DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL…
Anais Ginori per “la Repubblica”
La Francia si è svegliata sotto choc per la morte di uno degli imprenditori più famosi del paese. Christophe de Margerie, detto anche “Big Moustache” per i lunghi baffi, era da quattro anni alla guida del principale gruppo del Paese, con un fatturato pari a 189,5 miliardi di euro e circa 100mila dipendenti in 130 Paesi. Diretto e spiritoso, Magerie era un personaggio molto mediatico. Guadagnava 3 milioni di euro all’anno, ma due anni fa aveva firmato un appello, insieme ad altri super-manager, per pagare più tasse.
Aveva contatti con tutti i grandi del mondo, soprattutto in Russia e in Medio Oriente. Come altri gruppi petroliferi, Total poteva contare su una diplomazia parallela molto ben collaudata. Margerie era stato criticato per le relazioni con il regime birmano durante l’embargo, e pure chiamato in causa nello scandalo “Oil for food” con l’Iraq. Dall’Artico all’Argentina, fino al Canada, al Congo, alla Birmania, la Total di Margerie ha esteso la sua attività, lanciandosi in nuovi mercati, ma ha anche aperto contenziosi con numerose ong, in prima linea per la difesa dell’ambiente e dei diritti umani.
Sposato, con tre figli, nato nella famiglia degli champagne Taittinger, ha passato quarant’anni in Total. «Era il posto più vicino a dove abitavo» scherzava nel ricordare la sua precoce vocazione. Entrato nel 1974 nella direzione finanziaria dell’ex Compagnia francese dei petroli, poi diventata Total, l’ enfant prodige scalò tutti i gradini, fino a diventare il massimo dirigente. Un giorno raccontò che se non fosse diventato petroliere, avrebbe voluto diventare pilota o lavorare in fattoria.
I dipendenti del grattacielo Total, alle porte di Parigi, hanno ricordato ieri un manager alla mano, sempre disponibile al dialogo, che spesso scendeva in strada con gli impiegati a fumare il suo inseparabile sigaro. Ex allievo dei gesuiti, de Margerie amava citare la parabola dei talenti nel Vangelo di Matteo. Chi nasce fortunato, ha dei doveri: «Bisogna restituire ciò che ci è stato donato», amava ripetere. Carismatico, indipendente e anticonformista, aveva anche uno spiccato senso dell’umorismo, qualità che facevano di lui una personalità fuori dal comune rispetto a molti manager transalpini.
«Ha dedicato la vita all’industria francese », ha ricordato il presidente francese Francois Hollande. Mentre Vladimir Putin si è detto «sconvolto» per la perdita di un «vero amico » della Russia. Da sempre, de Margerie si era detto contrario alle sanzioni economiche dell’Occidente contro Mosca per il suo ruolo nella crisi ucraina. Una crisi di cui probabilmente Margerie era andato a discutere con i dirigenti russi lunedì, in un incontro che sarebbe dovuto rimanere segreto.
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