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Massimo Restelli per "il Giornale"
Il grande capo delle Generali, Mario Greco, è noto in Piazza Affari sia per i risultati che è riuscito a spremere in breve tempo dalle Generali sia per la libertà d'azione che si è ritagliato, corroborata da un carattere coriaceo. Forse anche per questo il top manager non sembra aver ancora finito di «prendere le misure» con Trieste, a partire dal suo complesso libro soci.
Tanto che ieri Leonardo Del Vecchio, cui fa capo il 3% di Generali, non ha avuto remore a far sapere di non condividere l'azione legale che Generali, su impulso dello stesso Greco, ha avviato contro l'ex capo azienda Giovanni Perissinotto e l'ex direttore finanziario Raffaele Agrusti. «Se fossi stato in cda io non avrei votato a favore, perché non serve. Bisogna guardare al futuro, mai al passato», ha tagliato corto il re degli occhiali.
Del Vecchio ha lasciato il board di Trieste nel febbraio 2011, in polemica con l'allora presidente Cesare Geronzi, ma la sua è una posizione pesante dal punto di vista politico. Perché Del Vecchio aveva avuto un ruolo di primo piano, insieme a Lorenzo Pellicioli (De Agostini, ha il 2,4% di Generali) nella manovra, coordinata da Mediobanca (prima azionista con il 13%), che un anno e mezzo ha «sfiduciato» Perissinotto e affidato il gruppo triestino a Greco, con la missione unica di rilanciarlo.
«Le azioni di responsabilità sono cose di legge, che non hanno alcun valore pratico. Lasciamo che gli avvocati guadagnino un po' di soldi. Tanto non viene fuori niente», ha aggiunto Del Vecchio. Parole che diventano di sapore acre non appena si pensa che proprio Pellicioli la settimana scorsa è stato l'unico in consiglio a votare contro la decisione di procedere contro i due ex top manager,con un'iniziativa risarcitoria in sede giuslavoristica.
Causa che, peraltro, appare già una mediazione rispetto alla prima idea (molto britannica) di portare l'azione di responsabilità nel consesso plenario dell'assemblea.Il passo «andava giustamente fatto perché la legge lo prevede», Generali è «quotata» ed era stato sollecitato anche dalle Authority, ma «a noi come azionisti non ce ne importava nulla», ha affondato il colpo Del Vecchio, che da imprenditore abituato a dare la priorità ai numeri del bilancio, ha comunque detto che Generali «va benissimo». In sostanza, Greco resta saldo al comando del Leone, di cui ha anche rinnovato la prima linea. Nel non detto di Del Vecchio, si può però leggere l'invito di alcuni soci a non esagerare.
Perché se è vero che le Generali avevano bisogno di una svolta nella gestione, dall'altro sono pur sempre uno dei più delicati snodi della grande finanza italiana. E questo varrà anche quando, insieme all'economia italiana, sarà risalita anche Generali e Mediobanca avrà allentato la sua presa sul capitale.
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