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Maria Silvia Sacchi per il "Corriere della Sera"
Tiffany è adesso ufficialmente parte della scuderia Lvmh, il gruppo del lusso di Bernard Arnault che già possiede marchi storici come Dior, Louis Vuitton, Fendi, Bulgari, Celine, Givenchy, Loro Piana e alcune altre decine tra abbigliamento, pelletteria, gioielleria, orologeria, ospitalità, vini pregiati e altro ancora per quasi 54 miliardi di ricavi nel 2019.
Per assicurarsi la maison americana, Arnault ha staccato un assegno da 15,8 miliardi di dollari (quasi 13 miliardi di euro ai cambi di ieri): 430 milioni in meno rispetto all' accordo iniziale, sottoscritto poco prima che il Covid irrompesse sulla scena mondiale, ma sempre la più importante acquisizione mai avvenuta nel lusso.
Per arrivare allo «sconto» sul prezzo (131,5 dollari per azione anziché gli iniziali 135, riduzione approvata dal 99% degli azionisti) le due società hanno dovuto affrontare un contenzioso che le ha viste per un certo periodo impegnate persino in tribunale. Lo scorso ottobre la pace e ieri il passaggio definitivo.
Con l'ingresso nel gruppo francese, Tiffany cambia il vertice. Lascia Alessandro Bogliolo, il manager italiano che negli ultimi tre anni ha rilanciato il gioielliere Usa e che proprio due giorni fa aveva ufficializzato vendite natalizie record, dopo già un terzo trimestre in ripresa nonostante la pandemia.
Bogliolo resterà fino al 22 gennaio per assicurare il passaggio di consegne ad Anthony Ledru, vice-direttore generale responsabile delle attività commerciali globali di Louis Vuitton, che sarà il nuovo ceo. Per Ledru si tratta di un ritorno: aveva già lavorato per l'iconico marchio americano come senior vice president del North America. Presidente sarà Michael Burke, che aggiunge la carica a quella di amministratore delegato e presidente di Louis Vuitton.
Il rinnovo del vertice vede, però, soprattutto una discesa in campo più decisa della nuova generazione Arnault: Alexandre Arnault, 28 anni, terzogenito di Bernard, diventa, infatti, vice presidente esecutivo, con responsabilità su prodotto e comunicazione.
Non è il suo primo incarico in una società del gruppo di famiglia, essendo stato fino a ieri amministratore delegato di Rimowa, società tedesca di valigeria della cui acquisizione è stato artefice, ma certo le dimensioni e la notorietà di Tiffany non sono paragonabili. Sarà lui a decidere se, nel caso, sarà necessario nominare un nuovo direttore creativo.
L'attuale, Reed Krakoff, esce dalla società nell'ambito degli accordi di rinnovo, insieme a Daniella Vitale, vicepresidente esecutiva e Chief Brand Officer. «Siamo fiduciosi nella capacità di Tiffany di accelerare la sua crescita, di innovare e di rimanere il marchio di gioielli più desiderabile», ha detto Bernard Arnault, ringraziando Alessandro Bogliolo e il suo team per «il lavoro svolto negli ultimi tre anni, soprattutto nel difficile periodo che il mondo sta attraversando».
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