DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Ilario Lombardo e Paolo Baroni per "la Stampa"
A poche ore dalla nuova scadenza del 14 dicembre, approvata fuori tempo massimo due settimane fa dal Senato, si riaccende lo scontro sulla scadenza delle cartelle esattoriali, milioni di atti rimasti congelati a causa del Covid-19 per tutto il 2020 ed il 2021, che in assenza di una nuova proroga, i contribuenti si vedranno costretti a pagare, tra l'altro questa volta tutti in un'unica soluzione (sono 4 le rate da saldare) pena il venir meno dei vantaggi della pace fiscale.
Tra rottamazione ter e saldo e stralcio ballano entrate per circa 1,5 miliardi di euro, che giunti a questo punto il Tesoro vorrebbe riuscire ad incassare. Dopo la bagarre di fine novembre in Commissione bilancio a Palazzo Madama, che dal 30 novembre ha spostato i termini dei pagamenti al 9 dicembre (più 5 giorni di margine di tolleranza), Forza Italia venerdì è tornata all'attacco chiedendo un nuovo rinvio selettivo al 2022 di tutte le scadenze arrivando anche a minacciare di non votare la legge di bilancio.
antonio tajani foto di bacco (1)
Per il coordinatore nazionale del partito Antonio Tajani e i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli, infatti, «non possiamo chiedere di pagare le tasse a chi non può farlo. Come ha più volte ribadito anche Draghi questo è il momento in cui lo Stato deve credere nel futuro e restituire ai cittadini, non battere cassa». La Lega a sua volta intende porre la questione al vertice di maggioranza che si terrà oggi e con Matteo Salvini chiede una rottamazione generalizzata di tutte le pendenze col fisco.
Fonti di governo però escludono che il tema cartelle sia all'ordine del giorno di questa riunione che invece dovrà discutere di Superbonus, scuola e Tosap, bollando quella del leader leghista come «pura propaganda». A Palazzo Madama Lega, Pd e Forza Italia avevano presentato emendamenti sostanzialmente uguali per la proroga al 31 dicembre della scadenza delle rate arretrate o in alternativa per spalmare il saldo in 4 trimestri, la prima entro la fine dell'anno.
FdI chiedeva invece la proroga fino al termine dello stato di emergenza. Come sempre pesa il nodo delle coperture: difficile, molto, trovare le risorse anche per risolvere anche questo problema. Il viceministro dell'Economia Laura Castelli esclude in maniera tassativa che ci possano essere dei margini.
«Al tavolo del fisco, con tutta la maggioranza, si è scelta una strada precisa, approvata poi dal Consiglio dei ministri, che vale 8 miliardi di euro. In questo schema le cartelle esattoriali non ci sono - ha messo in chiaro ieri -. Penso anche io che sia un tema importante, ma molto oneroso, e non contenibile nelle risorse a disposizione del Parlamento. La maggioranza al Senato, che lavora sulla legge di bilancio, lo sa bene».
Risposta che non è piaciuta a Forza Italia che subito dopo ha rilanciato la richiesta di un rinvio selettivo delle cartelle definendola «dirimente». Se la posizione del viceministro 5 Stelle è di chiusura altre fonti del Mef e del governo non escludono che non si possa trovare una soluzione al problema, visto che il costo dell'operazione sarebbe eventualmente tutto concentrato sul 2022 e non comporterebbe quindi trascinamenti sugli anni successivi.
Si vedrà oggi al vertice di maggioranza che dovrà affrontare in via definitiva un altro problema delicato come la cancellazione del tetto Isee da 25 mila euro per prorogare il Superbonus a favore delle abitazioni monofamiliari. In questo caso la soluzione sembra più a portata di mano e potrebbe trainare altri ritocchi in questo campo.
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