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    "LA MAMMA CHE HA UCCISO SUA FIGLIA? E' COME QUELLE CHE ABORTISCONO" - BUFERA SULLA DOTTORESSA MONICA CALCAGNI, GINECOLOGA SEGUITISSIMA SUI SOCIAL CHE SI E' LANCIATA IN UNO SPROLOQUIO SU MARTINA PATTI, ACCUSATA DELL'OMICIDIO DELLA FIGLIA - LE SUE PAROLE HANNO FATTO IMBESTIALIRE LE FOLLOWER, CHE PER TUTTO IL GIORNO HANNO COMMENTATO LA SUA STORIA, TANTO CHE IN SERATA CALCAGNI HA DOVUTO FARE MARCIA INDIETRO: "CHIEDO SCUSA..." - VIDEO


     
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    Chiara Baldi per lastampa.it

     

    Monica Calcagni su Martina Patti Monica Calcagni su Martina Patti

    Se l’intento voleva essere quello di non attaccare Martina Patti, la madre 23enne che ha ucciso sua figlia Elena, di cinque, non è riuscito al meglio. Sarà che la dottoressa Monica Calcagni, ginecologa titolare di uno studio privato a Roma e divulgatrice social da 806 mila followers su Tik Tok e 164 mila su Instagram, ha tirato in ballo un argomento che tra le ragazze e sulle varie piattaforme è negli ultimi anni particolarmente sentito: l’aborto.

     

    Monica Calcagni su Martina Patti 2 Monica Calcagni su Martina Patti 2

    In un video postato ieri la ginecologa si è scagliata contro «tutti quelli che accusano questa donna (cioè Martina Patti, ndr) di aver ammazzato la figlia sono poi quelli che però non accusano le donne che abortiscono, che ammazzano i loro figli, solo che quelli non sono mai nati, e quindi non li hanno mai tenuti in braccio, in grembo, non li hanno mai allattati».

     

    Parole che hanno suscitato le ire delle follower della dottoressa, che hanno per tutto il giorno commentato la storia dentro e fuori Instagram e Tik Tok. Tanto che in serata la stessa Calcagni ha dovuto fare marcia indietro, chiarendo la sua posizione in alcune story: «Mi dispiace che abbiate frainteso, non era assolutamente mia intenzione, il paragone non era calzante. Io mantengo però il pensiero che ho che non avete capito ma va bene così. Chiedo scusa alle persone che si sono sentite toccate, non voglio dare dell’assassina a nessuno, non sono io giudicare, non sono io magistrato né dio. Esprimo una opinione e poi me la tengo per me». E ha aggiunto: «Il mio vero lavoro è in ambulatorio, quello dei social alla fine è un gioco, solo un gioco» (ma da migliaia di seguaci, appunto).

     

    Il ragionamento su Martina Patti

    Monica Calcagni Monica Calcagni

    Nel video incriminato la dottoressa aveva commentato la vicenda che ha visto Elena vittima della madre. «Oggi sono qui per esprimere la mia opinione su quello che è successo alla piccola Elena. Sui social ci sono migliaia di commenti di persone disgustate e arrabbiate per l’abominio commesso, per questa mamma che ha ucciso sua figlia», ha detto, specificando di essere «mamma di 3 figli e mai mi sognerei di uccidere o fare del male a uno dei miei figli. Ma – ha aggiunto – non mi sento neanche di puntare il dito contro questa donna. Non la conosciamo, non sappiamo che vissuto abbia, non sappiamo nulla di questa donna e dovremmo allora a questo punto puntare il dito anche contro tutto quelli che questa donna hanno frequentato e non hanno capito che malessere aveva».

     

    Parlando sempre a titolo personale – sempre che così si possa definire un account tanto popolare e che affronta temi così rilevanti per il pubblico dei social “giovani” come Instagram e Tik Tok – la ginecologa ha spiegato che «per arrivare a uccidere il proprio figlio bisogna stare veramente male, non sappiamo la solitudine, la depressione, che cosa è passato nella testa di questa donna, non la conosciamo, possiamo solo sentirci amareggiati, tristi, colpevoli per non aver capito che c’era un malessere».

     

    Martina Patti Martina Patti

    E a questo punto ha inserito il passaggio sull’aborto, mandando su tutte e furie coloro che la seguono. Poi ha rilanciato: «Tutti quelli che accusano questa donna di aver ammazzato il figlio sono poi quelli che però non accusano le donne che abortiscono, che ammazzano i loro figli, solo che quelli non sono mai nati, e quindi non li hanno mai tenuti in braccio, in grembo, non li hanno mai allattati. Quelli che puntano il dito sono gli stessi che puntano il dito contro le donne che lasciano il loro figlio in ospedale per farlo adottare e sono definite “ingrate” per esser diventate madri? Non è forse meglio lasciarlo in ospedale perché non ci si sente in grado di crescerlo e dargli la possibilità di trovare una famiglia giusta, che lo ami, che lo riempia d’amore?». Per Calcagni, «non ci sono cose giuste e sbagliate, ci sono solo situazioni che ci lasciano basiti, amareggiati, tristi e delle situazioni che invece ci lasciano indifferenti».

     

    martina patti la madre di elena del pozzo martina patti la madre di elena del pozzo

    Poi ha concluso con un pensiero a Elena: «Il mio pensiero va a te piccola Elena e a tutti i bambini che sono stati massacrati dai propri genitori, non ne salvo nessuno. E a tutti mando un grande bacio perché siete stati veramente sfortunati. ma altrettanto sfortunati sono stati i vostri genitori che vi hanno ucciso, perché non sono stati capiti, né compresi e non hanno capito cosa hanno perso e meritano di pagare per il torto che vi hanno fatto, ma pagare per tutta la vita, e tranquilli che pagheranno perché il peso lo porteranno per sempre nel loro cuore».

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