Estratto dell’articolo di Stefano Cingolani per “il Foglio”
GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI
Se è vero che gli esami non finiscono mai, quelli di Giorgia Meloni sono solo all'inizio. Basta metterli in fila l'uno dopo l'altro per farsi venire il mal di testa. Ne abbiamo elencati una ventina da affrontare a cavallo delle elezioni europee e per ciascuno la soluzione va trovata non solo dentro i confini nazionali, ma in un complesso incrocio tra Roma, Milano, Bruxelles, Parigi, Berlino, con una puntata a Londra dove ci sono alcune banche d'affari con un peso fondamentale come la JP Morgan, per arrivare a Pechino.
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giorgia meloni - superbonus
Il primo capitolo è ovviamente il superbonus che porta con sé non solo gli effetti nefasti del passato (abbiamo ormai superato i 160 miliardi di euro), ma anche quelli presenti e futuri. Le banche suonano l’allarme e si sente parlare di un fondo pubblico per alleggerirle dei nuovi crediti in via di deterioramento. Chi paga non è chiaro. Ma anche le imprese edili chiedono di essere ricompensate per non bloccare i lavori. […]
Il tempo stringe perché a luglio l’Italia entrerà quasi certamente in procedura d’infrazione e comincerà il braccio di ferro prima con la vecchia, poi con la nuova commissione. Il deficit è ben sopra il mitico 3 per cento, ma quel che inquieta è il debito che continua a salire oltre il 141 per cento.
giorgia meloni a bruxelles
S’è rifatto vivo anche lo spettro del Mes: come può l’Italia trovare un occhio di riguardo se insiste a non approvare il trattato che, guarda caso, serve a sostenere le banche? Non è forse un caso se secondo l’agenzia Mni-market News, che cita una fonte governativa, Meloni è intenzionata a riaprire il capitolo ratifica del Mes dopo le elezioni europee.
L’intreccio industriale è persino più aggrovigliato. Cominciamo dal tormentone Ita-lufthansa. Sembra chiaro che l’attuale commissione intende bocciare l’accordo e nuove voci di dentro lo confermano. […]
GIORGIA MELONI - ER MES - MEME BY DAGOSPIA
Non va ancora in porto la mitica separazione della rete Telecom che dovrebbe portare con sé il salvataggio di Open Fiber, sempre più urgente visti i debiti accumulati (4,6 miliardi di euro a fine 2022, ultimi dati ufficiali). L’Ilva va avanti tra blocchi e sblocchi degli altiforni e il suo futuro, ormai in mano al governo, non è garantito. Con la Stellantis è guerra aperta, mentre si decide sugli incentivi statali ed arrivano le auto elettriche cinesi. Un dossier che andrà affrontato nel viaggio di Meloni a Pechino confermato, ma non si sa quando.
Molte delle partite industriali s’incrociano anche con le prossime nomine, a cominciare dalla Cassa depositi e prestiti. Le fondazioni alle quali spetta il presidente hanno confermato Giovanni Gorno Tempini e sembra quasi certo che il governo confermi l’amministratore delegato Dario Scannapieco.
lufthansa ita airways
E’ più che in bilico la poltrona di Luigi Ferraris alle Ferrovie: il ministro Salvini non lo ama e sarebbe orientato a nominare Stefano Donnarumma che sembrava destinato all’Enel […]
Una interessante partita si apre alle Poste: la posizione di Matteo Del Fante è solida, tuttavia il governo vuole vendere una bella quota per far cassa. […]
Ultima, ma certo non per importanza, arriva la Rai, specchio degli equilibri di potere. I bene informati sostengono che l’unica casella sicura è quella di direttore generale assegnata a Giampaolo Rossi fedelissimo di Giorgia al posto del troppo “democristiano” Roberto Sergio. […]
STEFANO DONNARUMMA DARIO SCANNAPIECO roberto sergio giampaolo rossi AUGUSTA MONTARULI GIAMPAOLO ROSSI - EVENTO FRATELLI D ITALIA giampaolo rossi foto di bacco (8)