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Il premio Nobel per la fisica è stato assegnato stamattina per metà a Giorgio Parisi, fisico italiano che ha studiato il caos e i sistemi complessi, e per l'altra metà allo scienziato americano di origini giapponesi Syukuro Manabe, 90 anni, insieme al tedesco Klaus Hasselmann, 89 anni. Parisi, romano, 73 anni, è stato premiato per "la scoperta dell'interazione tra il disordine e le fluttuazioni nei sistemi fisici dal livello atomico alla scala planetaria". I suoi due colleghi, climatologi, hanno invece vinto per "la modellazione fisica del clima della Terra, che ne quantifica la variabilità e prevede in modo affidabile il riscaldamento globale".
Parisi nella sua carriera ha studiato argomenti molto diversi, accomunati dal poter essere chiamati sistemi complessi: dal bosone di Higgs alle interazioni fra i neuroni del cervello, che lo hanno portato a occuparsi di reti neurali e intelligenza artificiale, fino al comportamento dei singoli uccelli all'interno degli stormi in virata. Oggi fa ricerca sulla struttura di materiali eterogenei come i vetri. Anche lo studio del clima è considerato parte dei sistemi complessi. Per questo il fisico italiano è stato premiato accanto a due colleghi climatologi.
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Nato a Roma, Parisi ha insegnato fisica teorica alla Sapienza, dove si è laureato, è stato presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei (ora ne è vice) ed è ricercatore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). E' molto lontano dal lavorare in una torre d'avorio. E' sempre sceso in campo per criticare le politiche dei tagli ai fondi della ricerca e ha pubblicato varie analisi matematiche delle curve dell'epidemia di Covid.
Nel 2010, alla morte del professore con cui nel 1970 si era laureato, Nicola Cabibbo, con una tesi sul bosone di Higgs, Parisi si era detto dispiaciuto perché alle ricerche del suo mentore non era mai andato il Nobel. Oggi, dentro se stesso, una parte di quel premio la dedicherà sicuramente a lui. L'ultimo italiano a vincere il premio per la fisica era stato nel 1984 Carlo Rubbia. Due anni più tardi Rita Levi Montalcini aveva vinto quello per la medicina.
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Nobel per la fisica, Giorgio Parisi nel 2018 Lectio Magistralis alla Sapienza: "Il futuro vi sorprenderà"
Intervistato dall'Accademia dei Nobel su come festeggerà, Parisi ha risposto che ancora non ha deciso e che le restrizioni del Covid probabilmente gli impediranno di organizzare grandi cerimonie. "Sono felice, non me lo aspettavo" ha detto. Ma poi ha aggiunto con sincerità: "Sapevo che avrebbero potuto esserci delle possibilità". A proposito dei suoi due colleghi di Nobel ha commentato: "E' chiaro che per la generazione futura dobbiamo agire ora in modo molto rapido contro i cambiamenti climatici".
Syukuro Manabe ha dimostrato come l'aumento dei livelli di anidride carbonica nell'atmosfera porti a un aumento delle temperature sulla superficie della Terra. Negli anni '60, ha guidato lo sviluppo di modelli fisici del clima terrestre ed e' stato il primo a esplorare l'interazione tra il bilancio delle radiazioni e il trasporto verticale delle masse d'aria. Il suo lavoro ha posto le basi per lo sviluppo degli attuali modelli climatici.
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Circa dieci anni dopo, Klaus Hasselmann ha creato un modello che collega tempo e clima, rispondendo così alla domanda sul perchè i modelli climatici possono essere affidabili nonostante il tempo sia mutevole e caotico. Ha anche sviluppato metodi per identificare segnali specifici, impronte digitali, che sia i fenomeni naturali che le attività umane imprimono nel clima. I suoi metodi sono stati usati per dimostrare che l'aumento della temperatura nell'atmosfera è dovuto alle emissioni umane di anidride carbonica.
Parisi sul tetto del dipartimento di fisica alla Sapienza. Foto dell'Accademia dei Lincei (ansa)
Il presidente dell'Infn Antonio Zoccoli ha tratteggiato così la carriera di Parisi: "I contributi che Giorgio ha portato alla fisica hanno spaziato attraverso molti campi: dalla fisica delle particelle, all'inizio della sua carriera, con il suo lavoro sviluppato assieme ad Altarelli fondamentale per la comprensione della dinamica delle collisioni protone-protone negli acceleratori di particelle come Lhc, alla meccanica statistica, ai vetri di spin e la materia condensata, ai sistemi complessi, fino ai supercomputer. Il grande merito di Parisi è stato aver contribuito in modo determinante ai settori cui si è dedicato, ma soprattutto averlo fatto precorrendo i tempi. Della sua genialità fa parte la sua capacità di visione, di anticipare, di capire prima degli altri qual era la direzione da prendere, che cosa sarebbe diventato rilevante per la ricerca. E anche il suo pragmatismo".
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L'anno scorso il riconoscimento era andato alle scoperte sui buchi neri dell’americana Andrea Ghez, del britannico Roger Penrose e del tedesco Reinhard Genzel. I vincitori ogni anno ricevono una medaglia d’oro e si dividono il premio di 986mila euro. Ieri il Nobel per la medicina era stato assegnato agli americani David Julius e Ardem Patapoutian per i loro studi sul senso del tatto. Domani verrà assegnato il riconoscimento per la chimica, poi toccherà a letteratura, pace e - lunedì 11 ottobre - economia. A causa del Covid, neanche quest'anno si svolgerà la sfarzosa cerimonia di consegna dei premi. I vincitori li riceveranno "a domicilio" per evitare viaggi e cerimonie al chiuso, visto che la cena e i festeggiamenti avvengono tradizionalmente a Stoccolma a dicembre.
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