TWEET BEATRICE BORROMEO SULLA LIBERTA E LE INCHIESTE DEL FATTO
DAGONOTA
Dopo “l’editto bulgaro” di Berlusconi per eliminare dal video Biagi, Santoro e Luttazzi ci mancava soltanto il ”bando monegasco” contro Dagospia a completare il cartellone censorio che rischia di limitare (anche preventivamente) quel che resta della libertà di stampa in Italia.
pierre casiraghi festeggia con un amica da chi
La casa regnante del principato di Monaco in nome e per conto delle “sue” bassezze reali, Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo, ha intimato a questo disgraziato sito di rimuovere le foto riprodotte dal settimanale “Chi” che immortalavano il giovane sposo, il Pier Pier di Montecarlo, che se la divertiva (beato lui!) - tra amiche, parrucche e tette finte - allo Yacht Club di Portofino e nelle stradine adiacenti la perla del Tigullo. Due luoghi pubblici che nulla hanno a che vedere con la privacy (“inalienabile” da chi?) della nuova coppia di sposi più paparazzata negli ultimi mesi prima, durante e dopo l’impepata di nozze.
pierre casiraghi festeggia con un amica da chi
Il che conferma, a distanza di qualche secolo, che aveva visto lungo lo scrittore e aforista Nicola de Chamfort su certe cerimonie pacchiane dell’aristocrazia già ai dei suoi tempi: “Il matrimonio come viene praticato nell’alta società è un’indecenza legalizzata”. Figuriamoci i riti nuziali del terzo millennio tra contesse fasulle e principini dai lombi brianzoli trasformati in sagre paesane con tanto di coroncina da mostrare davanti al barbecue.
matrimonio pierre casiraghi beatrice borromeo
La simpatica “carnevalata” da single di Pierre finita su “Chi” e altri media, per gli avvocati Julie de Lassus Saint-Genies e Alain Toucas, violerebbe però “gli articoli 9 del codice civile francese e l'articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti Umani che proteggono i diritti della persona. Di conseguenza e per queste ragioni – aggiungono -, vi informo che i miei clienti si oppongono espressamente alla pubblicazione di qualunque articolo sul vostro sito che riguardi la loro vita privata, illustrato con foto, senza il loro consenso preventivo”.
pierre casiraghi festeggia con un amica da chi
Forse ignari, i nostri due giureconsulti marziani, che Portofino non è stata ancora annessa al Principato di Monaco o alla repubblica francese, ma ha proprie norme in tema di libertà d’informazione.
pierre casiraghi beatrice borromeo
E chiedere il “consenso preventivo” su articoli e foto dei loro clienti presume, inoltre, un privilegio reale, o meglio medievale, che neppure il Papa o la regina d’Inghilterra si sono mai sognati di arrogarsi. Alla vigilia di battere il record della sua trisavola Vittoria sul trono di Londra (63 anni 7 mesi e due giorni) è stata pubblicata, senza chiedere alcuna autorizzazione, una foto giovanile di Elisabetta II che faceva il saluto nazista. E senza che Buckingham Palace battesse ciglio (legale).
elisabetta nazi
L’improvvido “bando” contro Dagospia proveniva poi da un Paese, la Francia, fondato su Liberté, égalité, fraternità, che il 7 gennaio 2015 – in testa il presidente Francois Holland -, scendeva in piazza al grido "Je suis Charlie", (Siamo tutti Charlie) dopo l’attentato terroristico al giornale satirico “Charles Hebdo”.
Finita l’indignazione mondiale per quel massacro in nome di Allah, ci accorgiamo che, in realtà, siamo tutti un po’ “Charlie Brown”. Il protagonista della striscia a fumetti di “Peanuts”, ideata da Charles M. Schulz. Cioè dei perdenti testardi che lanciano appelli alla libertà di stampa che finiscono al vento o sugli alberi come gli aquiloni di Charlie Brown.
PS - Il prossimo articolo contro la legge-bavaglio dell'informazione "Il Fatto" lo farà scrivere alla sua collaboratrice Beatrice Borromeo?