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Dopo un anno di negoziati, la Commissione Ue dà semaforo verde alla Francia. Il governo francese potrà vietare i collegamenti aerei interni - sulle tratte brevi - quando i viaggiatori hanno a disposizione l'alternativa del treno.
I paletti
In particolare, lo stop ai voli potrà scattare se il treno garantisce lo stesso percorso dell'aereo, cioè lo stesso collegamento tra due città, con meno di due e ore e mezza di viaggio lungo i binari. Il via libera dell'Europa ai francesi, però, viene sottoposto adesso ad alcune condizioni.
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Queste le condizioni:
- il collegamento ferroviario dovrà essere garantito più volte al giorno, e senza cambio di treno;
- e dovrà anche essere bidirezionale, con viaggi di andata e ritorno sulla stessa tratta;
- le frequenze dovranno essere sufficienti e in campo sempre ad orari adeguati per i passeggeri;
- tra partenza e ritorno in treno, il viaggiatore deve poter restare almeno 8 ore nella città di arrivo.
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Non è tutto. La Commissione Ue sa bene che il treno ad alta velocità raggiunge gli aeroporti di due città francesi: Parigi Charles de Gaulle e Lione Saint-Exupéry. Supponiamo che il governo voglia vietare un volo breve in partenza da Lione perché il treno assicura lo stesso spostamento con meno di due ore e mezza di viaggio.
L'alta velocità
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Questo divieto potrà essere fissato a condizione che il treno parta e arrivi non certo in una qualsiasi stazione della città (Parigi ha sette stazioni, Lione sette tra stazioni e punti di fermata). Il treno deve partire direttamente dal binario ad alta velocità dell'aeroporto (all'andata) e approdare allo stesso binario ad alta velocità (al ritorno).
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Uno degli effetti di questa condizione è che il governo francese non potrà bloccare il volo tra Parigi e Bordeaux, ad esempio, anche se è breve. Il divieto non scatterà malgrado il treno colleghi Bordeaux e la stazione Montparnasse di Parigi in due ore e dieci minuti (senza alta velocità).
tratte aeree brevi
Lo stop non scatterà perché il collegamento ferroviario ad alta velocità (TGV) tra Bordeaux e l'aeroporto Charles de Gaulle impiega invece 3 ore e 45 minuti.
I ricorsi
Il divieto per i voli brevi è scritto nella legge francese "Climat et résilience" (Clima e resilienza) del 22 agosto 2021. Sollecitata da una pioggia di ricorsi, la Commissione Ue aveva titolo a giudicare una norma del genere per almeno due ragioni.
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Deve tutelare la libertà di impresa delle compagnie aeree, che la legge francese limita per preservare l'ambiente dalle emissioni di anidride carbonica. Soprattutto la Commissione Ue vigila sul diritto dei consumatori a scegliere tra più servizi (treno e aereo) in concorrenza tra loro.
L'inquinamento
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In generale, la Commissione Ue considera legittima ed anche efficace la legge francese "Climat e résilience". Efficace in termini di benefici ambientali. Per la Commissione Ue sono attendibili le stime del governo di Parigi secondo cui il solo blocco dei voli da Orly a Bordeaux, Lione e Nantes procura un risparmio di 55 mila tonnellate di CO2 nell'anno (in base ai dati del traffico aereo del 2019).
Lo scenario da noi
La legge francese che taglia i voli brevi - ora approvata e "bollinata" anche dalla Commissione Ue - rappresenta un precedente per tutte le altre Nazioni comunitarie. In Italia, il problema della concorrenza tra aereo e treno - sulle tratte brevi - tornerebbe sul tavolo nel caso Ferrovie dello Stato entrasse nel capitale di Ita Airways.
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Sul piano commerciale, le due società alleate (Ita Airways ed Fs) dovrebbero prendere in seria considerazione l'altolà ai voli tra città vicine che il treno ad alta velocità collega già velocemente. Per fare un esempio, il collegamento aereo tra Roma e Firenze, che Ita ha sperimentato nel 2022 prima di sospenderlo a giugno per scarsità di passeggeri, non avrebbe più ragione di tornare in pista.
Sul piano politico, il governo Meloni avrebbe titolo per valutare e presentare una legge in scia a quella francese, a protezione dell'ambiente. In questo caso, tutti vettori aerei - e non solo Ita - dovrebbero astenersi dai voli a cortissimo raggio.