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    BURN, MILANO, BURN! - IERI ERA TUTTO UN SELFARSI DAVANTI ALLA PALMA FLAMBÈ, MENTRE PURE IL SINDACO SALA SI DEFINISCE ‘NON ENTUSIASTA’ DELLE PIANTE TROPICALI IN PIAZZA DUOMO - GIANNI MURA: ''NESSUNO TOCCHI QUEGLI ALBERI. VENGONO DA COMO, MICA SONO CLANDESTINI. E LA PALMA È PURE NEL SANTO SEPOLCRO, MESSA DAL CARDINALE BORROMEO"


     
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    1. PALME IN PIAZZA DUOMO PIROMANI DOPO LE POLEMICHE

    Alberto Mattioli per la Stampa

     

    palme bruciate piazza duomo milano palme bruciate piazza duomo milano

    Dopo giorni di discussioni, polemiche politiche, manifestazioni di piazza, sfottò sui social, dibattiti nei giornali, ne avevamo le palme già quasi piene. E invece nella storia milanese più surreale dell' anno ha fatto irruzione la cronaca, nera per la precisione.

     

    Poco dopo la mezzanotte di venerdì, alcuni ignoti destinati a restare tali ancora per poco, perché sono stati filmati dalle telecamere di sicurezza, hanno appiccato il fuoco a tre delle nuove palme di piazza Duomo. Scadenti anche come piromani, sono riusciti soltanto a bruciacchiarle un po', una più delle altre. Quando qualcuno ha postato su Facebook le foto delle fiamme, le palme si erano già spente da sole.

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    Adesso indaga la Polizia municipale, mentre i politici, sia quelli favorevoli che quelli contrari alle palme, deplorano e stigmatizzano. L' assessore comunale all' Urbanistica e al Verde, Pierfrancesco Maran, pro-palme, parla di «gesto vile» che si ritorcerà contro i suoi autori: «Gli imbecilli perdono sempre e l' effetto sarà che i milanesi si affezioneranno ancora di più alle piante. Il via vai continuo di turisti e curiosi che fotografano le palme non si interrompe».

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    Verissimo, ieri era tutto un selfarsi davanti alla palma flambé. Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, anti-palme, condanna «il vandalismo dei soliti cretini», ricordando però che «la Milano del buonsenso boccia senza appello le palme».

     

    Fin qui la cronaca. La vicenda però è più lunga, benché non complicata. Le palme (Trachycarpus Fortunei) fanno parte del pacchetto Starbucks. Il caffettiere americano aprirà a Milano nel giugno '18, ma nell' attesa sponsorizza il rifacimento degli spazi verdi della piazza, per intenderci più o meno dietro al sedere del cavallo di Vittorio Emanuele II. C' è stato un bando e la Sovrintendenza ha dato il via libera.

     

    Il progetto dell' architetto Marco Bay prevede, oltre alle palme, un sottobosco e anche dei banani (Musa Ensete), che però devono ancora arrivare. Invece le palme ci sono già e la polemica pure.

    palme bruciate piazza duomo milano palme bruciate piazza duomo milano

     

    A dare il la, Matteo Salvini su Facebook con un post incendiario, condito dagli hashtag #motosega e #starbucksgohome: «Palme e banani in piazza Duomo? Follia. Mancano sabbia e cammelli, e i clandestini si sentiranno a casa».

     

    Il centrodestra si è subito mobilitato. I consiglieri comunali di Forza Italia si sono presentati a Palazzo Marino brandendo delle bananone gonfiabili, quelli della Lega hanno invece distribuito ai passanti delle banane vere. È scesa in campo anche la destra più a destra. Venerdì i militanti di Casa Pound sono andati in piazza dietro uno striscione: «No all' africanizzazione di piazza Duomo». Insomma, la palma con vista Madunina sarebbe un simbolo della resa all' immigrazione incontrollata, il trionfo della globalizzazione senza freni e uno sfregio all' Occidentali' s karma meneghino.

     

    marco bay marco bay

    Contrari alle palme anche i grillini. Intanto il sindaco di centrosinistra, Beppe Sala, ammetteva di essere «non entusiasta» delle palme, ma invitando ad aspettare il completamento delle tre aiuole della discordia.

     

    Polemiche mai viste a memoria Duomo. Però ci sono foto in bianco e nero che dimostrano che, più o meno all' epoca delle cannonate di Bava Beccaris, le palme in piazza c' erano già, benché più basse delle attuali.

     

    Non solo: gli eruditi ricordano che in quello che Leonardo da Vinci riteneva il «punto zero» della città, insomma il centro più centro di Milano, la cripta della chiesa del Santo Sepolcro, a pochi metri dal Duomo, nel 1600 san Carlo Borromeo fece collocare una palma di rame e bronzo come simbolo «di sapienza e rigenerazione». Insomma le palme a Milano hanno un passato, oltre che un presente.

    BEPPE SALA SULLE PALME DI MILANO AL DUOMO BEPPE SALA SULLE PALME DI MILANO AL DUOMO

    Più spicce le ironie in rete.

     

    Sui soc ial, alle foto delle palme con sfondo Duomo vengono aggiunti cammelli e slogan, «Milanbudhabi», «Milano Vice», «Welcome to Milanangeles», «Les Palmes de Sant' Ambroeus», mentre una bela Madunina allibita si chiede se è finita alle Maldive.

     

    Altri riflettono sul fatto che piazza Duomo è da sempre un porto di mare e, quanto a stile, un' insalata mista, con la facciata del Duomo neogotica (la cattedrale è come certe stoffe inglesi: meglio il dietro che il davanti), un Palazzo Reale neoclassico, una Galleria neorinascimentale e un Arengario fascistissimo. Che volete che siano, due neopalme?

     

     

     

    2. VIOLENTI IN CERCA DI UNA VETRINA NESSUNO TOCCHI QUEGLI ALBERI

    starbucks starbucks

    Gianni Mura per la Repubblica

     

    Piantiamola: ecco il primo commento. A Milano gli alberi fanno sempre discutere, che li tolgano o li mettano, che li proponga Abbado o li finanzi Starbucks.

     

    Ma le palme da poco sistemate in piazza Duomo e gli imminenti banani sono diventate un caso politico. Manifestazione di leghisti che distribuiscono banane alla popolazione, manifestazione di CasaPound con striscione “No all’africanizzazione di piazza Duomo”.

     

    milano palme in piazza duomo 6 milano palme in piazza duomo 6

    Una palma bruciata e due danneggiate nella notte tra sabato e domenica sono per ora il bilancio, o il risultato, di cotanta mobilitazione. Ovviamente, oggetto del contendere non è la palma in sé ma la palma in piazza Duomo. Le avessero sistemate in viale Famagosta o in via Palmanova, verso le periferie, non se le sarebbe filate nessuno. In piazza Duomo, anni fa, sistemarono una pista da pattinaggio su ghiaccio e nessuno gridò contro la scandinavizzazione della piazza. Poi ci fu un miserando abbozzo di orto, ma perché prendersela con patate e peperoni?

     

    Di palme a Milano, nei giardini privati, ce n’è un sacco e una sporta. I laghi lombardi sono fasciati da palmizi. E le palme di piazza Duomo non sono arrivate da clandestine, ma da vivai di Como e della Brianza. E Salvini, se ha un attimo di tempo, può spiegare ai suoi bananofori che in piazza Pio XI, nella cripta della chiesa del Santo Sepolcro, si trova una palma in rame e bronzo che il cardinal Federico Borromeo (un buonista ante litteram?) volle come simbolo di sapienza e rigenerazione, nel 1616. Il cardinale considerava questa chiesa l’ombelico di Milano e anche Leonardo, in una mappa del Codice Atlantico, la definisce il centro esatto della città.

    milano palme in piazza duomo 5 milano palme in piazza duomo 5

     

    Chi a Milano è nato e vive sa che un po’ di verde fa sempre bene. Prendiamo la piazza in cui la Scala fronteggia Palazzo Marino: è molto più vivibile, più umana ma anche più bella da quando ci hanno piantato alcuni alberi e aiuole di rose. Montenapoleone sarà pure la via più chic per i modaioli, la più frequentata, ma resta un atroce budellone di cemento che molto migliorerebbe se piantumato e pedonalizzato.

     

    milano palme in piazza duomo 4 milano palme in piazza duomo 4

    Quanto alla paventata africanizzazione, suvvia, manco fossero baobab. Può darsi che qualcuno a CasaPound abbia pensato all’avvio della “Sagra di Giarabub”, canzone cult del fascismo: “Inchiodata sul palmeto veglia immobile la luna / a cavallo della duna sta l’antico minareto”. Ma in piazza Duomo parlare di palmeto è eccessivo, non c’è la duna e neanche il minareto è pensabile.

     

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    Calma e gesso è un modo di dire, che arriva dal mondo del biliardo, ed è un invito a non precipitare le cose, a non avere fretta. Palma e gesso, in questo caso, perché il vandalismo colpisce l’inizio dell’opera. Mancano i banani, non robusti di salute, e i cespugli fioriti, l’ibisco. Alla fine, potrebbe essere un quadro gradevole, per chi non abbia prevenzioni pseudopolitiche.

     

    Per piazza Duomo, la soluzione migliore sarebbe non metterci niente, né palme né orti né piste. Le condizioni del suolo sono proibitive per alberi d’alto fusto, con radici sviluppate (immagino un angolo di platani). Ma bruciare un albero, a Milano e altrove, è solo un gesto stupido (palma e fesso), ma più carico di violenza di quanto possa sembrare a prima vista. È figlio di un atteggiamento che si sta diffondendo: se non rompi qualcosa, se non insulti e non picchi nessuno, non sei nessuno.

     

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    Quando il fuoco è stato appiccato, la piazza non era deserta: c’era gente a guardare, gente a fotografare. Secondo l’assessore all’urbanistica, Maran, «gli imbecilli perdono sempre». Forse sì, ma non in tempi brevi.

     

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