costituzionali, stretto a gennaio e costato la vita al governo Letta.
SILVIO SALVA RENZI
Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria del Pd, annuncia tutto soddisfatto che “oggi è stato confermato quanto detto nel passato, e confermato soprattutto l’impianto presentato. Su questo regge l’accordo”. All’incontro era presente anche Madonnona Boschi, che ha tenuto il punto sull’elezione di secondo grado per i prossimi senatori. Anche se pare evidente che Berlusconi abbia ottenuto qualche rassicurazione sul fatto che non sarà “un pattuglione di sindaci rossi” a indicare i prossimi inquilini di Palazzo Madama.
renzi e berlusconi italicum
Le novità maggiori sono però sul fronte della legge elettorale, con l’impegno comune Renzie-Berlusconi ad avviare entro Ferragosto la seconda lettura dell’Italicum, già approvato alla Camera e in origine previsto per l’autunno. Sul punto più delicato, ovvero la reintroduzione del voto di preferenza, il Pd continua a dirsi disponibile al confronto con tutti. Anche con Grillomao.
Grillo oggi ha parecchio ironizzato sull’incontro tra il premier e “il noto pregiudicato”, in attesa di essere ricevuto anche lui nella giornata di lunedì prossimo. Per l’ex comico di Genova Sant’Ilario, l’Italicum è incostituzionale e le preferenze vanno rimesse a tutti i costi. I Pentastellati stanno però tentando con tutta evidenza di uscire dall’isolamento.
RENZI E BERLUSCONI PROFONDA SINTONIA
Com’era prevedibile, l’esito del vertice con Renzie non piace a gran parte di Forza Italia, dove sono in tanti a definirsi allibiti, o addolorati, per una sorta di resa senza condizioni o quasi. Al Senato, e sul Senato, i forzisti sanno che Renzie ha bisogno dei loro voti e si chiedono che cosa abbia ottenuto in cambio l’ex Cavaliere per tanta accondiscendenza. I sospetti maggiori, com’è naturale, vanno ai processi e alle aziende del Capo, specie dopo che ieri Pier Silvio Berlusconi ha elogiato pubblicamente il Rottam’attore. Poco più al centro, gli alfaniani già si fregano le mani in vista di future migrazioni azzurre.
VIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONI
Dopo lo show di ieri a Strasburgo, condito di citazioni ginnasiali su Odissea e dintorni, Telemaco Renzie oggi deve assistere a un’altra puntata dello scontro sul rigore finanziario con il Ppe a trazione tedesca. Ha mandato avanti la Bonafè a dire che faremo la guardia ai cani da guardia, ma le sue parole scompaiono presto di fronte a un passaggio contenuto nel documento programmatico 2014-2019 del partito popolare, rivolto alla prossima Commissione Ue.
Il passaggio è quello in cui si sottolinea con forza che "non deve esserci nessun cambiamento o concessione motivata da ragioni politiche" alle regole del Patto di stabilità e della governance economica di Bruxelles. Un avvertimento chiaro quanto pesante al semestre italiano di presidenza europea.
YALTA CON BERLUSCONI RENZI GRILLO