Estratto dell'articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
OLIVIA GREGOIRE
L’osservazione di partenza in sé non è sbagliata: cucinare a casa costa meno che riscaldare piatti comprati già pronti al supermercato, che di solito oltretutto sono di dubbia qualità. Solo che Olivia Grégoire, ministra delle Piccole e medie imprese, del Commercio e dell’Artigianato, ha voluto strafare e in un’intervista al giornale Sud Ouest ha fatto di questa constatazione tutto sommato ragionevole uno strumento di lotta contro l’inflazione dei prodotti alimentari: «Occorre reimparare a cucinare i prodotti di base evitando di comprare quelli trasformati, più cari» e ha aggiunto che «bisogna organizzare corsi di cucina nelle scuole» evocando «le nonne» e la loro «piccola cucina di tutti i giorni».
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[…] Alle parole della ministra macronista, la sinistra si è scatenata. «Se non avete acqua potabile, prendete corsi di degustazione di vino!», ha detto Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale. […] Il segretario del Partito socialista, Olivier Faure, si è indignato parlando di «disprezzo sociale al posto della giustizia» e l’umorista Alex Vizorek alla radio Rtl ha suggerito allora di insegnare nelle scuole anche il giardinaggio «così magari i bambini scavando in giardino troveranno il petrolio e combatteremo l’inflazione sui prezzi della benzina», dando il via a un tormentone sui social media che prevede «corsi di equitazione contro l’aumento del costo delle auto», «corsi di campeggio per reagire al caro affitti», «corsi di visione notturna contro l’aumento delle bollette».
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Secondo l’Insee (l’istituto di statistica), i prezzi dei piatti già pronti sono aumentati del 12,7% nell’agosto 2023 rispetto all’agosto 2022, il pesce surgelato è aumentato del 13,8% e la verdura surgelata di oltre il 21%, molto più degli ingredienti freschi. […]
la ministra ha insistito dicendo che è spiacevole ridicolizzare «un messaggio che resta di buon senso: privilegiare i prodotti non trasformati fa bene alla salute e al portafoglio, e non solo in tempi di inflazione». Ma dal governo ci si aspetta qualcosa di più del buon senso. Soprattutto in questi tempi di forte invidia sociale, quando sulla ministra Gregoire grava il sospetto di non ricorrere né a pranzi pronti del supermercato, né alle ricette della nonna, ma a ristoranti, magari stellati.
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