GIUSEPPE BUSIA
Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
Per il governo nessun potere viene sottratto all' Anac: «Rimangono integre e non modificate le competenze assegnate dalle vigenti discipline di settore alle autorità e in particolare all' Anac», è scritto nella relazione illustrativa dell' articolo 6 del decreto Semplificazioni, che oggi dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale.
Ma i vertici dell' Autorità nazionale anticorruzione ancora non si fidano del tutto, vogliono prima leggere il testo finale di quell' articolo che a giudizio del presidente dell' autorità indipendente, Giuseppe Busia, rischierebbe, se non modificato, di costituire «un' espropriazione di poteri, un pessimo segnale da evitare ad ogni costo, soprattutto nei confronti di organismi e investitori internazionali che credono nel nostro sistema di trasparenza e vigilanza in materia di anticorruzione».
RENATO BRUNETTA MARIO DRAGHI
Il tira e molla va avanti da almeno tre giorni, da quando Busia ha puntato l' indice contro quella parte del decreto Semplificazioni che a suo giudizio rischia di costituire un passo indietro sulla credibilità del nostro sistema: il fatto che alcune competenze in materia di corruzione passino anche sotto la regia della Funzione pubblica, sarebbe a giudizio di Busia qualcosa di inimmaginabile, «il controllore gerarchicamente subordinato al controllato, invece che indipendente dallo stesso, con un passaggio di competenze da un' autorità indipendente eletta dal Parlamento ad uffici governativi».
anac
Il chiarimento interpretativo delle norme del decreto dovrebbe aver smussato la polemica a distanza fra Anac e governo, o meglio le critiche dell' Autorità dirette dell' esecutivo, che sin qui non ha mai replicato: fonti dell' esecutivo infatti rimarcano che non solo la relazione illustrativa all' articolo incriminato chiarisce e fuga ogni dubbio, ma che il problema non è mai esistito realmente. Non c' è mai stata alcuna volontà di sottrarre competenze normativa» all' Anac, dicono in modo netto a Palazzo Chigi.
i manifesti di giuseppe conte 6
Per alcuni la questione è anche politica, l' aver previsto nel decreto che un Piano nazionale integrato in materia di trasparenza e normativa anticorruzione faccia capo alla ministero della Funzione Pubblica guidato da Renato Brunetta, un Piano che dovranno osservare tutte le amministrazioni pubbliche e gli enti locali coinvolti nel Recovery Plan, obbligate a trasmettere proprio al ministero tutti i dati sensibili, rischia di depotenziare il ruolo dell' Anac.
Giuseppe Busia PRESIDENTE ANAC
O comunque di «creare una pericolosa duplicazione di competenze», dicono ancora nello staff di Busia.
Ma ci sono anche altri punti del decreto che all' Anac non sono piaciuti. A cominciare dalle scelte in tema di reclutamento: «Non si dota l' Anac delle risorse necessarie per rafforzare i presidi di legalità, potenziando invece altre strutture» della pubblica amministrazione.
renato brunetta
Per Busia infatti all' Authority, che per forza di cose dovrà giocare un ruolo essenziale nell' attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dovrebbero andare sia maggiori finanziamenti sia maggiori risorse umane. Cosa che invece non viene prevista.
Eppure gli ultimi provvedimenti del governo hanno più volte potenziato il ruolo dell' Anac, accogliendo i suggerimenti della Commissione europea e prevedendo nel Pnrr un potenziamento della Banca nazionale dei contratti pubblici gestita dall' autorità: una banca dati che già oggi contiene 53 milioni di contratti.
giuseppe busia 5
Tutte le amministrazioni pubbliche comunicheranno i propri dati sugli appalti all' Anac, che provvederà alla pubblicazione. Ma anche la previsione di una Piattaforma informatica unica che raccolga tutti i dati della Pa in materia di trasparenza, è stata accolta da Busia come un notevole passo avanti contro la corruzione. Eppure le incomprensioni con Palazzo Chigi non sono ancora sopite.