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    BULLI DA SBULLONARE - ERANO PIÙ DI VENTI I RAGAZZINI CHE HANNO PARTECIPATO AL PESTAGGIO DELLA 12ENNE DISABILE A ROMA: HANNO TUTTI TRA I 12 E I 15 ANNI - NI QUATTRO SI SONO SCAGLIATI SU DI LEI, TRE RAGAZZE E UN RAGAZZO, E GLI ALTRI SI SONO AVVICINATI PER DARE UN CALCIO O FILMARE PER LA DIRETTA INSTAGRAM - I COMMENTI AL VIDEO: “HAI VISTO CHE BOMBE CHE GLI HO DATO”


     
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    Alessia Marani per "il Messaggero"

     

    ragazza disabile aggredita a roma dalle bulle 3 ragazza disabile aggredita a roma dalle bulle 3

    Identificati gli autori del pestaggio della dodicenne disabile di Roma, picchiata il 2 aprile scorso nel parco Lambertenghi al Nuovo Salario, una scena di violenza cieca, ripresa in diretta su Instagram e postata sui social.

     

    Si tratta di una ventina di minorenni, oltre la metà femmine, un branco di età compresa tra i 12 e i 15 anni, prevalentemente studenti delle scuole medie, alcuni con precedenti. Tra loro la tredicenne che per prima ha colpito Paola (è un nome di fantasia), la vittima, dando il là all'aggressione fomentata da uno stuolo di ragazzini che, nel frattempo, tra urla e risate, incitava e inveiva contro la dodicenne sbattuta a terra e con la maglietta strappata. In quattro si sono scagliati su di lei, tre ragazzine e un maschietto, poi altri si sono avvicinati, chi ha dato un colpo, chi un calcio.

     

    Trenta secondi di ferocia e follia dei bulli cristallizzati nel video girato con il telefonino e finito sotto la lente dei carabinieri della compagnia di Montesacro. Una delle bulle in un altro video commentava con un'amica: «Hai visto che bombe che gli ho dato».

     

    AREA GRIGIA

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    Gli autori sono stati denunciati per lesioni che, visto il referto - la prognosi è stata innalzata da 21 a 37 giorni - e considerate le integrazioni dei periti, potrebbero essere riqualificate come gravissime. Spetterà ora alla Procura minorile che, dopo la denuncia del Centro Nazionale Contro il Bullismo - Bulli Stop, sulla vicenda ha aperto un'inchiesta, chiedere le misure cautelari più idonee e al Tribunale decidere.

     

    Tutte le posizioni sono al vaglio, i ragazzi saranno sentiti. Non trattandosi di soggetti imputabili per l'età, è prevedibile che il giudice, eventualmente, opti per provvedimenti che mirino innanzitutto a fare comprendere ai ragazzi il disvalore morale e sociale della loro condotta.

     

    LA DISABILE PICCHIATA DALLA BABY-BULLE A ROMA LA DISABILE PICCHIATA DALLA BABY-BULLE A ROMA

    Per chi ha partecipato al pestaggio non è esclusa la messa in comunità con un percorso di reinserimento attraverso l'applicazione ai lavori socialmente utili, magari svolgendo volontariato presso strutture che si occupano di disabili. Interpellata dal Messaggero, la madre di una delle ragazzine che ha preso parte al pestaggio, si è detta sconvolta, ha chiesto scusa per la figlia, dispiaciuta oltretutto perché «ha una sorella disabile». Per i ragazzi la denuncia costituirà comunque una menzione che, in situazioni di recidiva, aggraverà qualsiasi provvedimento nei loro confronti. «In questo periodo di isolamento e flessione dei ragazzi su se stessi assistiamo a un crescendo di fenomeni di bullismo e soprattutto di cyberbullismo - afferma l'avvocato Mariarosaria Della Corte, vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, le politiche sociali e la sicurezza -, si stima che il 61% dei ragazzi tra i 13 e i 23 anni ne sia stato vittima e, dato allarmante, la percentuale delle vittime principali di cyberbullismo è rappresentata da ragazze tra gli 11 e i 17 anni.

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    Considerando che i ragazzi sono punibili dopo i 16 anni, al di sotto c'è tutta un'area grigia su cui è urgente intervenire con percorsi rieducativi ad hoc per evitare che diventino dei veri criminali. Questi ragazzi vanno seguiti dagli assistenti sociali e dagli psicologici, va compreso il grado di corresponsabilità delle famiglie, dalle quali possono essere allontanati per un certo periodo di tempo».

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    «VIA I TELEFONINI»

    L'Osservatorio nell'ultimo anno ha censito il proliferare nel dark internet di chat pericolose ma anche di App con domande e risposte anonime, come Tellonym, che favoriscono il cyberbullismo, realtà spesso sconosciute ai genitori. Poco importa che le piattaforme social, anche le più note, siano formalmente non accessibili ai minori.

     

    «Tuttavia recentemente - continua Della Corte - c'è stato il pronunciamento di un giudice che ha imposto a un minore il divieto di utilizzare i social per venti giorni. In questo caso non solo i genitori sono stati obbligati a vegliare sul figlio, ma è stata monitorata la connessione internet del ragazzo con il tracciamento degli indirizzi Ip.

     

    ragazza disabile aggredita a roma dalle bulle ragazza disabile aggredita a roma dalle bulle

    Ove non c'è un comportamento responsabile vanno individuati dei correttivi, se non intervengono le famiglie deve farlo il giudice». Proprio la scorsa settimana il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, alla luce delle continue maxi-risse tra giovanissimi in città favorite dai social, aveva attivato un tavolo con il Tribunale dei minorenni in cui fare convogliare tutte gli elementi info-investigativi raccolti in modo da poter predsporre strumenti di correzione e rieducazione anche nell'ambito dei nuclei familiari.

     

    Sull'episodio della dodicenne picchiata era intervenuta anche la titolare del dicastero per la disabilità Erika Stefani: «Si deve agire sul fronte della prevenzione, con azioni specifiche e investendo in sensibilizzazione e cultura... coinvolgendo anche i soggetti territoriali capaci di essere sentinelle del disagio».

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