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Stefania Tamburello per il “Corriere della Sera”
«Si è invertita la tendenza. La crescita si allargherà». A due giorni dall’avvio, il presidente della Bce, Mario Draghi ha annunciato che il programma di acquisti massicci di titoli pubblici (Quantitative easing) «sta funzionando». La politica monetaria «è in grado di stabilizzare l’inflazione» ha quindi aggiunto rilevando che «le misure prese possono sostenere una ripresa più veloce e sostenuta, soprattutto se, come dei semi, cadono su un terreno fertile. I governi possono creare un ambiente più favorevole agli investimenti attuando riforme rapidamente, in modo credibile ed efficace».
Draghi, dopo aver parlato ad un seminario a Francoforte, è andato a Parigi per un pranzo di lavoro all’Eliseo con il presidente François Hollande e i ministri economici del governo francese. La misura del Quantitative easing, ha aggiunto Draghi, mette al riparo l’area dell’euro — «facendo un effetto scudo» — dal rischio di contagio legato all’inasprirsi della crisi greca.
Il programma espansivo lanciato dalla Bce «promette di essere estremamente efficace» e l’effetto «già si vede sui mercati» ha concordato a Roma, in un intervento presso il Parlamento, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che si aspetta, dopo il sì di Bruxelles alla manovra del governo, anche per l’Italia «una crescita robusta e ricca di lavoro». La politica monetaria «da sola non basta, serve che i Paesi facciano le riforme» ha aggiunto citando proprio Draghi.
«Mi aspetto che in Italia la crescita sia più robusta grazie alle riforme del mercato del lavoro e all’incentivo all’occupazione con l’abbattimento del cuneo fiscale», anche se è necessario il rilancio degli investimenti: «La velocità del piano Juncker non è sufficiente. Solo per tornare su sentieri di crescita precedenti alla crisi, servirebbero 700 miliardi di investimenti», ha affermato il ministro.
Le parole di Draghi a Francoforte hanno infiammato i mercati con i listini europei in salita e gli spread sul secondario in calo. Piazza Affari, in linea con le altre Borse del continente, ha guadagnato il 2,18% a 22.833 punti, su livelli che non toccava dal febbraio 2011, mentre il differenziale tra i rendimenti dei Btp decennali e i Bund tedeschi di uguale durata è sceso a 91,5 con i tassi dei titoli al nuovo minimo dell’1,12%.
Per la prima volta, poi, il rendimento del Btp trentennale è sceso sotto il 2%. Ieri mattina si è svolta l’asta dei Bot annuali, offerti per 6,5 miliardi e assegnati tutti a tassi in forte riduzione allo 0,08%. Le richieste sono state superiori alla media e visto come stanno andando le cose, gli operatori prevedono che a fine marzo, quando verrà collocato il nuovo Bot semestrale, si possano registrare anche in Italia i primi rendimenti negativi. In Germania ieri, sempre in emissione, sono stati collocati titoli a 2 anni ad un nuovo minimo negativo per lo 0,24%, la Borsa (+2,66%) è ai massimi di sempre e i tassi sui decennali ai minimi.
L’impatto più significativo delle misure della Bce, continua a segnalarlo l’euro, che ieri si è ulteriormente deprezzato nei confronti del dollaro e delle altre valute. Ormai vicinissima alla parità, la moneta unica ha raggiunto ieri mattina il valore minimo dall’aprile del 2003 a 1,0559 dollari, per poi chiudere in serata le contrattazioni appena sopra a 1,0590.
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